Recensione Eventi

La risposta giusta

pubblicato il 24/08/14

Antonella Ferrari

Quando pensiamo a “rispondere” ci viene in mente come ci rapportiamo agli altri.  Ma ugualmente, e forse più importante, è come ci rapportiamo a noi stessi e come rispondiamo a quello che emerge da dentro, dal nostro incredibile mondo interiore.  Perciò rispondiamo ai nostri stessi stati d’animo a seconda dell’umore, della chiarezza che abbiamo di ciò che sta avvenendo nella caotica mente e nell’umore cangiante che sempre di più caratterizza la condizione emotiva delle persone.
Possiamo, con la nostra risposta, sciogliere un nodo o rafforzarlo.

Rispondiamo anche agli eventi, spesso nella forma di problemi. Rispondiamo alla sofferenza e disagi della vita con modalità diverse. C’è chi risponde con speranza e coraggio e chi condannando il mondo intorno come responsabile del proprio disagio o fallimento.  Rispondere male agli eventi significa continuare a ingarbugliare la matassa del karma, quello che sarebbe venuto a chiudere i conti se solo avessimo visto oltre l’immediato.

La miopia spirituale è una “malattia” dello spirito e così finiamo per lottare contro i mulini a vento, rispondendo con la lotta dove potevamo rispondere con l’accettazione e/o apprezzamento.

Rispondiamo anche al tempo, alla chiamata del tempo. Si, il tempo ci chiama ad essere tanto consapevoli del suo scorrere quanto ci invita a riflettere e fermarci. Nel fermare la corsa del fare, il tempo diventa  nostro amico. Per quanto ci chieda attenzione e precisione, la nostra risposta determina quando abili siamo a gestirlo senza esserne schiavi.

Rispondere male significa REAGIRE. 
La reazione può essere in chi è altezzoso, sgarbato, irritato, in chi si nega e non vuole affrontare ecc... tante modalità di risposta che sono sgradevoli e che, ferendo, portano al conflitto e quindi alla sofferenza.

Rispondere bene implica una buona abilità di comprensione, discernimento e responsabilità.  Significa essere gentili, intrattenenti, tolleranti, stimolanti (per aprire nuovi orizzonti di pensiero e possibilità…) sorprendenti (per stupire con risposte non ovvie e scontate), saggi (usando le qualità interiori) e creativi .. insomma una vasta gamma di possibili approcci che rendono l’interazione costruttiva e fonte di una sana felicità. 

Ma ancora di più , la risposta giusta è già insita nella domanda.  Se la mia coscienza si è spostata dalla grossolanità di una realtà materiale alla dimensione spirituale, di anima, allora l’intuito e la capacità di sentire e vedere, non con i sensi (fisici), ma con l’anima (ciò che io sono), mi mettono in sintonia e in sinergia con ciò che avviene, dentro e fuori. 
La risposta agli eventi, alla gente, al tempo e a me stessa diventa la naturale espressione di amore, rispetto e bontà che esprime la natura originale del sé. E quella risposta è già racchiusa nella domanda perché la domanda altro non è che la richiesta di essere proprio quello, di praticarlo, di condividerlo, di esprimerlo, di dimostrarlo affinché sia di aiuto o di esempio.

Ad esempio, come rispondo ad una offesa? L’offesa richiede tolleranza, pazienza e empatia. Queste qualità sono la risposta e sono già incluse nella domanda affinché chi riceve tale risposta ricordi che anche lui/lei hanno le stesse qualità. La risposta è lo specchio, e lo specchio è servizio, quindi amore. Dovrei assicurarmi che nella mia risposta l’energia dell’amore sia sempre presente.

Dal modo in cui rispondo determino il percorso, la relazione e quindi il destino. Perciò saper rispondere è vitale e significativo.

Per alcuni rispondere sempre di “SI” è d’obbligo. Per far piacere, per essere accettati, per non sentirsi in colpa di aver negato la propria disponibilità, o per essere obbedienti.  Ma rispondere con un sano “NO” a volte è di maggiore beneficio. Anche perché dire di Si a qualcosa è dire di No a qualcos’altro. Dico di SI a svolgere un compito, sto dicendo di NO ad un meritato riposo. Dico di SI ad una cena non vegetariana e sto dicendo di NO ai miei principi.   Il NO può non stare all’inizio della risposta che, chiara e semplice esprime i propri bisogni e spiega con rispetto la posizione presa. Se il tono di risposta è lo stesso del dire SI allora è molto efficace.
Non rispondere è anche un’alternativa. Può essere per arroganza, senso di superiorità o paura.  

Ma anche per buon senso e saggezza come indica la storia che segue. 
L’arte di non rispondere alle provocazioni
Vicino a Tokyo viveva un grande samurai, ormai anziano, che si dedicava a insegnare il buddismo zen ai giovani. Malgrado la sua età, correva la leggenda che fosse ancora capace di sconfiggere qualunque avversario.
Un pomeriggio, si presentò un guerriero, conosciuto per la sua totale mancanza di scrupoli. Era famoso perché usava la tecnica della provocazione: aspettava che l’avversario facesse la prima mossa e, dotato com’era di una eccezionale intelligenza che gli permetteva di prevedere gli errori che avrebbe commesso l’avversario, contrattaccava con velocità fulminante.
Il giovane e impaziente guerriero non aveva mai perduto uno scontro.
Conoscendo la reputazione del samurai, egli era lì per sconfiggerlo e accrescere in questo modo la propria fama.
Tutti gli allievi si dichiararono contrari all’idea, ma il vecchio accettò la sfida. Si recarono tutti nella piazza della città e il giovane cominciò a insultare il vecchio maestro.
Lanciò alcuni sassi nella sua direzione, gli sputò in faccia, gli urlò tutti gli insulti che conosceva, offendendo addirittura i suoi antenati.
Per ore fece di tutto per provocarlo, ma il vecchio si mantenne impassibile.
Sul finire del pomeriggio, quando ormai si sentiva esausto e umiliato, l’impetuoso guerriero si ritirò. Delusi dal fatto che il maestro avesse accettato tanti insulti e tante provocazioni, gli allievi gli domandarono: “Come avete potuto sopportare tante indegnità? Perché non avete usato la vostra spada, pur sapendo che avreste potuto perdere la lotta, invece di mostrarvi codardo di fronte a tutti noi?”.
“Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, a chi appartiene il dono?”, domandò il samurai.
“A chi ha tentato di regalarlo”, rispose uno dei discepoli.
“Lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti”, disse il maestro: “Quando non sono accettati, continuano ad appartenere a chi li portava con sé”. - Paulo Coelho

L’arte di rispondere è molto connessa con l’arte di fare domande. 
Quale potrebbe essere la domanda giusta che ti poni per esplorare meglio come stai e dove stai nella tua vita?
E che risposta potresti trovare per superare quello che ti ferma e/o ti blocca ad oggi nella tua realtà?

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Commenti

Icona utente Darkangel il 26/08/14
Se vuoi che uno tacia, taci tu per primo. Traduzione in italiano dai Proverbi di Roma (Latino Antico precedente Ecclesia) seneca, fedra: "Allium silere quod voles, primus sile" (Forse)

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