Recensione Eventi

Gestire i sensi di colpa

pubblicato il 07/11/11
L'argomento di stasera è molto stimolante: i sensi di colpa. Avete esperienza dei sensi di colpa? O forse dovevo chiedere...chi non lo conosce?
Ci sono tre parole che vorrei elaborare e non vorrei passare molto tempo a parlare di come si fa a non vivere con i sensi di colpa. Piuttosto ci possiamo focalizzare su quella che è l'energia che posso creare e che andrà a rimpiazzare quell'altra. Per iniziare ad eliminare i sensi di colpa ho bisogno di realizzare che quell’energia non è realmente importante per me. Quando scopro che una cosa non ha rilevanza, automaticamente perde potere.
Ci sono tre energie che sono molto interconnesse tra di loro: Vergogna, Senso di colpa e Pentimento
La VERGOGNA è il prodotto di chi deve tenere alta un’apparenza. In culture di paesi come la Corea e il Giappone, perdere la faccia è motivo di molta vergogna, è molto forte il dover mantenere una “faccia”, un’apparenza, anche se non sono io. In India non possiamo parlare fuori dal contesto familiare dei cosiddetti “panni sporchi” perché questo andrebbe a pregiudicare l'integrità della famiglia. Quando le persone provano vergogna quell’emozione viene repressa dentro.
Il seme del PENTIMENTO è qualcosa di diverso. Il pentimento è quando realizzo che ho fatto qualcosa di sbagliato che è andato contro una mia stessa verità. Quello che accade con il senso di colpa è che questo continua a coltivare il pentimento. Non mi porta ad un punto di realizzazione affinché io possa imparare e crescere, piuttosto mi mantiene nell'errore e continua ad infliggere la stessa punizione. C'è una convinzione nel retroscena della propria mente: il credere che se continuo a pentirmi sto facendo qualcosa in merito all’errore compiuto, quindi, in un certo senso, lo sto gestendo.
Il pentimento e una cosa sana, ma se dura oltre il tempo necessario a trasformare il pentimento in una realizzazione, non riesco più a liberarmi dall'errore, dal passato e procedere. Diventa un limite.
Mi ricordo il periodo in cui sono stata vicino a mio nonno che poi è morto di cancro. Quando vidi il cadavere ebbi l'impressione di vedere il mio momento finale; il pensiero molto preciso e molto forte fu di chiedermi se c’era qualcosa di cui mi sarei pentita al momento della morte. Proverò pentimento per non aver realizzato prima e quindi una sorta di “RISENTIMENTO”? Questa è la quarta emozione.
Il pentimento è connesso con lo spreco, con la confusione, con l’essere dispersa in tante direzioni senza una meta precisa. Molti si occupano di cose inutili ed un bel giorno si chiedono: “che cosa ho concluso...non molto!” C'è molta differenza tra essere “occupati” ed essere “attivi”.  Chi è attivo vive con uno scopo e tutto quello che fa ha un impatto. Il senso di colpa è anche molto connesso con lo spreco di tempo e il procrastinare.
La radice del senso di colpa è nell'EGO. La nostra natura originale è di essere veri, puri, pertanto i bambini danno un senso di purezza. Man mano che cresciamo sviluppiamo un’identità che chiamiamo alter-ego che viene modellata dalla cultura, dall'educazione e dalle conseguenti percezioni rispetto a ciò che uno ritiene sia la realtà. Non è detto che ciò che consideriamo reale, lo sia!
Quando cerchiamo di essere ciò che l'alter-ego ci propone, si attivano dei meccanismi di difesa perché devo proteggere chi sono, devo provare chi sono e devo mantenere alta un’apparenza. Così diviene importante quello che gli altri vedono o pensano di me.
 
Per l'ego ci sono due facce, come due piatti della bilancia:
- una parte è il costante bisogno di provare se stessi,
- sull'altro piatto della bilancia c'è il pensare non sono valido abbastanza.
Pensare di essere limitati è spesso confuso con l’umiltà, ma è una falsa umiltà.
Il lavoro dell’ego è di identificarsi troppo con le proprie forze e questo ci rende arroganti, oppure di identificarsi troppo con le proprie debolezze e questo mi riduce l’autostima. E come pensa l’ego quando fronteggia una situazione, una difficoltà ? ”Io ho ragione, tu hai torto”. Per disattivare l’ego abbiamo bisogno di spazio e distacco e molta forza interiore.
Quando usiamo l’energia del senso di colpa usiamo qualcosa di non utile e ci rende disonesti, cercheremo di manipolare le situazioni, di manipolare o di gestire le nostre risposte piuttosto che essere naturali e rispondere con dignità.
Mettiamo che io entri in questa stanza, mi posiziono qua davanti a voi, vi sorrido e voi mi sorridete. Forse penserete: questa persona è carina, sorride! Ma se io venissi qua dentro con il grugno, magari ho soltanto una faccia deformata e quindi sembro molto seria, molto accigliata, scommetto mi guardereste pensando: “Oh come è seria! Ha dei problemi! Perché mi guarda male? Ho fatto qualche errore?
Ma mentre accade il vostro volto cambierà e comincerà ad assomigliare al mio. E io guardo voi che cambiate faccia e penserò: “Cosa hanno questi!? Io non ho fatto nulla! Perché mi guardano così?.. Così reagirò e voi cosa direte? “Questa è nervosa”
Questo è il gioco, però da dove inizia? Da una percezione fisica! Il nostro senso di identità è così radicato nella percezione, tanto che possiamo completamente destabilizzarci guardando la faccia di qualcuno. Per questo nella meditazione impariamo a posizionarci più in profondità rispetto a questa dimensione fisica. Comincio a creare una relazione indipendente con me stessa e pensare quali sono i principi grazie ai quali voglio gestire la mia vita.
Si parla di CARATTERE e STRATEGIA, ma se devi essere senza uno dei due meglio essere senza strategia perché, di fatto, la gente seguirà qualcuno che ama, che è affidabile e che rispetta.
La meditazione ci dà il potere di rinegoziare questa nostra identità.
 
DOMANDA
Quando abbiamo vissuto il 99% della nostra vita con ego e aspettative, come facciamo a capire se siamo realmente così?
Il motivo per cui l'ego è così potente è perché abbiamo speso molto tempo con esso. Perciò abbiamo bisogno di passare molto tempo con noi stessi. Se vuoi perdere peso vai in palestra tre volte alla settimana, ugualmente se vuoi veramente coltivare il tuo vero essere devi dargli del tempo.
Il più scarno di tutti i programmi è di iniziare  con 15 min. di meditazione la mattina e 15 min. la sera.  Quello che accadrà durante la giornata avrà sicuramente meno impatto grazie a tutto ciò.
La fine del giorno è altrettanto importante, perché la mia mente avrà collezionato tanti fotogrammi e questo avrà attivato l'ego. Il ruolo dell'ego è quello di renderci molto attivi e preoccupati per le cose che non ci riguardano. Pulire queste immagini dalla mente e riposizionarci in uno spazio di pace interiore, rende anche il sonno più qualitativo.
 
DOMANDA
La nostra religione è basata sui sensi di colpa, come si fa a cambiare queste forme di pensiero?
Tutta la pratica della meditazione, ed ovviamente intendo il “Raja Yoga”, ruota intorno alla pratica di cambiare la qualità del mio pensiero per dirigerlo nel modo giusto. Delle volte nella meditazione c'è bisogno di mettere un punto finale, come premere il pulsante pausa o spingere il freno. Se c'è un ostacolo per strada e sto guidando userò il freno, quindi quando inizio a vedere un pensiero distruttivo è utile saperlo fermare. Il percorso di cambiamento è molto affascinante ed efficace nel cambiare vecchi parametri con ciò che mi offre una modalità migliore.

 

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