La posta di Antonella

ANTONELLA RISPONDE AD ANNA

pubblicato il 26/08/14

Domanda di Anna

Buongiorno vorrei maggiore chiarezza sul fatto che ​alcuni ​affermano che ​​esprimere tutto quello che ​uno sente sia liberatorio, ​​e che cosi le persone di sentono vere e oneste quando si liberano verbalmente....  Altri invece affermano che è meglio gestire le proprie emozioni e avere auto controllo?​​
​ Ma come comprendere meglio questo aspetto che mi risulta poco chiaro​?
Grazie per l'attenzione
Anna

Risposta di Antonella

Cara Anna
tutto il benessere interiore è connesso con l’equilibrio, perché anche una bella qualità, se eccessiva, diventa disfunzionale. Ad esempio, se sono troppo paziente diventerò passiva , o troppo determinata diventerò testarda… cosi anche nella capacità di comunicare le mie emozioni ho bisogno di un equilibrio che inizia veramente ben prima della sua applicazione.

Il primo passo è prepararsi ai contrasti non percependoli come tali. Chi aggredisce verbalmente sta “vomitando” qualcosa  di irrisolto dentro di sé e lo proietta sulle persone o sulla circostanza.
Se prendiamo l’esempio del mare, è fatto di onde, di correnti e di un fondale cosi profondo da essere non visibile dalla superficie.  Le onde rappresentano le circostanze, vengono perché noi , la gente, la realtà.. siamo imperfetti e quindi in preda a molte reazioni.  Ma le circostanze non sono il problema,  nonostante caschiamo in questa illusione/trappola. Noi rispondiamo alle circostanze con le correnti sotterranee costituite dai nostri atteggiamenti,  e il comportamento diventa visibile nella circostanza stessa, ma a muoverlo,  o promuoverlo sono state le “correnti” emotive e la possibile non comprensione dell’evento. Ma se andassimo fino al fondo, proprio a toccare il fondale, troveremmo quello che siamo realmente: esseri spirituali detentori di 5 grandi energie chiamate qualità innate: pace, amore , purezza, gioia e saggezza.

Ogni volta che le “tocco”, perché la mia coscienza ricorda la loro esistenza e il loro valore, allora rispondo agli eventi  agendo da quello spazio interiore di bontà che vede e si posizione diversamente.  Cosi davanti al disagio che richiederebbe un intervento,  non sono solo interessata a rispondere a tono per mettere i puntini sulla “i”, ma ho a cuore l’energia che sto utilizzando, la capacità di mettere un’altra vittoria nel mio quaderno ovvero l’aver saputo gestire il mio comportamento e spostare il focus dalla reazione all’azione. Per quanto sia semplice a dirsi è molto provante e richiede una preparazione di auto controllo.

L’auto controllo è fatto di benevolenza e non di forzatura.  Almeno quello che ci rende umani e non “soldatini”. 
Benevolenza perché evitare di parlare e dire “le cose in faccia”, per tutelare la propria dignità e quella dell’altro, è un atto di misericordia. Per non accumulare l’energia di cose non dette, ma sentirsi puliti e non repressi, è necessario non essere motivati dalla PAURA della reazione dell’altro, ma per consapevolezza:
•    Che, in quel momento e in quel contesto, l’altro non è in grado di fare di meglio
•    che ogni mia reazione, per quanto sentita, prima o poi passa e lascia la bocca amara se ha causato dei “danni”, perciò meglio prevenire
•    ognuno ha i suoi limiti, preferisco non rispondere con un mio limite al tuo limite
•    sentire che il mio autocontrollo è intriso di benevolenza, lo colloca in automatico nel mio registro dei successi.

Hai un registro dei successi? In effetti esiste anche quando non lo realizziamo, fa parte del meccanismo karmico di causa /effetto che ci tutela sempre. Quando l’attenzione alla qualità del nostro comportamento è alta, quando avere ragione o torto non ha la meglio rispetto al desiderio puro di essere felice e tranquilla, allora siamo propensi e disponibili a prendere atto dei veri bisogni altrui e in questo modo a rinnovare e consolidare la mia autostima che non diminuisce perché non abbiamo risposto, anzi… aumenta!
È da provare e mentre fai le prove, medita per rafforzare la tua coscienza e per accumulare, come in una magazzino interiore, la forza della tua benevolenza.
Antonella

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