Recensione Eventi

Lo Yoga della mente

pubblicato il 09/10/11

Yoga della mente

Cosa è lo yoga, come farlo e perché farlo? Il tipo di yoga che io ho praticato per tutta la mia vita si chiama Raja Yoga.
Oggi ci sono moltissimi tipi di yoga:
Karma yoga: lo yoga dell’azione
Bakti yoga: lo yoga della devozione
sanniyasi: lo yoga della rinuncia
hatha yoga: lo yoga della forza

Fra tutti questi, il Raja Yoga è considerato il più efficace perchè implica uno scopo ed un obiettivo.

Dobbiamo prima di tutto comprendere come funziona la mente, per poi imparare a renderla quieta.
Quali sono le cose che stimolano la mente e quali sono quelle che le consentono di rilassarsi, di riposare?
Quando i nostri pensieri sono fuori controllo ci sembra che anche le nostre emozioni siano fuori dal nostro autocontrollo.

Alcune ricerche indicano che quando siamo in una condizione di rilassamento abbiamo un pensiero ogni due secondi. Sotto stress invece abbiamo fino a quattro pensieri al secondo. La mente accelera come la macchina che produce pop-corn: genera pensieri continuamente!
Concentrare la mente richiede esercizio e richiede pazienza.

C’è la storia di un anziano saggio che insegnava ai suoi studenti esercizi di meditazione. Erano seduti all’aperto e lui disse loro: “se volete praticare la meditazione per circa un minuto potete pensare a tutto ciò che volete, tranne che a una scimmia con la faccia rossa”.
Dopo un minuto il saggio chiese loro: “chi ha pensato ad una scimmia con la faccia rossa?”
Tutti alzarono la mano.
Quando uno dice alla mente di non fare una cosa, quella è proprio la cosa che farà.

La mente non risponde bene alla parola NO! Deve essere indirizzata in maniera positiva.

Sapete cosa significa Meditazione?....
La parola deriva da mederi (guarire),la meditazione è una specie di guarigione della mente. Qualcuno potrebbe obiettare: “ma la mia mente non è malata, quindi non ho bisogno di meditare!” In realtà, siamo tutti un pò ammalati, considerando uno stato di integrità completa della mente pertanto capita, per esempio, che uno si arrabbi. La rabbia come altri difetti sono forme di malattia “spirituale”.
Essere timorosi, stressati, egocentrici, vendicativi ecc.. sono anche sintomi di malattie dell’anima.

Come si ritorna a quel tipo di integrità e di salute che determina il benessere dell’anima?
Lo yoga è un viaggio di ritorno verso quello stato in cui ci si sente colmi e completi.
Sapete cosa significa la parola yoga? Significa unione, collegamento, legame. Innanzitutto con me stesso, con il mio sé interiore perché oggi questo collegamento è molto frammentato. Abbiamo dimenticato chi siamo. La nostra identità si è frammentata in tante identificazioni (razza, religione, professione, partito politico, nazionalità …). Il vero senso di chi sono io si è perso.
La pratica dello raja yoga aiuta a ritornare ad un’unica identità sviluppando così potere interiore.

Qual è il segno di una persona che ha potere interiore? I segni sono tre:
  1. pace della mente,
  2. felicità nel cuore
  3. capacità di condividere e ricevere amore da parte di chi ci circonda
Questa in effetti è la nostra vera natura, perciò tutti vorrebbero avere pace, amore e armonia, cioè felicità nelle relazioni.
Non ci sono seminari o libri che ci insegnino come diventare più arrabbiati, come aumentare il livello di stress o come litigare di più con vostro marito o con vostra moglie perché quelle sono le esperienze dalle quali cerchiamo di liberarci.
La pratica di Raja yoga è questo viaggio di ritorno verso la nostra identità e natura interiore.
La parola RAJA significa RE, ovvero ci ricorda la nostra potenzialità di ritrovare una padronanza sulla mia mente.
Come il corpo ha degli organi e noi facciamo in modo che le braccia rispondano ai nostri comandi, così la mente è un organo sottile del nostro essere e dovrebbe essere gestita da noi e non noi gestiti dalla mente.

Per la mente è un’attitudine comune quella di correre e vagare. Siete seduti qua fisicamente, ma dove è la vostra mente? State pianificando la cena che preparerete?
Per chi vive in città ed è molto indaffarato è difficile concentrare e stabilizzare la mente: il rumore, il traffico, la folla, tutto tende a stancare la mente.

La mente può essere paragonabile ad un giardino. Se ignorate un giardino, cosa accade? Le piante muoiono, crescono le erbacce, diventa una giungla. E chi vive nella giungla? Gli animali selvaggi!
Gli animali selvaggi della rabbia, del risentimento, dell’amarezza o della paura fanno della mente la propria dimora. Poi diventa difficile cacciarli via.

Un passo importante in una buona meditazione è il potere della concentrazione.
Come si fa a mettere a fuoco i nostri pensieri? Facciamo un esempio:

Pensate a quando eravate a scuola e su quale lezione era facile concentrarvi?
Quando c’è interesse e piacere la concentrazione è naturale, mentre quando l’interesse viene meno, uno guarda l’orologio, guarda fuori dalla finestra e la mente comincia a vagare.
Immaginate che io vi chieda di sedervi davanti ad uno schermo televisivo e vi chieda di guardare il film da voi preferito, senza muovervi, rimanendo nella posizione in cui siete.
Potete farlo? Non è molto difficile se è il vostro film preferito!

Ora, come secondo esercizio, state sulla stessa sedia, osservando lo stesso schermo televisivo per due ore, senza muoversi molto. Questa volta però la TV è spenta, non c’è nulla sullo schermo.
Sarà altrettanto facile? NO! Perché? Quale è la differenza?

Nel primo scenario la mente prova piacere a guardare il film. Ma dove stava andando in onda il film? Era sullo schermo o nella nostra mente? Nella nostra mente!
Lo schermo non è una cosa vivente, lo schermo ha delle immagini e dei suoni che stimolano idee e emozioni nella vostra mente e voi provate piacere nel vivere quelle emozioni e quelle idee.
Infatti tutte le esperienze accadono all’interno della mente, tutto ciò che è fuori di noi è soltanto uno stimolo.

Se avete un buon controllo sui vostri pensieri, nonostante un ambiente stressato, allora sarete in grado di rimanere in pace. Questo è il risultato di un potere di concentrazione.
Come si fa a rafforzare, a costruire questa forza?
Per fare ciò dobbiamo osservare i passi previsti nella meditazione Raja Yoga.
Concentrarsi è un’arte.
Prima di concentrarsi ci sono due fasi che possono aiutarci e favorire questo potere:
  1. la contemplazione
  2. la visualizzazione

La mente ha bisogno di essere indirizzata, guidata e nella pratica del raja yoga noi non sopprimiamo la mente, non cerchiamo di annullarla per renderla come uno schermo bianco, invece amorevolmente la guidiamo verso l’esperienza che vogliamo.

La contemplazione è come parlare a se stessi, nella contemplazione ricordiamo: “sono un’anima, sono luce, sono pace..”, guidando la nostra mente in quella direzione.
La nostra mente è diventata come un cavallo selvaggio. Come si cattura un cavallo selvaggio?
Con un lazzo, come fanno icow-boy. Se correte dietro il cavallo vi stancate, perché il cavallo continua a fuggire, ma se sapete ciò che piace al cavallo, potete attirarlo verso di voi.

A volte le persone si chiedono: cosa debbo pensare durante la meditazione?
È necessario creare pensieri positivi e costruttivi, pensieri che stimolano uno stato pacifico e vero.
La visualizzazione favorisce la concentrazione. Un’immagine visiva trattenuta sullo schermo della propria mente, aiuta la mente ad essere concentrata.

Facciamo un esercizio..
Portate nella vostra mente l’immagine di un stella, la stella della pace e visualizzate questa stella di pace che scintilla, che brilla al centro della vostra fronte, una bellissima stella scintillante, fatta di energia e di pace… immaginate questa stella che emana raggi di luce pacifica che si spargono in tutto il vostro corpo. Trattenete questa immagine nella vostra mente per un minuto….

Come è andata la concentrazione? Siete stati in grado di visualizzare questa stella?
Se altri pensieri sono intervenuti, da dove arrivano quei pensieri sprecati? Vengono dalle azioni che abbiamo compiuto e che non perfette, hanno lascito una traccia nella nostra memoria. La gestione di questi pensieri migliora la nostra concentrazione.

Facciamo un altro esercizio:
Questa volta cambiamo immagine. Ancora una volta chiudete gli occhi e immaginate che la vostra fronte sia una grotta, raffigurate una candela accesa nella grotta, una splendida fiamma. Visualizzate questa fiamma accesa gentilmente, con dolcezza al centro della vostra fronte… ora la fiamma rilascia una luce di pace e di calma. Trattenete questa immagine della fiamma, della candela per circa un minuto.

Come è stata la concentrazione, questa volta?

Abbiamo usato sia la meditazione che un’immagine: insieme questi due aiutano a sviluppare il potere della concentrazione. Il risultato di una buona concentrazione permette al pensiero di diventare un’esperienza.

Così come quando vogliamo afferrare qualcosa usiamo la mano e se vogliamo fare un passo muoviamo una gamba, allo stesso modo possiamo capire gli organi della coscienza, come funzionano e che cosa fanno. Si chiamano anche le facoltà della coscienza: mente, intelletto e sanskaras (impronte caratteriali).

LA MENTE - cosa fa la mente?
Crea pensieri, è la facoltà creativa e la meno facile da gestire. È abituata ad essere assai selvaggia…
La mente è come un bimbo che dice: “voglio questo, voglio quello, voglio quest’altro..”.
Spesso birichina, proprio come un bambino indisciplinato, ha come genitore l’intelletto anch’esso debole per la poca verità che racchiude.

L’INTELLETTO - cosa fa l’intelletto?
Ha il potere di discernere e il potere di prendere decisioni.
L’intelletto dice: tranquillo, non ti preoccupare, non ti arrabbiare. La mente controbatte: “No, no, mi preoccuperò ancora di più, mi arrabbierò ancora di più”. La mente non ascolta il genitore, l’intelletto. Combattere con la mente è un’impresa ardua, è più efficace rafforzare l’intelletto che si farà ascoltare quando diventa più forte e potente.

Come e cosa fare per rafforzare la mente?
Mi ricordo che ai tempi della scuola mi sono rotto un braccio e per 6 settimane ho dovuto portare il gesso. In quelle settimane non ho usato il braccio e quando ho tolto il gesso il braccio era circa la metà dell’altro. Questo perché non avevo utilizzato il muscolo che si era indebolito.
Il dottore mi disse di giocare a tennis, gentilmente, per ricostruire la fascia muscolare, e di sollevare pesi con lo stesso criterio graduale. Un processo di riabilitazione è in grado di riportare il muscolo alla sua condizione naturale. Lo stesso possiamo fare per rafforzare e ricostruire il muscolo dell’intelletto perchì solo quando è forte può disciplinare e dirigere la mente.

Una buona concentrazione è quando mente e intelletto si combinano insieme; una concentrazione che non funziona è quando l’intelletto vuole fare una cosa e la mente ne vuol fare un’altra. In altre parole quando la mente funziona con il “vorrei” e l’intelletto con il “dovresti” e questi sono divergenti.

Dobbiamo imparare a curare il nostro intelletto. Se vogliamo avere un buon livello di yoga non è soltanto quando ci sediamo, ma è una coscienza da coltivare per tutto il giorno che orienta i nostri pensieri nella direzione corretta.

Dobbiamo sapere e riconoscere ciò che indebolisce l’intelletto. Solo così possiamo fermarlo dei meccanismi che si sono consolidati con l’abitudine. Ad esempio mangiare male (patatine, cioccolata, ecc..) è una cosa che ci fa piacere ma non dà energia al corpo, anzi gliela toglie.
Se una persona pensa troppo non potrà essere un buon yoga,perché troppa energia viene sprecata in pensieri inutili e quell’energia dopodichè viene a mancare.
Per iniziare a cambiare, durante la giornata, almeno due o tre volte, osserviamo i pensieri. Un po’ come ci guardiamo allo specchio per controllare che siamo pettinati e in ordine, allo stesso modo cerchiamo di vedere cosa accade ai nostri pensieri, che tipo di pensieri stiamo avendo.

Una pratica di concentrazione è quella di focalizzarsi su di un punto. Ogni tanto però quel punto diventa un punto esclamativo, quando ci facciamo sconvolgere, oppure diventa un punto interrogativo: “perché lui ha fatto questo? Perché lei ha detto questo? Perché questa cosa è successa?”
Quindi la prima cosa è l’attenzione ai pensieri, la seconda è l’attenzione alle parole. È possibile parlare di meno? È possibile dire una cosa con 20 parole anziché con 100? Anche parlare troppo stanca la mente.

Spesso diciamo tante cose, troppe, e le persone che ci ascoltano non capiscono esattamente ciò che stiamo dicendo, allora dobbiamo dire altre cose, parlare di nuovo per farci capire bene.
Provate questa pratica: passare dal silenzio al suono, poi dal suono tornare al silenzio e di nuovo dal silenzio al suono.
Questi sono esercizi essenziali nella pratica di uno yogiper poter conservare l’energia della mente. La mente è connessa al modo in cui ci sentiamo, l’intelletto è connesso al modo in cui prendiamo le decisioni.

La TERZA facoltà sono i SANSKARAS o impronte caratteriali. Sono le esperienze vissute e le tendenze che abbiamo sviluppato nel tempo. Tutto ciò che noi facciamo viene registrato all’interno della nostra coscienza, per poi, a loro volta, alimentare la mente con ulteriori pensieri.

A volte ci può essere la sensazione di stare annegando nelle proprie emozioni. In quei momenti, create un’immagine da visualizzare, anche solo per un minuto, usate l’immagine della stella o l’immagine della candela. Oppure un ulteriore esercizio è quello del “controllo del traffico”, Immaginate che i pensieri siano come automobili nel traffico e i semafori ne regolano il flusso. Senza semafori come sarebbe il traffico? A Istanbul tutti vanno dappertutto al stesso tempo. Praticate di fermarvi più volte durante il giorno. Senza una pratica regolare i pensieri vanno ovunque, spaziono dal passato al futuro e tra le molteplici idee.

Quindi lo yoga non è un qualcosa che si fa, ma è un atteggiamento e uno stile di vita.
A volte alcuni mettono la pratica dello yoga nel loro curriculum sotto hobby. Lo yoga non è un hobby, non è come giocare a tennis o andare in bici!

Con lo yoga la mente diventa la vostra migliore amica, imparando a comunicare con essa e a renderla positiva. Ma se veramente voglio che la mente sia positiva e che mi ascolti bisogna fare questi esercizi regolarmente. Il beneficio di avere immesso armonia nella mente è che la capacità di prendere decisioni diventa più acuta così come la capacità di mantenere uno stato interiore di pace, amore e gioia.

Quale è il segno di una persona che ha un buon yoga? Come lo riconoscereste? Quali sono le qualifiche di un buono yogi?
La forza interiore che gli consente di utilizzare la propria pace, gioia e amore condividendole con gli altri. Anziché essere influenzato dalla negatività altrui, la sua positività è tale da influenzare gli altri.
Uno yogi sa come mantenere auto rispetto e dunque è in grado di dare rispetto a chi lo circonda. Uno yogi ha l’abitudine di dare un appuntamento a se stesso, ogni giorno, dedicando del tempo al silenzio.

Tutto ciò vi sembra realizzabile?
Questo tempo ha proprio bisogno di questo, di rieducare la propria coscienza.

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Commenti

Icona utente marisa il 11/04/13
Si penso che quanto descritto si possa realizzare ci vuole il tempo giusto e anche pazienza, ma soprattutto determinazione

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