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Conversazioni difficili

pubblicato il 15/12/19

 

Mike George

Relazioni difficili significano di solito conversazioni difficili. Talvolta analizzare le dinamiche della conversazione può essere utile per rendere un po’ meno difficili le relazioni.

“Come si sono permessi di parlarmi così!” è un pensiero che diventa ricordo di un brutto sentimento, che diventa paura che possa ripetersi ancora, che diventa un ostacolo mentale ed emotivo, che dà una quasi certezza che avremo una conversazione difficile in futuro!

Sembra che ci siano persone che attraversano la vita con leggerezza, senza alcun problema quando parlano a qualcuno e a tutti. Navigano in mezzo a tutti i generi di interazioni rimanendo aperti e attenti, ascoltano con empatia e parlano con calma, con una personalità affettuosa che accetta tutti –senza aver mai fatto parte di un Corpo Diplomatico!

Al contrario, dall’altra estremità dello spettro conversazionale vi sono quelli che ‘scoppiano’ come una scatola di petardi in quasi ogni incontro in cui ci sia la più piccola scintilla interpersonale!

Con ogni probabilità, la maggior parte di noi si colloca nel mezzo. Siamo “quelli del mezzo”, vuol dire che ci sono probabilmente almeno due o tre persone nella nostra vita con le quali non ci piace proprio parlare. Tuttavia, come nelle gare Olimpiche vi sono di solito ‘livelli di difficoltà’ che, nel contesto di una conversazione possono andare dal leggermente difficile all’estremamente difficile al quasi impossibile.

Contesto, storia e aspettative sono di solito i tre fattori principali che sottendono una conversazione difficile.

Contesto di solito significa una conversazione centrata sull’autorità tra manager e dipendenti, o tra genitore e figlio. Queste tendono ad essere due ‘posizioni’ che parlano l’una all’altra invece di due ‘persone’ che parlano l’una con l’altra. Non è un buon inizio. E a meno che una delle due parti non riesca a trascendere la sua ‘posizione’ e connettersi con l’altro in quanto essere umano, è molto probabile che andrà a finire male, come molti manager e genitori possono testimoniare!

Storia significa di solito che la conversazione difficile e zoppicante di oggi è riconducibile ad uno scambio precedente che non è stato molto piacevole ed è ancora fresco nella memoria da allora. Già non è facile incontrare l’altro in una condizione di chiarezza tutte le volte, figuriamoci in un momento qualsiasi! Alcune cose sono difficili da dimenticare, incluse alcune conversazioni. Particolarmente se si vede l’altro tutti i giorni. Ma lo‘stato di chiarezza’ è un ideale che vale la pena perseguire ed una pratica che vale la pena di…praticare! Diversamente trasferiamo il nostro fardello alle nostre relazioni. Appesantisce noi e asfissia la relazione mettendola sul piano della difensiva, rendendola chiusa e circospetta.

Aspettativa riguarda sia quello che vogliamo dall’altro sia come vorremmo che l’altro si comportasse. L’aspettativa è il peccato principale e l’errore più comune che commettiamo all’interno delle nostre conversazioni. L’aspettativa è ciò che tende ad essere quello che riduce rapidamente un dialogo in un battibecco, da uno scambio di punti di vista ad una disputa su chi ha più ragione dell’altro. L’aspettativa solitamente suona: “Mi aspetto di aver ragione su questo punto”! Qualsiasi conversazione che abbia origine da un’aspettativa qualsiasi è quasi destinata a un certo punto a scontrarsi con un muro. Ma non è semplice inserirsi in una conversazione senza alcuna aspettativa o, perlomeno, senza la ‘dipendenza’ da una aspettativa realizzata.

Propongo, quindi, otto punti per portare avanti una conversazione senza rischi e offuscamenti. L’utilità e l’applicazione, l’enfasi e l’efficacia, dipenderanno da chi esattamente si trova davanti a te, o dal contesto dello scambio, o dalla storia che si ha in comune e dalle reciproche aspettative. Sono questi i fattori principali che rendono la maggior parte delle relazioni ‘confusionarie’. Ed è in queste conversazioni difficili che combiniamo un sacco di guai!

1. Ricorda la tua responsabilità primaria!

Dopo una vita di condizionamenti grazie ai quali abbiamo imparato a credere che è l’altro che ci fa sentire come ci sentiamo, e perciò a pensare come pensiamo e a fare quello che facciamo, non è facile ricordare che…no, non sono loro, sono io! La maggior parte delle conversazioni arrivano a questa illusione e si bloccano entrando nell’abitudine a reagire emotivamente e a prendersela con l’altro. Oppure tutte e due le parti la smettono e se ne vanno per conto proprio fremendo di un reciproco risentimento. Una conversazione tra due che si sentomo vittime raramente va molto lontano. Non attendere le riflessioni post-conversazione per renderti conto che hai reagito perché hai dimenticato di assumerti la responsabilità del tuo stato emotivo. Diversamente finirà per essere una serie di conversazioni brevi!

2. Il Rispetto è il secondo ingrediente

Di solito le conversazioni difficili avvengono con a) qualcuno che temiamo, il che vuol dire che abbiamo paura di quello che potrebbe dire, oppure b) abbiamo semplicemente deciso che non ci piace. Qualsiasi esperienza negativa (ricordi o sofferenze che vengono attribuiti loro) o qualsiasi giudizio negativo precedente non ti permetterà di dare rispetto all’altro. Non sarai in grado di affermare il suo intrinseco valore e bontà in quanto essere umano. E qualsiasi conversazione che sia priva di rispetto reciproco ad un certo livello o ad un altro finirà in una disputa con l’aumentare dell’animosità. Trova una o due qualità positive dell’altro e vedilo così durante le tue interazioni. Ma è principalmente la tua considerazione degli altri che trasmette che stai dando valore a qualcosa dentro di loro, anche se piccola. Essi sentiranno che li valorizzi. A volte ciò è sufficiente per sbloccare la tua difficoltà a relazionarti e per comunicare con calma e chiarezza. Ti renderà più facile corrispondere in modo aperto e proattivo, ma non ti aspettare che accada istantaneamente!

3. La Resistenza porta solo alla Persistenza, perciò…smettila!

Una volta accettato che sei tu il responsabile di ciò che senti, sarà più facile dissolvere la resistenza nei confronti dell’altro anche se non sei d’accordo con la sua idea e/o la sua opinione. La resistenza uccide la nostra capacità di ascoltare l’altro con chiarezza e annulla la nostra abilità di comprenderlo. Fraintendimenti e incomprensioni sono ingredienti comunissimi in una conversazione difficile. Tutto a causa della resistenza reciproca. Accettazione non vuol dire che sei d’accordo, ma significa che il disaccordo smette di essere un ostacolo alla relazione e alla comunicazione. Chi è che la smette per primo? Quello che decide di essere un leader!

4. Ascolta il cuore oltre alla testa

Ascoltare il cuore riesce ad ammorbidire istantaneamente una conversazione difficile e a rimuovere la maggior parte delle difficoltà. Invece di interessarti solo dei fatti e dei tuoi sentimenti, diventi ugualmente interessato ai sentimenti dell’altro. Sei anche pronto e disposto a condividere i tuoi sentimenti al momento giusto. Ma in un modo che non è solamente uno scaricare sull’altro tutte le tue emozioni. Ascoltare con il cuore è un’abilità, un’arte che alcune persone sembrano possedere naturalmente mentre altre ci mettono una vita ad imparare.

Per molti è difficile esprimere ciò che provano invece di ciò che pensano, mentre altri il più delle volte non conoscono la differenza tra pensieri e sentimenti. Comincia ad esercitarti ad esprimere i tuoi sentimenti in maniera pacata e sommessa, per conto tuo, davanti ad uno specchio, o in auto, quando parli a te stesso (naturalmente quando sei da solo!). Quando inizi ad ascoltare e a parlare con il cuore, cominci a creare una connessione più profonda con l’altro. E’ allora che tutte le idee ed opinioni, ricordi e impressioni riguardo al passato, cominciano a perdere il potere di rendere la conversazione spiacevole.

5. Sii come un giocattolo flessibile

Quando si affronta una conversazione difficile di solito c’è qualcosa che vogliamo o qualcosa che non vogliamo, il che è ugualmente un volere! Tutto questo minaccia la capacità di stare calmi, di essere flessibili, di trovare un compromesso, di interagire con l’energia dell’altro. Questo ‘volere’ riduce anche la capacità di capire l’altro e se c’è una cosa che rende difficile una conversazione è il rigido e reciproco fraintendimento. Ma chi è comincerà ad essere flessibile…per primo? Chi prenderà atto e riconoscerà come ‘si sente’ l’altro…per primo? Chi lascerà andare la propria ‘posizione’…per primo? Chi si piegherà alla brezza, un poco…per primo?

6. Evita preconcetti, supposizioni e distruzioni

Non c’è bisogno di dire che le conversazioni funzionano meglio quando non ci sono preconcetti o supposizioni. Conosciamo tutti le conseguenze di supposizioni e preconcetti e il tempo e l’energia che ci vogliono per recuperare una relazione andata storta a causa di questi. Quando si fa una congettura o una supposizione, ci si chiude dentro le nostre stesse conclusioni riguardo alle motivazioni, intenzioni e comportamento dell’altro. Rimanendo aperti, anche quando si vorrebbe chiudersi sulle nostre congetture, è un’ovvia necessità per uno scambio senza stress. Diversamente si crea molta tensione per entrambe le parti. Ancor meglio sarebbe interessarsi in maniera autentica all’altro. Quando si riesce ad essere interessati all’altro, si faranno un sacco di ‘domande’, che lo metteranno in evidenza e dissolveranno tutti i preconcetti. Ma un interessamento eccessivo distrugge la storia dell’altro e tu finirai per vivere la sua storia come se fosse la tua, ricreando le sue emozioni come se fossero le tue.

7. Lascia andare il passato e scegli il futuro

Questo è un principio ovvio e molto noto nelle strategie per la risoluzione dei conflitti e per una comunicazione efficace: non rimanere nel passato ma andare continuamente oltre. Chiedere solo una volta che cosa è successo e che cosa possiamo imparare, se c’è. Poi, si domanda come andare avanti, come affrontare la stessa situazione/questione la prossima volta. Rivisitare il passato tende a produrre calore emotivo e l’impulso a cercare qualcuno sul quale proiettare quel calore. Spesso è questa la ragione per la quale alcune conversazioni sfociano in uno scontro emotivamente infiammato.

8. Mai difendere, spiegare, giustificare

Guardati da questi sintomi che provengono dal nostro vecchio amico ego: difendere, spiegare, giustificare. Non farlo mai e non lasciare che gli altri ti inducano a farlo. Non appena lo fai stai dicendo: “Mi sto difendendo” e l’altro avrà potere su di te. E, a meno che e fino a quando non si renderà conto che si tratta di un potere illusorio, continuerà a fare proprio così.

Non è facile NON cadere nella modalità della difesa, della giustificazione o della spiegazione quando veniamo sfidati in qualche modo. Una cosa utile è creare l’abitudine di fare domande prima di parlare. Chiedendo all’altro come percepisce o interpreta la questione/situazione/argomento ti prendi l’opportunità e lo spazio per tornare ad uno stato di calma e disponibilità. E’ più probabile che ci sia una reciproca convergenza su: “Cosa pensi, come la vedi tu?” In quel momento tutte le difficoltà nella conversazione tendono a sparire. Tu ti calmi perché non stai più reagendo e l’altro è più aperto.

Le conversazioni diventano difficili per varie ragioni. Ma la causa principale sta dentro di noi, non nell’altro! Ma non è facile vedere che l’altra persona non è mai il problema, indipendentemente da ciò che dice o fa. Se riusciamo a dire a noi stessi: “Che cosa sta cercando di insegnarmi, adesso, questa persona, questa conversazione, questa scena nella quale siamo coinvolti entrambi?” Scopriremo di poterci allontanare dall’interazione con qualche momento di illuminazione personale ed accedere ad una forza più profonda dentro noi stessi. E’ solo che all’inizio dobbiamo farlo in retrospettiva!

Domanda: Identifica due persone nella tua vita con le quali attualmente hai difficoltà di relazione.

Riflessione: Quali strategie tra quelle elencate potrebbero aiutarti in ciascuna di queste relazioni?

Azione: Immagina di usare ciascuna strategia e poi mettila in pratica per tutto il mese prossimo.

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