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Forza o Potere?

pubblicato il 13/07/14

Mike George

“Devi far accadere le cose se vuoi vederne i risultati… Devi arrivare alle stelle… Non hai che da uscire e prendere finché puoi… Chiedi a te stesso quanto lo vuoi realmente… Non permettere a nulla e a nessuno di intralciarti!”
Ecco alcuni clichés motivazionali ai quali  molti ricorrono nel  corso della vita. E in effetti  a qualcuno servono per sentirsi motivato. L’impiegato molto ambizioso può fare la sua scalata alla poltrona di direttore generale. Il talentuoso aspirante campione può vincere il campionato mondiale. L’uomo di affari può costruire un impero. L’ingenuo e giovane attivista politico può arrivare ad essere Primo Ministro.

Ma a quale costo? Qualcuno direbbe a costo zero se è quello che si vuole veramente.

Vivi i tuoi sogni! Tutti gli sforzi vengono visti come un investimento. Per altri, invece il costo è molto alto poiché richiede sacrificare una relazione o forse fare ciò che in profondità non vogliono fare veramente, oppure richiedono comportamenti che contraddicono i propri valori; tutto per arrivare dove essi ‘credono’ che dovrebbero arrivare. Si tratta di credenze spesso assimilate ciecamente dalla cultura prevalente in cui ci si trova collocati.

Tutto dipende dalla nostra definizione di successo. Alcune definizioni contengono in sé la garanzia di un percorso molto stressante. Si sostiene che se si aspira veramente ad essere non solo bravi in qualcosa, ma eccellenti bisognerà spendere 10.000 ore in esercizi mirati, o giù di lì. Ma che cosa c’è dietro la pratica? Alcuni si danno da fare per dimostrare a se stessi di potercela fare. Altri sono motivati dal bisogno di riconoscimento.
Questo è l’aspetto di forza. Altri si impegnano per la gioia pura e semplice di mettersi in gioco. Questo è potere. Una forma prosciuga, l’altra energizza. Entrambe possono condurre all’eccellenza. Ma con una ci si arriva logori ed esausti, mentre con l’altra ci si arriva saltellando e con gli occhi brillanti!

Sei un umano che fa?

Quella della forza è generalmente la via che veniamo incitati a prendere per aver successo nella vita. Che si tratti dell’etica del lavoro dei protestanti scozzesi o solo di un genitore super ambizioso, è la via più raccomandata per realizzare le proprie ambizioni e il proprio destino.
Purtroppo, come modo di vivere finisce di solito per rivelarsi la meno saggia e  la meno felice. Come modo per relazionarsi non è la più efficace perché molto spesso implica un certo grado di manipolazione. Come modalità di azione non è la più energizzante. Come modo di ottenere è più un modo da umano che fa conseguente alla dimenticanza che siamo prima di tutto e principalmente degli esseri umani. L’azione genera dipendenza e i frenetici sono i portabandiera di un modo forsennato di vivere la propria vita.

Sappiamo che stiamo forzando le cose quando notiamo e percepiamo che gli eventi e le relazioni non fluiscono liberamente. Ecco perché la forza è raramente segno di individui felici e soddisfatti. La loro vita di solito è una testimonianza di una lotta continua, di costante affannarsi e mettere gli altri da parte!  Non è un segnale di persone che vivono in maniera rilassata e naturale.

Di solito la forza si accompagna allo stress
. La forza non è tipica di un amante o una sposa affettuosi, di un manager intelligente o un genitore attento. Quando agiscono con forza, costoro diventano scontrosi se non raggiungono subito un obbiettivo. La scontrosità è il sintomo principale di una strategia di forza!

Qual è dunque l’alternativa ad un modo di vivere con la forza? Quali altri modi di vivere vi sono senza che vi sia bisogno di stare sempre a spingere, a insistere, a manipolare, affannarsi, lottare, ingannare e persino ricattare emotivamente?
Vi sono dei cambiamenti che possiamo fare verso la gentilezza e la scorrevolezza, verso un modo più soft ed efficace di usare la nostra energia e attraversare la vita. Si tratta di cambiamenti dalla ‘forza alla potenza’. Sono cambiamenti che riguardano il nostro modo di percepire ed agire e ci garantiscono che vivremo in modo più rilassato e amorevole, e contemporaneamente saremo più ‘efficaci’ in tutto ciò che faremo.

Ecco alcuni cambiamenti, che ti offrono anche l’opportunità di scoprire se attualmente stai vivendo con forza o con potenza.

1- PASSARE DAGLI OGGETTI ALLE PERSONE
Forza significa vedere e trattare le persone come se fossero oggetti, una specie di risorsa, giusto per sbrigare una mansione. Invece potenza vuol dire vedere e rispondere alle persone come esseri umani! Tutto dipende da come consideri gli altri! Come consideri l’altro, percepisci l’altro, lo crei nella tua coscienza. Se pensi che l’altro sia qualcuno che debba fare qualcosa per te,  farti ottenere qualcosa, allora è probabile che lo considererai come un oggetto, anche se ‘sembra’ che lo apprezzi per quello che è.
E’ da questa visione che nascono le aspettative e i desideri. E’ da qui che cominciamo a spingere e a manipolare qualcuno per fargli fare ciò che vogliamo o crediamo debba essere fatto.
Sia il nostro atteggiamento che il nostro comportamento cominceranno a diventare istiganti. Gli altri percepiranno di non essere trattati come persone ma come risorse in funzione dei nostri bisogni. E’ quello che si ritrova al centro di molte culture lavorative.
E’ da qui che ha origine il termine Risorse Umane! Ed è anche per questo che molti luoghi di lavoro non sono luoghi felici, ma spazi di relazioni frantumate e conflittuali.
Invece potere significa avere la visione dell’altro in quanto persona, in quanto essere umano, con le sue aspirazioni e sentimenti, con i suoi bisogni e desideri. Da qui nasce l’ interesse verso l’altro,  l’apprezzamento autentico dell’altro, l’empatia verso l’altro, il rispetto dell’altro, che si traduce in dono di attenzione e di tempo nei suoi confronti. E’ il potere di questi atteggiamenti che è utile agli altri, lo potenziano e costruiscono una solida relazione.

2 - PASSARE DAL CONTROLLO ALL'INFLUENZA
Forza è tentare di controllare ciò che non si può controllare (di solito le altre persone), mentre potere è imparare e applicare le abilità di influenzare.
Siamo in tanti a crescere imparando una sola lezione fatale, che gli altri sono responsabili della nostra felicità.  Questa falsa credenza dà forma alla nostra intenzione principale in molte delle nostre relazioni, che è quella di assicurarsi che gli altri dicano e facciano o ci diano ciò che vogliamo per essere felici. Il che vuol dire in realtà liberarci dalla infelicità!
E così cominciamo a cercare di controllare gli altri, che vuol dire costringerli. Comincia nella nostra mente con il nostro vocabolario mentale, che suona…”dovrebbero, oppure devono, oppure è necessario che…”” Ma talvolta ‘sembra’ che facciano, siano o ci diano ciò che vogliamo. Ed è così che crediamo erroneamente di essere stati noi ad ottenerlo. E’ l’illusione del controllo che ci rende pigri e alla fine, delusi.

Diventiamo pigri nell’imparare come connetterci autenticamente e influenzare gli altri. Molti genitori e manager, il cui compito è quello di influenzare, cadono nella ‘trappola della pigrizia’. Essi ‘credono’ di controllare’, ma non è così! Sembra che tutti abbiamo la tendenza a un certo punto della vita a forzare gli altri. Non coltiviamo le attitudini e le abilità che ci fanno essere più influenti. Come bisogna fare? Il primo passo è quello di smettere di cercare di controllare gli altri e il mondo. Per molti è un passo non da poco. A questo punto si nota che  gran parte del nostro stress scompare. Il secondo passo è imparare e praticare le vere abilità di influenza. Ma è un altro discorso! Si chiama vita!

3 - PASSARE DALLA RESISTENZA ALL'ACCETTAZIONE
Questa è l’abilità principale e necessaria per riparare certe relazioni. Forzare è credere che il modo di cambiare ciò che non sembra giusto sia insistere.  Al contrario è l’accettazione il passo più efficace per influenzare la direzione accettando ciò che è! Mentre la resistenza tende a focalizzarsi sul passato, l’accettazione si concentra sul presente e sul futuro.
La premessa di ogni resistenza è la paura e tutte le paure provengono dall’ego. Quindi tutte le resistenze sono figlie dell’ego.

Sembra che molti vivano tutta la vita in uno stato di resistenza semplicemente perché tutti impariamo a crearci un ego. L’ego è solo un falso senso di sé. E’ un errore di identificazione. Viene creato nel momento in cui perdiamo il senso di noi stessi in un’idea o un’immagine  nella nostra mente.
Cerchiamo di crearci un’identità con quello che non siamo! Non ci rendiamo conto che tutto ciò che non è noi, muta! Tutto ciò che non è noi si può perdere o può venir danneggiato, minacciato o portato via. Quindi quando ci identifichiamo con ciò che non siamo impariamo a credere che noi, ad esempio, noi stessi possiamo o potremo essere danneggiati, minacciati, portati via o perduti! Di conseguenza, distorciamo l’energia della nostra coscienza in paura. Sentiamo l’emozione della paura. Ed è sempre la paura che genera la resistenza nelle nostre relazioni con quasi  tutto e tutti.

In alcuni la paura è così profonda da farli sprofondare in se stessi e chiudersi completamente. Resistono a qualsiasi tentativo di apertura. Molti se la cavano sopportando le ansie senza saperlo! Troviamo sollievo dalla infelicità che deriva dalle nostre resistenze provocate dalla paura, usando varie droghe come gli intrattenimenti, il cibo, gli acquisti e forse anche le altre persone! Tutti abbiamo le nostre scappatoie!

Tutti i conflitti sono solo resistenze reciproche tra due persone, che vanno poi aumentando sempre di più. La vita comincia veramente quando ci rendiamo conto che l’accettazione è l’unico modo per relazionarci con tutto e con tutti. Accettare ‘tutto’ come è e ‘gli altri’ come sono, significa permettere a noi stessi di creare la felicità più profonda a partire da dentro. Si chiama appagamento. T
utto ciò che dobbiamo fare è  smettere di attaccarci e di identificarci con ciò che non siamo. Il potere dell’accettazione è la via verso l’appagamento. La paura sparisce gradualmente lungo il cammino. Davvero facile!

4 - DAL DIRE A FAR DOMANDE
Succede quando ti rendi conto che ti ‘sembra’ di ‘aver potere su’ gli altri, ma in realtà non ne hai e non puoi  averne. Ma puoi aver ‘potere con’ gli altri !

Forza è dire, dire, dire e nessuno ama i dittatori,
invece potere è l’arte del ‘far domande con intelligenza’  affinché gli altri scoprano il proprio potenziale e trovino la propria via. Questo è il segreto dell’arte del coaching e delle relazioni costruite sulla fiducia, il rispetto e la comprensione.

E’ abbastanza ovvio che quando ci spostiamo nella modalità del dire, stiamo cercando di imporre all’altro e dentro l’altro ciò che crediamo e pensiamo. Certamente questo non vale quando ci viene chiesta una informazione, o quando riferiamo una notizia recente o qualcosa sul tuo sentire. Dire significa forzare quando c’è una imposizione o un ordine o una pretesa o una aspettativa. Ma queste possono passare come forme di comunicazione camuffate dall’intenzione di manipolare gli altri. Ciò significa che stiamo tornando alla modalità del controllo.
Anche se l’altro, l’ascoltatore, può inizialmente essere aperto e ricettivo, se il tuo parlare non si ammorbidisce, dopo poco le orecchie si chiudono e le menti si spengono. Chiedilo ai genitori di adolescenti! Uno dei segreti più importanti ai fini della crescita di una relazione è domandare, domandare, domandare.

E’ un invito ad aprirsi; è come dire: apprezzo i tuoi pensieri, ti ascolto; significa dare rispetto all’altro. Significa dargli potere nel momento in cui ti parla di sé. Sappiamo tutti che è questo il modo più potente di connettersi e coltivare qualsiasi relazione. Ma ce ne dimentichiamo!    

Passare dalla forza al potere richiede una continua presenza a se stessi. Solo allora possiamo cominciare a riconoscere i momenti e i comportamenti che stiamo creando e che rappresentano un approccio di forza.

Il sintomo principale è un senso di infelicità e qualsiasi pensiero che suoni: “Non sto ottenendo ciò che voglio”.
Passare dalla forza al potere non è una tecnica, è una emergente consapevolezza che è conduce  nuovi comportamenti e a un modo di relazionarsi più profondo e più saggio.

Domanda: Supponendo che tutti possiamo fare questi quattro cambiamenti, quale di essi pensi possa esserti più utile?
Riflessione: Quali sono i due comportamenti più abituali che ti dicono che stai cercndo di forzare?
Azione: Scegli tre persone che frequenti di solito, rivedi i modi con cui ti relazioni con loro e che ti sembrano impositivi, visualizza in che modo potresti essere non–impositivo ed esercitati con loro praticamente.
N.B. Gli altri quattro cambiamenti nella seconda parte!

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