Recensione Articoli

Hai provato la terza via?

pubblicato il 11/04/11


Una delle idee centrali di molte fedi è che non solo non è utile, ma controproducente, resistere ad una minaccia. La resistenza la renderà solamente più forte. Arrendersi ad una situazione è spesso il modo migliore per superarla, un aspetto spesso evidenziato con l’esempio della canna che si piega al vento, mentre la quercia ne viene squassata. Non esistono oggetti inamovibili. Messi di fronte alla straordinaria forza della natura, grazie agli ostacoli che possiamo trovare sul sentiero delle nostre speranze e dei nostri sogni, l’inflessibilità può essere il catalizzatore del nostro auto-sabotaggio.
 
Questo approccio alla vita si trova ampiamente espresso nel Taoismo, una filosofia sorta in Cina oltre 2000 anni fa. Benché l’espressione centrale del pensiero taoista si trovi nel Tao Te Ching, che si dice sia stato scritto dal saggio Lao Tzu, è probabile che i primi taoisti fossero degli eremiti, definiti nelle prime cronache cinesi come ‘quelli che oscurano se stessi’. Le loro idee mettono in evidenza la difficoltà di vivere in una società dominata dalle lotte per il potere e per ambizione personale. Secondo il Tao Te Ching, persino un re dovrebbe tenersi lontano da tali tentazioni, e dovrebbe agire solamente attraverso l’inattività’, credendo che lo stato seguirà il suo corso, secondo l’ordine naturale delle cose e in accordo con quanto dovrebbe essere.
 
La non-azione (wu-wei) dei taoisti non è debolezza né pigrizia, ma implica il fare solamente ciò che è perfettamente naturale e spontaneo, cosicché ciò che accade sembra accadere per conto proprio. Il saggio vi arriva immedesimandosi perfettamente con il Tao (la Via), la forza eterna e attiva che è l’origine e la fine di tutte le cose, in modo da fluire attraverso di esso senza trovare ostacoli. In questo modo anch’egli diventa infinito ed immortale. Inoltre egli agisce, come il Tao, senza assertività né parzialità.
 
Al pari di molte tradizioni mistiche, il Taoismo raccomanda la meditazione per svuotare la mente e consentire l’unione con il Tao, che va oltre il pensiero cosciente, e con il controllo del respiro per facilitare il flusso dell’energia universale attraverso il corpo.
 
La principale distrazione dal vero sentiero è il desiderio, al quale si aggiunge di solito l’educazione del mondo che tende a farci volere di più. L’illuminazione è un processo di dis-apprendimento e di ritorno ad uno stato di semplicità. Molti insegnamenti taoisti predicano il valore dell’essere ‘inutili’ come un albero dal legno nodoso.
 
C’è una espressione che riassume con chiarezza la risposta umana ad una minaccia: ‘fuggi o combatti’. E’ facile sentire, particolarmente nel mondo competitivo odierno che se non lottiamo nei confronti di una situazione, vuol dire che la stiamo vergognosamente sfuggendo. Sia la lotta che la fuga sono azioni motivate dalla paura. Perché non c’è una terza opzione?
Perché non ce ne possiamo stare fermi e confrontarci con una situazione, comprendendone il significato e poi sottrarci al suo impatto?
 
Il Taoismo e le scuole marziali e filosofiche che si fondano su di esso, insegnano questa terza via.
Secondo un’antica leggenda, il sistema di lotta e di esercizio conosciuto come T’ai Chi Chuan fu inventato da un eremita del 12° secolo di nome Chang San Feng, dopo che questi ebbe assistito ad un combattimento tra un serpente e una gru. Durante lo scontro, i movimenti sinuosi del serpente rendevano le beccate della gru completamente inefficaci. L’eremita vide in questi una prova della verità dell’affermazione contenuta nel verso 43 del Uao De Ping:” La cosa più cedevole dell’universo prevale su quella più rigida”.
I Classici T’ai Chi Chuan compilati nel 19°secolo, riassumono molto efficacemente i principi del sistema: “Arrendersi alla minima pressione e accettare la minima ritirata. Il corpo intero è così sensibile che neanche una piuma potrebbe essere aggiunta senza causarne un movimento. Lo spirito è calmo e il corpo pacifico. Sii attento alla direzione della tua mente”.
 
La sensibilità è più importante della forza, e il successo non deriva dal controllo su una serie di circostanze, ma dal rispondere ad esse col massimo grado di libertà, immediatezza e spontaneità.
 
Si può trovare una corrispondenza parallela nella salute emotiva delle famiglie. I terapeuti comportamentali hanno trovato che le famiglie più problematiche sono quelle in cui genitori e figli sono o completamente intransigenti o assolutamente terrorizzati dal conflitto, al punto di far di tutto per evitarlo. Le famiglie più felici vivono come se stessero facendo un gioco che mette continuamente alla prova la solidità e la natura delle loro relazioni, ma che rispondono rapidamente e in maniera empatica agli umori reciproci.
La via di minore resistenza in termini concreti e sociali significa proprio questo – prendere atto, ascoltare e assumersi i problemi e le questioni, ma poi premettere loro di andarsene liberamente. Le emozioni non possono oscurare lo spirito una volta liberate.
C’è un esercizio del T’ai Chi Chuan che offre un’idea di questo tipo di sensibilità libera, e che può essere usato anche come supporto meditativo.

Siedi di fronte ad un compagno, abbastanza vicini l’un l’altro. Entrambi dovete avere le palme delle mani rivolte in avanti e appoggiate a quelle del compagno, Cominciate a spingere contemporaneamente in avanti e indietro, ma dopo un po’ uno di voi ( decidete prima di cominciare) cercherà di concentrarsi sul movimento dell’altro (non farà resistenza), senza iniziarne nessuno di sua volontà. Dopo un po’, comincerai a notare che le tue mani andranno avanti e indietro, apparentemente per conto proprio. Una volta che avrai padroneggiato la tecnica, chiudi gli occhi durante l’esecuzione e focalizzati sul movimento delle mani.
 
Domanda: Quali sono le situazioni della tua vita attuale alle quali ti stai opponendo o dalle quali stai fuggendo? (scrivi un breve elenco)
 
Riflessione: Come andrebbe se in ciascuna di queste situazioni mettessi in pratica la ‘terza via?’ (visualizzala)
 
Azione:Questa settimana prendi una situazione alla volta e sperimenta la terza via.

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