Recensione Articoli

E allora?

pubblicato il 10/01/21


Mike George

Come non arrabbiarsi di fronte agli irritanti preferiti! 
È una delle emozioni più diffuse nel mondo d’oggi. Quasi ogni notizia ha un componente irritante. I media sembrano prosperare sulle frustrazioni, le irritazioni, i risentimenti e gli odi degli altri.

Sembra che, in alcune culture, se non ci si arrabbi per qualcosa o qualcuno, si venga bollati come… rammolliti.

Ma la rabbia è un’emozione incendiaria. Ovviamente è dannosissima per la salute e, quando siamo arrabbiati, ‘non stiamo bene con noi stessi’. I pensieri vanno di qua e di là, è quasi impossibile prendere decisioni chiare e siamo sofferenti. L’energia che elargiamo agli altri in forma di attitudini e parole non va esattamente nella direzione di costruire relazioni sane. La scienza ha inoltre raccolto un buon numero di prove riguardo alla relazione tra rabbia e malattie fisiche. Sembra che se smettiamo di arrabbiarci, il nostro corpo possa guarire meglio e più rapidamente. Si dice inoltre che la rabbia sia la causa radicale di molte malattie fisiche, ma questa è un’altra storia!

Benché soffriamo quando veniamo presi dalla rabbia, è molto difficile vedere che essa è completamente auto-creata. Abbiamo un’abitudine così radicata nel proiettare responsabilità sugli altri nel gioco più famoso al mondo, noto come ‘dare la colpa’, che sembra che moti di noi siano stati e ancora siano molto felici di esserne gli infelici giocatori!

Come possiamo liberarci dall’abitudine di mettere a fuoco la nostra coscienza?
Un modo è quello di portarsi interiormente due parole adatte ad ogni circostanza, di modo che, non appena ci si accorge che la nebbia rossa sta facendosi strada, queste due parole siano le prime ad emergere alla tua coscienza. Tutti abbiamo  situazioni che favoriscono il sorgere della rabbia nelle quali troviamo una ragione per sentirci offesi e un po' irritati o solo un po' arrabbiati. Forse una delle seguenti situazioni/relazioni può avvicinarsi alle tue preferite.

Ma ricorda l’espressione: ‘e allora?’
Non vuol dire che non te ne importa. È solo un modo per interrompere un’eruzione emotiva. È il treno di pensieri che viene dietro a ‘e allora?’ che fa la differenza. Ecco qualche esempio.

1. Il Capo dà la promozione a qualcun altro…
E allora? Tanto per cominciare, non spettava a te. Renditi conto che la promozione te l’eri presa nella tua testa… prima di riceverla. Errore fatale. E’ per questo che ti sembra di averla persa, mentre in realtà non ce l’avevi nemmeno. A questo punto la tristezza si trasforma facilmente in rabbia. Non dare per scontato niente. Non dare per certo quello che ancora non possiedi. E anche quando ce l’hai, non attaccartici. Non è tuo. Niente è tuo
2. Il tuo ragazzo/ragazza, moglie/marito ti ha appena lasciato…
E allora? È la loro vita, il loro percorso, la loro scelta. Improvvisamente hai reso la tua vita, la tua felicità dipendente da un altro. E poi l’hai chiamato amore. Ma non è amore. È dipendenza. E l’amore non è dipendenza. L’amore celebra e sostiene le scelte della vita di un altro (a patto che non si tratti di suicidio o di uso di droghe). Quando qualcuno ci lascia, non ci lascia veramente. Si può continuare ad inviare loro i nostri migliori auguri ogni giorno. Questo è amore. In tal caso essi sono ancora qui. Non intristirti, arrabbiarti o irritarti se qualcuno esce dalla sua confort zone (zona di comodità). Sii contento e fa anche tu lo stesso. Usa la situazione come un’opportunità per uscire dalla tua confort zone.
3. Tuo figlio/figlia adolescente fa sempre quello che tu non vuoi…
E allora? Forse tornano a casa tardi, portano un po' di roba metallica in varie parti del corpo, portano a casa amici interessanti. Li vuoi biasimare? Che cosa faresti se ti rendessi conto di non essere obbligato a seguire i dettami imposti dal controllo dei vicini e quello dei familiari con i quali hai vissuto per tutta la vita? Se non vuoi che i tuoi figli diventino dittatori…non esserlo tu. Guida, consiglia, proponi, sii amichevole, conforta, sii empatico…ma smetti una volta per tutte di illuderti di poter controllare i tuoi figli. Non lo hai mai fatto e mai lo farai. E se vuoi aiutarli a imparare a fare una cosa, o a comportarsi in una certa maniera, allora falla tu per primo… con amore. E sta a vedere che succede.
4. La tua squadra del cuore è stata sconfitta dopo una miserevole performance
E allora? Quanto limitata è la tua vita quando la tua felicità dipende dal risultato di una partita giocata da perfetti estranei a centinaia di Km di distanza? La tua vita è molto più vasta di un risultato settimanale e di una classifica. Tu sei qui per creare la tua vita e non per fartela creare dai giochi di altre persone. Svegliati! Vedi le opportunità, il potenziale, l’illimitato, infinito potenziale della tua vita. Perché sei emotivamente succube di uno sport e di un risultato settimanale? I giochi vanno bene, ma non quando usi la performance di altri come stampella emotiva. C’è una sola vera partita in città, e tu vi fai parte. Sei tu. La vita.
5. Camminavi tranquillamente per strada quando ti hanno assalito e derubato…
E allora? Possono averti portato via il portafogli e altre pertinenze, ma non ti hanno portato via la dignità. Se pensi così, ti sbagli. Sei stato tu a dargliela. I possessi non hanno valore rispetto alla dignità e all’auto rispetto. Quando si trova davanti un ladro, chi ha una vera dignità, vero auto rispetto, dà di propria volontà quello che possiede al primo invito. Tutte le proprietà vanno e vengono e possono essere sostituite. Una volta perduta, la dignità, non si è più gli stessi, almeno per un certo periodo. E se ti angusti alla notizia di qualcuno che è stato assalito e ucciso, poi trascorrerai la tua vita tormentandoti per la rabbia e quelli che ti circondano devono sopportare la tua negatività. Non resteranno a lungo accanto a te. Non è bello? E allora? Ricorda che tutto ritorna ad uno stato di equilibrio ed armonia. È la legge naturale del nostro mondo. Sii saggio. Osserva come la legge funziona a dovere. Anche quando vieni assalito!
6. Un collega lavora male o crea ostacoli deliberatamente…
E allora? Lascia andare l’aspettativa che tutti dovrebbero comportarsi esattamente secondo certe regole…le tue. Se il comportamento o il non comportamento degli altri ti dà fastidio e loro lo sanno, indovina che succede? E’ quasi sicuro che continueranno a comportarsi in quel modo, poiché anch’essi vivono nell’illusione di averti sotto controllo emotivamente. Ciò vuol dire che non hai ancora ben appreso i principi fondamentali delle relazioni. Rispetto e apprezzamento sono le vere basi delle relazioni al lavoro, e se sei arrabbiato con qualcuno, significa che gli stai mancando di rispetto ed hai del risentimento nei suoi confronti. Quindi, che cosa ti puoi aspettare come risposta se non la continuazione di ciò che non vuoi?
7. I politici mentono…
E allora? Forse si, forse no. Se si, hanno paura perché stanno nascondendo qualcosa. Temono di perdere qualcosa, normalmente il potere. Non si sono ancora resi conto che non possono aggrapparsi a niente. Non hanno ancora realizzato che l’onestà genera fiducia. E se ne rendono conto, non hanno ancora scoperto il potere interiore di ‘produrre onestà?. Ma ora capisci che sono un po' ignoranti. E perciò ne hai compassione. Riesci a vedere che se giudichi e li condanni stai proiettando su di loro la tua sofferenza? È un segno evidente che stai camuffando il tuo senso di colpa perché sei anche tu un bugiardo. Stai mentendo a te stesso, ma probabilmente non te ne accorgi ancora. In definitiva sei tu che stai nascondendo qualcosa. Lo capisci? Rilassati. Diventa saggio.

È l'errore più comune al mondo, ma è solo un errore.

Autoconsapevolezza

Fermati un momento e nota come ti stai sentendo in questo momento. Alcuni stanno bene. Hanno ‘capito’ le idee e apprezzano veramente il linguaggio diretto delle sette affermazioni precedenti. Alcuni scoppiano a ridere perché usano gli spunti e le idee per far luce in se stessi e si rendono conto che si sono arrabbiati inutilmente per anni.

Altri hanno una mentalità che dice: “Come osi parlarmi in questo modo. Oltretutto non è neanche corretto!” Sono offesi e cominciano a reagire rabbiosamente alle parole sulla pagina. Ripetiamo. Cominciano a reagire rabbiosamente alle PAROLE SULLA PAGINA. Stanno quasi per cancellarsi dalla mailing list.
Perché?
Non sono le parole che ti fanno pensare e ti fanno sentire indignato, rancoroso e giudicante (cioè: arrabbiato) . E’ quello che fai con le parole nella tua coscienza che genera questi sentimenti. Riesci a capirlo?
Capire ciò è l’inizio della libertà emotiva. Diversamente trascorriamo la nostra vita intrappolati nella credenza che gli altri e le ‘parole’ su una pagina’ sono responsabili di ciò che sentiamo, pensiamo e facciamo.
Quest’unica ‘credenza’ garantirà gran parte dell’infelicità auto-creata.

Ma se riuscirai a dire:” Che sciocco! E’ vero che sono stato io a causare la mia rabbia e irritazione, ma adesso basta. Sono libero”, non ti renderai mai più infelice.

Prova la strategia: ‘e allora?’ per uscire fuori dalle fiamme e metterti al fresco…si fa per dire.. Poi, una volta lì, sii creativo e genera un modo più saggio di percepire e interpretare la situazione o l’altra persona in modo da non andare in fiamme la prossima volta!
Domanda: Identifica due situazioni/relazioni che ti fanno scattare la rabbia. Non ci sono situazioni che ti ‘causano’ rabbia!
Riflessione: Applica la strategia ‘e allora?’. In altri termini immagina di dare un consiglio a qualcuno e comincia dicendo: ’e allora?’…  Che cosa diresti dopo che potrebbe aiutare la persona a percepire la situazione in modo da non sostenere l’ira?
Azione: Ora ritorna alla situazione/relazione con una nuova prospettiva e nota la differenza. Può essere piccola all’inizio. Forse sarebbe bene rifletterci ancora un po' per ‘fissare’ la nuova percezione/prospettiva.




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