Recensione Eventi

L'arte di ascoltare

pubblicato il 13/10/12

Oggi andiamo cosi di fretta che non è possibile fermarsi ad ascoltare. Sembra che non ci sia abbastanza tempo! In alcune zone dell’Africa chiedono “come stai” solo se hanno un’oretta di tempo per ascoltare lo stato dell’altro!

Un sintomo di esaurimento detto anche burn out è l’incapacità di ascoltare al punto che mentre l’altro parla uno se ne va e non si accorge che sta lasciando l’altra persona in sospeso, ovvero senza aver dato adeguato ascolto nè considerazione. La mente è satura, non c’è più spazio. Questo è un po’ il risultato di quando le informazioni sono troppe, le attività frenetiche e la mente stanca.

 Il migliore rimedio è capire l’importanza dell’equilibrio tra il fare e le pause, per evitare stress e burn out che compromettono la qualità del nostro ascolto e la nostra disponibilità verso gli altri, chiamata anche umanità.

 Un altro aspetto è che le orecchie sono comunque usurate e consumate dalle tante cose sprecate e inutili che entrano e ovviamente incidono nel nostro territorio interiore, generando emozioni e reazioni. È come se da esse fosse passata tanta spazzatura.

Un giorno due persone andarono da Brahma Baba il fondatore della Brahma Kumaris dopo aver litigato e quindi molto alterate e tese. Ognuna di loro biasimava l’altra per l’offesa ricevuta. Allora Brahma Baba disse loro: “cosa fate quando arriva un ciclone? Chiudete le finestre. Allo stesso modo perché non avete chiuso le finestre delle orecchie? Non hanno vere saracinesche (come gli occhi) ma è possibile ascoltare dei suoni e  non sentirli. Questa è la migliore tutela per non accumulare “spazzatura” o i danni del ciclone.”

 L’ascolto è connesso con l’intelligenza.

Chi ha un alto IQ (quoziente intellettivo) ascolta con attenzione e incamera con velocità molte informazioni. È un buon magazzino di informazioni, tipo enciclopedia. Non necessariamente le usa per elevare la qualità della sua esistenza. In alcuni casi potrebbero anche essere usate in modo nefasto (chi usa abillità per fare guerre per esempio).

 Intelligenza Emotiva – chi è emotivo riduce la sua intelligenza, quindi parlare di intelligenza emotiva è un pò contradditorio. Pensate a chi si arrabbia, emozione molto forte che rende confusi nella proprie decisioni e posizione. L’ascolto è assai compromesso.

Dove c’è un’emozione forte se qualcuno vi parla non lo sentite. Ad esempio, pensate di essere davanti al vostro “mito” che vi dice qualcosa… sareste cosi emozionati da non sentire niente.

In questo ambito si parla di empatia e di ascolto attivo, con il cuore. Ma esiste un livello più profondo.

 L’intelligenza spirituale – è quando ascolto i veri bisogni dell’anima,  ascolto la parte più profonda del sé e anche degli altri.

Questo ascolto non avviene con le orecchie perché implica l’arte di trascendere le parole e captare, intuire e ricordare la natura vera dell’altro, quella spirituale.

Spesso le persone parlano dei difetti degli altri e si aspettano che l’interlocure gli dia ragione, come supporto e amicizia, ma questo tipo di ascolto ha il limite di fermare l’altro nella sua piccola convinzione.

Ascoltare generando una vibrazione che viene dall’anima e parla all’anima è un livello decisamente diverso di coscienza che porta chi si esprime a realizzare che esiste una visione alternativa. Non ci sono limiti alla profondità del nostro cuore e della nostra coscienza. Chi ascolta con questa consapevolezza stimola a crescere e amplia l’orizzonte dell’altro.

L’ascolto è un’espressione di AMORE e può essere molto curativo per chi è carente di amore.

Ascoltare se stessi implica responsabilità e rispetto. Ci vuole coraggio per vedere i propri limiti ma anche la propria grandezza. 

Per ascoltare gli altri serve umiltà e dolcezza. L’umiltà porta creatività ed espansione. Dove l’ego chiude e giudica, l’umiltà crea un oceano di possibilità e novità.

Chi è arrogante fa fatica ad ascoltare e quando lo fa ha sempre una posizione di giudizio o di difesa, perciò allontana. Chi è umile avvicina, e lo fa anche con colui che lo insulta perché non ascolta le parole e non le prende in modo personale. Ascolta l’SOS profondo dietro al rumorio di un’espressione alterata e vede la sofferenza dell’altro. A quella risponde con comprensione e consapevolezza.

La terza forma di ascolto è quella rivolta a Dio. 

Spesso uno pensa che Lui ci ascolti in modo incondizionato (ammesso che uno ci creda..) , ma potremmo pensare anche che se io lo penso e lo ascolto allora Lui è propenso ad ascoltare me. Quando sono lontana da Colui che è la verità allora accetterò come vero ciò che è falso, formulando di conseguenza giudizi errati.  La vittoria della falsità ha breve vita, la sua esistenza è corta ma può fare tanti danni.

La meditazione è un ascolto rivolto a se stessi, si chiama introspezione, e rivolto a Dio e si chiama Yoga.

Prima di realizzare avrò ascoltato cosa cambiare e come cambiare, usando orecchie di pace e crescendo in questa mia capacità di dare spazio a ciò che è reale in me.

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