Recensione Eventi

Il potere della gentilezza

pubblicato il 09/10/11
Il potere della gentilezza

Cos’è per voi la gentilezza?
 
A volte per capire che cos’è qualcosa è importante capire cosa non è.
 
Per me l’opposto della gentilezza è la forzatura, un atteggiamento di violenza. Ho sempre pensato che violenza viene da violazione, quando violo i principi basilari della spiritualità allora creo una forzatura in ciò che faccio. Nel mondo ci sono così tanti atti di violenza fisica ma è considerata violenza la mancanza di rispetto sia verso me stessa che verso altri.
Ridurre l’auto rispetto di qualcuno è anche classificabile come una forma meno ovvia di violenza.
Ma cosa vuol dire privarmi di auto rispetto?
Quando mi privo della comprensione di ciò che sono realmente e quando riduco la grandezza di qualcun altro, tutto ciò è violenza. Avete mai fatto questo a voi stessi? Vi siete allontanati dalla vostra grandezza e bellezza alimentando invece pensieri di critica e auto denigranti?
 
Diciamo all’altro “sei sempre così! Non cambierai mai!” In questo modo lo induco ad allontanarsi da se stesso, dal suo potenziale auto rispetto.
 
Abbiamo visto come una violenza è non rispettarsi, la seconda è non rispettare altri e il terzo tipo di violenza è quando non abbiamo rispetto del tempo. Accettare che ogni cosa accada con i suoi tempi è un atto di gentilezza e se c’è una violazione del tempo è come mangiare un frutto acerbo.
Avete mai provato a mangiare un frutto acerbo? Oppure ad aprire un uovo prima che il pulcino sia pronto?
Qualcuno ha provato a fare uscire una farfalla dal suo bozzolo prima del tempo, convinto di aiutarla a durare meno fatica, ma quando il processo non è maturo, ci sarà sempre un difetto nel suo risultato.
 
Quindi la gentilezza è avere rispetto.
 
L’altra parola che mi viene in mente pensando alla gentilezza è la saggezza. Avete mai partecipato ad una partita di tennis? Alcuni giocatori usano molta forza (quelli non mi colpiscono più di tanto) ma quelli che usano una tattica, sembrano non fare gran che,eppure il loro avversario non riesce a prendere la pallina! Quelli sono veri giocatori, sembrano sapere come arriva la pallina, a che velocità e come controbattere in modo che nessuno la possa prendere.
 
In un certo senso la gentilezza spirituale è simile, è connessa con la comprensione e la saggezza. Quando capisco profondamente me stessa, gli altri ed il tempo, allora so quando e come afferrare la pallina e so anche come colpirla in modo che non faccia del male. Per me non è solo un aspetto di comprensione ma anche di amore. Quando realmente amo qualcuno, accetto quello che è, oggi, ma allo stesso tempo non perdo di vista la sua forma completa di ciò che sarà. So che un giorno arriverà là, ma che prenderà del tempo.
 
Essere gentile con me e con gli altri è capire profondamente la realtà e sapere come rispondere in un tale modo da generare positività. Con un neonato è facile essere gentili perché può ferirsi facilmente, è fragile. La gentilezza è agire con grande cura per non rompere qualcosa e la cosa più grande che posso rompere è il mio auto rispetto o l’auto rispetto di qualcun altro.
 
Mi sono chiesta perché mi piace così tanto andare da Dadi Janki (responsabile mondiale della BK). Lei ha un modo molto amorevole di interagire le persone. Se vado da lei con dei problemi, non mi risponde mai, quello che fa è che mi aiuta a tornare al mio auto rispetto, perché sa che quando ho riformato il mio auto rispetto posso attingere alle mie qualità e alla saggezza interiori. Questo è ciò che significa gentilezza: è sapere cosa fare, come farlo e quando farlo.
 
La parola “gentiluomo” mi fa pensare a qualcuno di ben educato che conosce dei buoni modi di fare e buone maniere. Ci sono vari tipi di buone maniere e ci sono anche delle maniere spirituali che mi insegnano quando entrare in scena e quando uscire di scena. Gentilezza è sapere quando entrare e quando uscire.
 
Gli angeli sono sempre ricordati come gentili e sono connessi con un’altra qualità che è la leggerezza. Sembrano leggeri e possono volare. Essere gentile come un angelo è rimanere molto leggera. E cosa mi rende leggera e cosa mi rende pesante? Cosa crea forza o violenza? È un amico molto comune, e tutti voi lo conoscete: l’ego.
 
L’ego è connesso con le idee e gli atteggiamenti errati della mia personalità e con le opinioni sbagliate. Mi fa perdere forza interiore e fa si che io spinga avanti le mie idee  al costo dell’auto rispetto di qualcun altro o del tempo. L’ego uccide il mio auto rispetto e sposta la mia attenzione da ciò che realmente sono a ciò che non sono.  Quindi l’ego crea un grande blocco nell’abilità di fluire mentre la gentilezza è fluire con le cose, è rivalutare ogni momento, perché la vita continua a cambiare e chi si irrigidisce non riusce ad armonizzarmi con il senso della vita.
 
Quello che siete oggi è diverso da ciò che eravate una settimana fa. Quando il mio ego blocca la gentilezza, uso una forzatura che mi dà dei raggiungimenti temporanei. La forza però, essendo una violenza, produrrà sempre una qualche forma di sofferenza finale.
 
Quindi la gentilezza ci porta a rispettare profondamente noi stessi come esseri spirituali nel nostro viaggio e rispettare gli altri come esseri spirituali, anch’essi in viaggio. La gentilezza mi permette di avere cura del viaggio e di aver cura degli altri nel loro viaggio.

 

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