pubblicato il 19/03/17

Antonella Ferrari

Questo mondo ci porta a vivere come non vorremmo, con frenesia e stress.
Vorremmo dare a noi stessi del tempo e momenti di qualità, e invece … ci diciamo che non abbiamo tempo, vorremmo stare di più con le persone care, e invece dedichiamo buona parte della vita a macchine e computer! Vorremmo ammirare l’erba e il cielo e invece guardiamo dove mettiamo i piedi, per non calpestare spazzatura o altro…
Vorremmo esprimere più amore e meno rabbia, più pace e meno inquietudine, vorremmo essere un supporto, un luogo di ristoro per altri, e non una sfida.

Il pianeta Calma non è distante, è di fatto un viaggio nell’universo interiore, un viaggio di ritorno al centro del sé, nell’universo più grande che ci sia. Per questo ci piace l’universo oltre il cielo, quando il nostro sguardo spazia oltre il blu, perché abbiamo un “universo” dentro, vasto e illimitato. È un viaggio nella memoria per ritrovare la consapevolezza del vero sé. Ti ricordi chi sei? Un essere di dignità, bellezza e valore.

Ma per arrivare al dono della calma devo oltrepassare varie barriere, varie “atmosfere”. La pace è la meraviglia delle meraviglie ma rimarrà un’utopia se non la cerco nel luogo giusto, cioè dentro di me, nell’anima, nel cuore dell’essere.

Il mondo è molto frenetico perché è lontano dal nucleo, dall’essenza, dall’anima che è ciò che noi siamo. Il piccolo punto, l’anima, è diventato un grande cerchio e noi corriamo nel suo perimetro, in superficie, e più è grande, più è la distanza dal nucleo, più devo correre per percorrerlo tutto! Più sono distante da me, più corro nel perimetro con l’illusione di chiudere il cerchio. Quanto è lungo il tuo perimetro? Quanto sei distante dal tuo vero se?
Una mitica storia indiana narra di Ganesh e il viaggio intorno al mondo. Ganesh è anche riverito per la sua intelligenza; quando egli gareggiò con il suo atletico fratello Kartikeya per decretare chi fosse il più veloce a fare il giro del mondo ed ottenere così il privilegio di essere il primo a sposarsi, Ganesh, nonostante la sua grande pancia e la sua testa di elefante, riuscì a vincere avendo girato semplicemente intorno ai suoi genitori che per lui rappresentavano tutto il mondo.

Le cose che hanno veramente valore sono poche, mentre ci perdiamo in tanto altro. Perdendo contatto con il cuore e la pace che racchiude. Frenesia e stress diventano quotidiani.
Quindi quanto è lungo il perimetro che devo percorrere? E in quella corsa non abbiamo il tempo di guardare in faccia nessuno, cosi diventiamo indifferenti, superficiali e sempre meno umani!
Tanti anni fa, vivevo a Tokyo, dove ho conosciuto la Brahma Kumaris. Un giorno stavo percorrendo una piccola strada, collaterale e silenziosa pur in mezzo alla città, dove la tradizione conviveva magicamente con i grandi palazzi della metropoli. Basse case di legno con le tipiche porte scorrevoli a pannelli di carta di riso (shoji), alcune donne in kimono lì davanti… insomma l’atmosfera era di grande calma e armonia. In fondo alla strada però un grande via vai di persone e macchine che sfrecciavano. Guardando laggiù mi venne una domanda: - ma dove corrono quelli? E subito dopo: - e io, dove corro? Non sono diversa…
Poco dopo iniziai un percorso di meditazione.

Ma perché dobbiamo correre e per ottenere cosa?
La frenesia compromette l’ascolto, di me stessa e degli altri. Il frenetico ascolta le parole e vede le azioni ma non capta bene e si perde il vero messaggio. Tira conclusioni affrettate e soffre di impazienza.

Dove c’è frenesia perdiamo quattro cose importanti:
1. CALMA - diventando intolleranti oltre che impazienti
2. CHIAREZZA – la mente agitata pensa molto, più di quello che serve, e produce tanti pensieri inutili
3. CONTENTEZZA – perché sono instabile e faccio molti errori
4. CONCENTRAZIONE E CENTRATURA - Come al centro di un ciclone esiste un luogo di calma, chiamato l’occhio del ciclone, così al centro di un ciclone emotivo c’è uno spazio dal quale possiamo sempre ritrovare la calma di cui abbiamo bisogno. Arrivarci però richiede il navigatore di quell’intuito innato attivato da una semplice pratica: la meditazione.

La frenesia è un ritmo: mangi mai in piedi? Correre sempre è vivere male! Il piede è sempre sull’acceleratore!

La frenesia è un rapporto malsano con la materia: la frenesia altera il nostro rapporto con gli oggetti, con la materia. Maneggiando e usando le cose di fretta, il rischio di romperle è alto, o di immettere comunque un’energia di contrasto che nel tempo le rende sempre meno disponibili. Prova a pensare che un “re” sta usando o passando un oggetto, il gesto potrebbe essere intriso di un rispetto nuovo e significativo.

La formula giusta: usare il freno tanto quanto l’acceleratore
La formula sbagliata: funzionare sulla base di quello che il mondo vuole e distruggere la propria felicità e benessere.

Una pratica è utile, quella di creare un angolo di pace nella vostra casa, un semplice spazio con una poltrona e una luce soffusa, un po’ di musica se possibile. Usatelo ogni giorno anche per pochi minuti. Sarà il vostro angolo del silenzio. Farà la differenza nell’atmosfera della casa, della stanza e, ancora di più, in quella interiore.
Calma e Silenzio dondolano insieme nell’altalena della consapevolezza. Coltivo silenzio e divento infinitamente calma, come se le nubi non fossero mai esistite.



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