La posta di Antonella

ANTONELLA RISPONDE A DELFINA

pubblicato il 09/05/09

 

Domanda di Delfina

Cara Antonella, mi chiamo Delfina ed ho seguito in parte i corsi base di Raja Yoga. Soffro da parecchi anni di una malattia cronica molto invalidante che spesso mi impedisce di allontanarmi da casa; quando non sto particolarmente male riesco a meditare, ma quando peggioro dimentico di essere un'anima. Come è possibile conciliare il percorso spirituale con una grave malattia. Ti ringrazio in attesa di leggerti.

 

Antonella

Cara Delfina, vorrei poterti rispondere nel modo più positivo possibile, ma la gestione di una malattia invalidante, così come indichi, non è facile se non con notevole impegno. L'ideale, e questo lo indico per tutti coloro che leggono queste righe e hanno la fortuna di una buona salute, è imparare a meditare a tale punto da rendere un cambiamento di coscienza naturale e pertanto facile. Sto indicando che meditare non vuol dire rilassarsi mezz'ora la sera, ma sviluppare un livello di coscienza più alto, tale da essere una modalità di pensiero costruttiva. Adesso, nel tuo caso, hai comunque molte chance. Quando ti senti meglio riesci a meditare. In quei momenti rafforza la tua consapevolezza per rendere la percezione della tua forza interiore più viva e presente. Una persona recentemente mi raccontava della sua sclerosi multipla e dei conseguenti disagi, e come ottimizzava i momenti in cui stava bene tanto da prepararsi alle fasi della malattia più dolorose. Direi che la caratterizzava una grande voglia di superare un limite non vedendolo come tale. Provaci anche tu. Non pensare di avere un limite, ma solo l'opportunità di fare meraviglie e se ci riesci sarai di aiuto a tanti altri. Per alcuni, anche un mal di testa può impedire la meditazione. Il dolore fisico distoglie la concentrazione e la rende difficile. Quante volte però, e non solo tu, ci ricordiamo di essere anime? Di essere scintille di vita in una dimensione fisica? Perché se consolido questa consapevolezza, il dolore pur essendo presente, diventa meno incisivo, quasi lontano. La pratica di essere osservatore, il distacco, sono grandi ricchezze da integrare nel proprio apprendimento spirituale, ma occorre praticarle molto spesso e con costanza. Ti possono essere di aiuto i CD con le meditazioni guidate, ascoltare può essere lo sforzo minore e il risultato efficace. Abbiamo l'abitudine a ricordare quello che dovremmo dimenticare e dimentichiamo quello che dovremmo ricordare... Prova a ricordare le tue risorse interiori, a immedesimarti in un pescatore di perle che si tuffa per riemergere con tali ricchezze. Non importa quali test uno stia attraversando, sono prove e, nessuno suppongo, sia esule da queste. Ma l'armonia che puoi trovare dentro trascende il tuo corpo, la connessione con il Supremo, nel silenzio, è da anima a Anima. Attingere a quella Fonte è il più grande bonus e se la malattia diventa strumentale per la tua crescita interiore, allora è come se tu avessi vinto la lotteria.

Antonella

Per iscriversi alla Rajayoga Newsletter mensile e ricevere informazione su corsi, eventi,  ricette vegetariane e tanto altro, clicca qui

http://www.rajayoganewsletter.com/newsletter.htm


Inserisci un commento

(La pubblicazione è soggetta ad approvazione da parte della redazione.)
*La tua email non sarà pubblicata
Autorizzo il trattamento dei miei dati secondo l'informativa privacy.
Codice di controllo

FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Iscriviti alla Newsletter

Privacy Policy      Cookie Policy