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La pigrizia

pubblicato il 28/05/15


Aruna Ladva

La pigrizia e i suoi compari, apatia e indolenza sono abitudini così paralizzanti da far sì che  persone estremamente intelligenti, molto ricche e persino persone molto religiose distruggano completamente la loro vita.

E fortuna. La pigrizia può avere molte forme tra cui l’indolenza, l’apatia, il rinviare, e l’inerzia. Le sue origini possono trovarsi nella noia, nella stanchezza o nella mancanza di entusiasmo, ma alla base di tutte c’è la paura. Paradossalmente, la pigrizia può essere una forma di inquietudine interiore, di assenza di pace, di mancanza di scopo, di direzione e significato. In questo senso, vincere questa abitudine impietosa può condurci alla felicità e all’appagamento interiore.

Il dizionario definisce la pigrizia come ‘mancanza di inclinazione all’attività o all’applicazione nonostante si posseggano i requisiti per farlo’.

I pensionati che se ne stanno seduti su una sdraio al mare tutto il giorno non sono necessariamente classificati come pigri: essi si stanno godendo la ricompensa di una vita di attività e la loro età avanzata dà loro il permesso di starsene seduti a godersi il mare e il sole! Ma se fosse un giovane a starsene seduto al posto suo, molti si domanderebbero come mai sia così ozioso!

Eppure è interessante notare come tutti noi sembriamo aver bisogno di una carota ogni mattina per tirarci su. Non una carota come quella del succo, ma una carota come incentivo, una specie di motivazione che ci spinga fuori dal letto e ci faccia uscire da casa. Forse è la buona paga oppure è la gioia luminosa di realizzare una passione e un sogno. Ma pensa se non ci fossero: saresti ancora motivato a saltare fuori dal letto così presto al mattino?

Alcuni ritengono che la pigrizia abbia a che fare con una cattiva gestione del tempo, ma in realtà si tratta di auto-gestione. Per vincere la pigrizia, ho bisogno di creare un alto senso di me stesso. Devo farlo per me. Quando mi rifaccio il letto al mattino, lo faccio per me perché merito e desidero vivere in un ambiente ordinato. Quando lavo i piatti e li rimetto a posto, lo faccio per me, perché ho diritto a vivere in un luogo pulito. Faccio queste cose a partire dal rispetto per me stesso e non solo a motivo di quello che gli altri potrebbero pensare.

La pigrizia non è semplice inattività. Talvolta può sembrare che un aspirante spirituale non faccia molto, ma non bisogna confondere lo starsene seduti in meditazione per ore in cima a qualche montagna sacra con una forma di pigrizia.
Quelli che hanno trovato la loro vocazione e che riescono a starsene fermi per uno scopo non sono pigri, al contrario si rendono conto che ‘essere’ è il precursore più importante del ‘fare’, se si vuole che il nostro ‘fare’ abbia qualche significato nel mondo.

Tuttavia così come la pigrizia può rovinare una vita, la pigrizia spirituale può essere ancora più rovinosa.
In Hindi, la parola equivalente a ‘fare uno sforzo’,  ‘pursharath’ significa letteralmente ‘per il bene dell’anima’. Perciò, quando si fa qualcosa, facciamo in modo che sia a beneficio dell’anima e non solo lagna e fatica.

Le religioni considerano la pigrizia uno dei vizi capitali. Il cristianesimo ci dice che l’accidia è uno dei sette peccati capitali poiché da essa possono derivare povertà e malvagità perché tutti sappiamo che una mente vuota è il laboratorio del diavolo.

Nel Buddismo, la parola Kausidya viene comunemente tradotta come ‘pigrizia’ o ‘inerzia spirituale’, volendo dire che per quanto qualcuno possa essere dipendente dal lavoro e lavorare 16 ore al giorno, se questo qualcuno non dedica un pò di tempo a coltivare la virtù o a purificare la mente, viene chiamato pigro.

In effetti, una anziana e saggia signora una volta mi disse che essere indaffarati è pigrizia, il che, dopo averci pensato su per un pochetto, trovai fosse vero. Quando vogliamo evitare noi stessi, diventiamo attivi in mille cose..

Quindi, controlliamo un po’ il nostro viaggio spirituale. Ci sono cose che non facciamo nonostante possiamo farle? Quanto siamo entusiasti di dare una ripulita alla nostra anima? Stiamo rinviando questa attività importantissima? E se così, perché? È a causa di qualche paura o sofferenza?

Medita un po’ e rifletti su questo aspetto oscuro; poniti qualche domanda profonda e sposta il tuo focus su qualcosa di significativo ed entusiasmante in modo da uscir fuori dalla vacuità e dalla indolenza.

Concludo con una battuta di Hal Cranmer: “Nonostante tutte le dispute contro la pigrizia, è stupefacente come lavoriamo così tanto per procurarcela. Persino i Puritani più dediti al lavoro erano disponibili a spezzarsi la schiena ogni giorno in cambio di un’eternità da trascorrere su una nuvola a suonare l’arpa”.

E’ Ora…di ‘darsi da fare’ per vincere la pigrizia.

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Commenti

Icona utente rosalia il 02/07/15
Molto interessante
Icona utente lola il 24/06/15
Mi interessa molto questo argomento Potrebbe funzionare meglio si ci si sostiene in un gruppo ?

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