pubblicato il 03/07/11

In che modo la consapevolezza di essere un’anima può migliorare il nostro atteggiamento verso noi stessi e gli altri?
Una delle abitudini più radicate che abbiamo imparato da bambini è quella di confrontarci con gli altri, di vederci alla luce di ciò che noi consideriamo essere i loro meriti o le loro debolezze. Ciò può facilmente indurre un sentimento di sconforto, auto-critica e mancanza di auto-stima, o anche sentimenti di superiorità, quando l’ego diventa critico riguardo agli altri. Attraverso l’esperienza di coscienza d’anima c’è un’esperienza diretta delle qualità innate dell’anima (pace, amore, potere).
Quando sperimentiamo che questi attributi spirituali sono sempre presenti dentro di noi, giungiamo a renderci conto del nostro valore e smettiamo di confrontarci con gli altri. In questo modo vengono sanate le abitudini di auto-critica e auto-svalutazione che molti di noi apprendono sin dagli anni della nostra formazione. Ogni dubbio riguardo a se stessi e ai propri limiti vengono gradualmente sostituiti da un vero senso di auto-stima e una fede profonda nel sé. Tuttavia questo processo di guarigione dall’abitudine all’auto-critica, creata nel corso degli anni, può richiedere un certo tempo. Ancora una volta è importante essere pazienti con noi stessi.

Quando comprendiamo e sperimentiamo di essere entità spirituali eterne e incorruttibili, ciò cambia anche la nostra visione degli altri. Li vediamo in modo più paritario con il risultato di sentirci parte di una famiglia più grande, una fratellanza di anime. La nostra visione spirituale influenza profondamente il nostro modo di rispondere agli altri, specialmente quando gli altri diventano negativi nei nostri confronti.

Nella coscienza d’anima, noi andiamo oltre il colore della pelle e i sistemi di credenze. Mentre prima avremmo restituito la negatività e ci saremmo coinvolti in un’accesa discussione, la nostra consapevolezza di essere un’anima e l’abilità di accedere alla pace e alla positività, insieme alla nostra consapevolezza che anche gli altri sono anime, ci aiuta a trasformare la situazione. Ora comprendiamo che sono essi i responsabili delle loro emozioni negative.
E’ un sintomo della loro identificazione errata con il corpo o di una qualche forma di attaccamento (probabilmente ad un’immagine di sé vecchia e sbagliata) che sta provocando in loro paura e rabbia. Invece di reagire, noi rimaniamo connessi con la nostra pace interiore, comprendiamo che l’altro soffre a causa della stessa ignoranza circa la propria vera identità di cui abbiamo sofferto anche noi una volta e umilmente offriamo la nostra mano in segno di perdono, amicizia e chiarimento. Non possiamo obbligarli ad accettare, ma la nostra offerta sta dicendo che li stimiamo e li rispettiamo in quanto spiriti affini, indipendentemente dal loro comportamento. In questo modo possiamo costruire fiducia e armonia, e trasformare le relazioni.

Ci sono altri modi in cui la nostra coscienza d’anima può esserci utile nell’aiutare gli altri. Non possiamo dare ciò che noi stessi non abbiamo. Quando vengono da noi amici rattristati, spesso il massimo che possiamo fare è dare comprensione. Benché ciò sia rassicurante, non necessariamente è molto utile. Quando hanno dei problemi, ciò di cui le persone hanno più bisogno è forza e chiarezza. Alcune situazioni hanno provocato debolezza e confusione nella loro mente, rendendo difficoltosa la comprensione. Se offriamo punti di vista e suggerimenti non solo empatici, ma anche pieni di pace, potere e concretezza, essi si porteranno via non solo conforto, ma qualcosa che avrà valore pratico e positivo per la soluzione dei loro problemi. A tale scopo è necessaria una mente forte e aperta: uno dei frutti della pratica quotidiana della meditazione. Abbiamo solamente bisogno di ricordarci che non possiamo aiutare altri a questo livello di capacità spirituale finché non ne saremo capaci noi stessi.

La coscienza d’anima ci aiuta anche ad essere semplici e naturali in compagnia degli altri. Questa semplicità da parte nostra li aiuta a rilassarsi e a non sentire la pressione delle aspettative. Quando siamo nella coscienza d’anima, vediamo solo il buono degli altri, non solo le virtù visibili, ma anche quelle nascoste. Ciò, a sua volta, li aiuta a rendersi conto delle proprie qualità e talenti. Quando riconosciamo la nostra connessione spirituale, amore e rispetto sempre più profondi emergono naturalmente. C’è la presa di coscienza che indipendentemente dalla razza, dalla cultura e dalla nazionalità, facciamo tutti parte della stessa famiglia globale. Siamo tutti nella stessa commedia, e tutti condividiamo lo stesso palcoscenico. Anche se siamo esseri spirituali unici, separati e autonomi con un’essenza comune di amore e verità, siamo anche consapevoli di essere interconnessi a un livello più sottile.

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