Recensione Eventi

Calma interiore

pubblicato il 21/04/13

Antonella Ferrari

Cos’è la calma?

Varie immagini possono venire nella nostra mente: l’immagine di un lago dalle acque immobili e quiete, l’immagine di un volto sereno, il panorama silenzioso di uno scorcio di montagna.
Ma oltre ogni immagine, la calma è una dimensione di profonda sicurezza e soddisfazione interiore. Viaggia al ritmo armonioso di chi padroneggia le situazioni con la dolcezza del rispetto.

Sicurezza e dolcezza sono un bel binomio per sostenere calma e quiete interiori.
Alcuni potrebbero pensare che tutto questo sia una bella utopia! Per una testa razionale e per la “realtà” che viviamo lo è, un’utopia, ma per altri è invece motivo di speranza e di impegno.

Se sogniamo un mondo di pace e un ritmo calmo, se lo viviamo sporadicamente, se lo possiamo immaginare e desiderare, allora questo ci rivela un segreto, ovvero che è già parte di noi!
Infatti diciamo: “ho perso la mia calma, mi sono arrabbiata”! Questo indica che la dimensione pace, calma e quiete è già la nostra realtà interiore, dimenticata, sepolta da esperienze opposte, nonostante esse ancora vivano nella nostra memoria più ancestrale.

Questo mondo ci porta a vivere come non vorremmo, con frenesia e stress. Vorremmo stare, un po' di più, con noi stessi e con le persone care, e invece dedichiamo buona parte della vita a macchine e computer.
Vorremmo ammirare l’erba e il cielo, un pò di più, e invece guardiamo la spazzatura per non calpestarla!
Vorremmo esprimere più amore e meno rabbia, più pace e meno inquietudine, vorremmo essere un luogo di ristoro per altri e non una sfida.

Il pianeta Calma non è distante, è di fatto un viaggio nell’universo interiore, un viaggio di ritorno al centro del sé, nell’universo più grande che ci sia. Per questo ci piace l’universo oltre il cielo, perché ne abbiamo uno dentro, vasto e illimitato. È un viaggio nella memoria.
Ti ricordi chi sei? Un essere di dignità, bellezza e valore.

Ma per arrivare a quel dono della calma devo oltrepassare varie barriere, varie “atmosfere”. La pace è la meraviglia delle meraviglie ma rimarrà un’utopia se non la cerco nel luogo giusto, cioè dentro di me, nell’anima, nel cuore dell’essere.

Chi è calmo non lascia niente al caso, perché questo genera stress,
chi è calmo non lascia niente di inconcluso, perché questo genera molti pensieri sprecati,
chi è calmo non delega ad altri ciò che può fare lui stesso perché è responsabile (delega volentieri se può offrire un’opportunità ma non “scarica” compiti).

La calma è il prodotto di una coscienza pulita.

Le pratiche suggeribili per ritornare alla mia calma sono varie. Eccone alcune:

1° pratica – ACCUMULARE PACE

Questo implica prestare attenzione ai pensieri che scappano ovunque, dal passato al futuro, da tizio a caio, saltano da un’emozione all’altra… e rubano la mia calma, la mia quiete. Ma posso decidere di essere più attenta alla qualità dei pensieri, di essere più creativa e meno distruttiva. L’attenzione diventa accumulo. C’è connessione tra calma e contentezza.

2° pratica – ATTIVARE IL VOLTO INTERIORE

In India dicono Antarmuki, il volto interiore, che equivale a dire introspezione. Significa guardare dentro oltre che fuori, prendersi del tempo per stare con sè stessi , per avere una duplice visione attivando il terzo occhio.

È dentro che trovo profonda chiarezza, poiché c’è connessione tra calma e chiarezza, una evoca l’altra.

Attivare il proprio volto interiore è attivare la propria coscienza e tenerla sveglia, poiché la mia coscienza detiene l’energia della mia pace e l’energia del mio amore.

Il tornare più frequentemente possibile alla propria interiorità aiuta a superare la dipendenza dagli stimoli esterni che ci condizionano da sempre. È quasi come una “tossico dipendenza” quella di avere sempre stimoli e ancora stimoli e poi altri stimoli… Nella meditazione si cerca di evitare l’influenza di ogni stimolo esterno per dare spazio alla dimensione interiore ma, proprio per la vecchia e forte abitudine ad esserne coinvolti, l’assenza di stimoli, o la loro semplice riduzione, crea un senso di vuoto e di conseguenza quasi la sensazione di essere fuori luogo o di perdere tempo. I sensi cercano stimoli e cosi anche la mente: grande dipendenza che rende faticoso meditare.

3° pratica – ASSORBIRE SILENZIO

Non un silenzio fisico ma un silenzio colmo della propria presenza. Per accedere al proprio spazio interiore devo lasciar andare l’abitudine di definire me stessa e gli altri.

Smettila di definire te stesso – te stesso e gli altri.
Non morirai. Anzi inizierai a vivere.
E non ti preoccupare di come gli altri ti definiranno.
Quando loro ti definiscono stanno limitando loro stessi. È il loro problema.
Puoi perdere solo qualcosa che hai
Ma non puoi perdere qualcosa che sei.
- Eckhart Tolle

Nel silenzio imparo a donare un po’ di ciò che sono. Calma e Silenzio dondolano insieme nell’altalena della consapevolezza. Coltivo silenzio e divento infinitamente calma, come se le nubi non fossero mai esistite. Poi ritornano nel cielo di chi dimentica, ancora e di nuovo, perché la memoria è divisa tra memoria antica (la mia vera natura) e la memoria recente, credi e convinzioni acquisite. La memoria che prevale porterà con se l’energia della sua storia.

Create un angolo di pace nella vostra casa, un semplice spazio con una poltrona e una luce soffusa, un po’ di musica se possibile, e usatelo ogni giorno anche per pochi minuti. Sarà il vostro angolo del silenzio.

Farà la differenza nell’atmosfera della casa, della stanza e, ancora di più, in quella interiore.

4° DA FUORI A DENTRO

Siamo cosi abituati a sostare nel rumore esterno, presi dal mondo e ignari di ciò che è “dentro”. Ma dentro dove? Nella coscienza! È come se l’energia della coscienza fosse concentrata in un seme. Questo lascia l’esperienza di un’infinita quiete, la sensazione di essere tornati là da dove siamo venuti, dall’eternità.

Esplorare terre nuove (dentro) è per capire la profondità dell’essere, allora ogni passo verso la verità interiore è un passo felice. Calma e felicità sono cugine….

Ci sono delle regole per mantenere calma:

1. non avere troppi desideri
2. non stare troppo nel passato – pulire i vecchi archivi mentali e anche … gli armadi
3. non preoccuparsi ma occuparsi di se stessi
4. non parlare troppo, anzi parlare poco, piano e dolcemente
5. non accettare inviti sgradevoli (ad arrabbiarsi ecc..)
6. non lamentarsi ma capire i segnali delle circostanze.

Come al centro di un ciclone esiste un luogo di calma, chiamato l’occhio del ciclone, così al centro di un ciclone emotivo c’è uno spazio dal quale possiamo sempre ritrovare la calma di cui abbiamo bisogno. Arrivarci però richiede il navigatore di quell’intuito innato attivato da una semplice pratica: la meditazione.

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Commenti

Icona utente wanda pirlo il 10/05/13
Grazie Antonella per questa bella recensione, da cui io traggo veramente spunto per una condotta che mi porti a dei risultati migliori del mio SE Anche se non è semplice, perchè in questo periodo tante preoccupazioni famigliari mi distraggono e se un giorno, passa sereno e senza scontri io sono la persona più felice, ma a volte vedo le cose che non vanno e non riesco a essere passiva e allora ecco che la Rabbia il nervosismo hanno il soppravento. e ciò mi addolora perchè è come se avessi buttato alle ortiche tutto ciò che ero riuscita a fare con la meditazione il silenzio e la preghiera. Leggendo la tua recensione ,vedo(tra le righe i miei sbagli e difetti, cercherò di fare tesoro di ciò che ci insegni per migliorarmi Da un mese a questa parte faccio meditazione tutte le mattine dalle 6alle 8 e nel pomeriggio quando mi siedo a dipingere ascolto le vostre conferenze e le mi soffermo a fare delle piccole meditazioni e anche alla sera mi ritaglio un ora di lettura e approfondimento. prego il nostro caro Padre di darmi la pace il coraggio e l'energia per riuscire ad essere una persona migliore. Ti ringrazio di cuore, le tue letture e la tua voce mi sono di grande conforto, mi piacerebbe parlare con te direttamente Om-Shanti Wanda

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