pubblicato il 09/10/15

5. Le leggi della vita

Parlando della dimora del sé nel Capitolo 3, ho citato la curiosità che l’esperienza di premorte di mia madre aveva suscitato in me. Come conseguenza di quella curiosità, sono giunto a capire che l’anima, un minuscolo punto di energia metafisica, entra nel corpo fisico quando questo è pronto per funzionare. Ciò accade approssimativamente intorno ai quattro mesi di gestazione, quando il feto comincia a muoversi e a dare segnali di una vita indipendente dalla madre. Un conducente non salirebbe su un’auto che avesse solo il volante. Ci vogliono almeno i sedili, il telaio, le ruote e un motore. Inoltre, ancor più specificamente, bisogna che ci sia anche un quadro di comando.

Allo stesso modo, la vera nascita comincia quando l’anima, o l’essere, entra nel corpo. Non avviene durante il concepimento né quando il corpo lascia l’utero della madre, all’atto della nascita fisica. All’altra estremità del processo, la morte avviene quando l’anima lascia il corpo. Benché ci sia un istante che segna l’ingresso e l’uscita, l’essere di per sé continua.

Esso entra, vi resta per un certo periodo determinato da fattori specifici, e poi lascia il suo veicolo corporeo. Alcuni vi restano meno di un giorno, altri per più di cento anni. Quando il corpo, per una ragione qualsiasi, non è più utile o adatto al ruolo che l’anima deve rivestire, essa lascia quel corpo fisico e ne prende un altro.

Le altre scoperte che vorrei condividere riguardano la visione sistemica dell’universo e l’interdipendenza di molti fattori. Fondamentalmente la vita consiste del tempo che ho a disposizione, del mio livello di energia (salute, forza, spirito) e dell’intreccio di una serie di situazioni nelle quali mi trovo coinvolto (relative alla famiglia, al lavoro, a ciò che possiedo ecc.).

Vi sono delle leggi che governano l’interazione di questi elementi. Molti pensano che gli esseri umani siano giunti a dominare la natura al fine di poter produrre strumenti in grado di misurare, organizzare, calcolare e persino trasformare le forze naturali. Quando assistiamo a una partita di calcio che si sta svolgendo in tempo reale dall’altra parte del mondo, è facile presumere di avere un ascendente sulla materia.

Ci dimentichiamo che in quanto esseri spirituali incorporati in forme fisiche, siamo soggetti non solamente alle leggi della natura, ma a leggi metafisiche ugualmente precise, benché sottili, che governano la nostra vita qui e successivamente. Sarebbe sciocco ignorare i continui segnali attraverso i quali la realtà metafisica fa sentire la sua presenza. Per quanto possiamo gloriarci delle nostre relativamente piccole conquiste, noi facciamo parte di un gioco di totale interazione e totale interdipendenza tra il visibile e l’invisibile, tra il fisico e il metafisico.

Definizioni

Benché l’universo fisico conservi ancora moltissimi segreti che gli esseri umani non sono stati in grado di svelare, quello più significativo riguarda la stessa coscienza. La parola atomo deriva dal greco atomos, che significa indivisibile, a sua volta collegata alla parola sanscrita atman, che significa anima individuale, considerata altrettanto indivisibile o eterna. La domanda fondamentale è in che modo, esattamente, le particelle di energia cosciente (anime) interagiscono tra loro e con le particelle incoscienti (materia) per produrre e sostenere questa rappresentazione cosmica infinitamente variegata.

Conosciamo abbastanza bene la materia da essere in grado di liberare la stessa forza che la aggrega, dentro gli stessi atomi, producendo quindi lo spettro della bomba nucleare. Immagina quindi la forza che esiste dentro l’atman, il quale di fatto è l’attore principale nel dispiegarsi della storia dell’universo. Immagina l’energia potenziale di coloro che hanno la volontà e la possibilità di attraversare questa ultima frontiera e iniziare il viaggio che ha una sola destinazione: la realizzazione del sé.

Nella sua forma semplificata l’atomo è una particella di energia inconsapevole della propria esistenza.

L’atma è una particella di energia consapevole della propria esistenza.

Il sottile e il grossolano

In termini chimici, non vi è grande differenza tra il corpo e il pavimento. Tra l’atomo di carbonio nel mio ginocchio e quello del tappeto, tra l’atomo di azoto nella mia unghia e quello nella porta, non c’è differenza materiale. Quando io, l’anima, lascerò il corpo, i suoi elementi ritorneranno all’aria, all’acqua o alla terra. In effetti, io potrei persino essere seduto sugli atomi che una volta facevano parte del corpo di qualcuno! Esiste una quantità inimmaginabile di integrazione e disintegrazione di forme e strutture che usano gli stessi componenti che sono sempre esistiti.

Come sostengono le leggi scientifiche, gli atomi non possono essere creati dal nulla. Ciò ci porta a concludere che gli stessi atomi che sono sempre esistiti sono coinvolti nei cambiamenti delle forme, colori, suoni e movimenti del mondo fenomenico. Tutto è solido in apparenza, ma in realtà è un’illusione conseguente alla nostra visione calibrata solamente sull’aspetto fisico.

Se avessi la dimensione di un elettrone, non vedrei nulla di solido. Persino la cosa più semplice sarebbe un universo di oggetti sfreccianti ad altissima velocità. Se fosse quella la mia dimensione, avrei grande difficoltà persino a spostarmi da dove mi trovo alla porta e, una volta arrivato lì, non saprei riconoscerla in quanto tale.

La materia è energia luminosa condensata. È solo a causa della visione fisica e delle associazioni mentali associate alle cose che non la vedo così. Quando vedo le cose dalla prospettiva del sé spirituale e non dell’io corporeo, la differenza è altrettanto enorme. Non vedo più russi, americani, neri, bianchi, uomini, donne; vedo solo anime come me. Se osservo le cose dalla prospettiva della coscienza di me-corpo, cioè nel suo aspetto grossolano, il mondo che costruisco intorno a me e nel quale poi vivo lo sarà altrettanto.

Vedendo le cose dalla coscienza di me-anima, vivendo in tale mondo, è facile comprendere come la materia o qualsiasi trasformazione molecolare io possa immaginare o avere come riferimento, non potrà mai darmi pace, amore o potere spirituale, semplicemente perché l’anima non è il corpo, non è materia. Non appena il sapore del mio cibo preferito lascia la lingua, smette anche di darmi piacere. La materia può soddisfare solo quando stimola questo o quel senso. Per quanto bello o attraente possa essere un qualsiasi oggetto tangibile, palpabile, udibile o visibile, esso non può appagare l’anima.

Pensiamo che forse attraverso il rilassamento muscolare, la sauna, i massaggi, lo jogging, o le infinite forme di terapie fisiche, potremo avere un’esperienza di pace. L’attività fisica, per quanto rilassante o importante possa essere per ragioni di salute, non è la pace dello spirito. Allora, se né il mondo materiale né quello fisico possono darmi la pace, che cosa posso fare? Mi rendo anche conto che altre persone ricercano, come me, la stessa cosa. L’unica cosa che rimane, una volta raggiunta la conclusione di cui sopra, è che devo guardare dentro me stesso.

So che da qualche parte dentro di me c’è pace, ma sembra difficile da trovare e liberare. Si trova in profondità e la procedura di recupero è molto sottile e delicata. Ho bisogno di sufficiente preparazione per portare la mia pace in superficie. Tuttavia, così come posso riportare alla memoria una qualsiasi scena del passato e provare di nuovo la stessa gioia, allo stesso modo io posso rivivere la mia esperienza originale attraverso la meditazione. Il procedimento richiede costanza e forza di volontà.

Azione e reazione

Una delle principali leggi metafisiche è quella del karma. Questa parola significa letteralmente azione, ma ha la connotazione di causa ed effetto. Purtroppo, l’idea che è stata trasmessa in Occidente è che karma è un’altra parola per indicare la sofferenza:

· Che karma, così giovane eppure con una malattia così terribile.
· Povera donna! Che karma avere una marito che la maltratta così.

L’aspetto positivo del karma è stato quasi dimenticato. La nozione che raccogliamo ciò che seminiamo viene sostenuta dalle principali filosofie e religioni del mondo, ma la maggioranza delle persone ignora ciò che essa implica. L’espressione fisica di questa verità è la legge di azione e reazione di Newton. Se lancio una palla contro una parete, mi ritorna indietro con la stessa forza. In relazione al sé, se emetto pensieri, parole e azioni, questi mi ritornano con la stessa intensità.

Se procuro dolore, riceverò dolore. Se procuro felicità, riceverò felicità. I pensieri, le parole e le azioni che genero per un beneficio spirituale personale o a vantaggio di altri, hanno un ritorno positivo. Coloro che agiscono contro il mio stato naturale di pace, amore e felicità o quello degli altri riceveranno lo stesso tipo di sofferenza.

La punizione non proviene dall’Essere Supremo, dalla divina provvidenza, dal destino o dalla sfortuna, ma è semplicemente l’effetto boomerang di pensieri, parole e azioni non benefiche. L’individuo punisce o ricompensa se stesso. L’effetto di alcune azioni non è sempre immediato, come quando una palla rimbalza contro una parete. A volte l’effetto arriva al momento della causa, a volte dopo un giorno, un mese, un anno, o anche dopo una o più vite. Il pagamento per le azioni compiute può essere richiesto per intero, per esempio una persona può nascere senza braccia. Ma si può pagare anche un po’ per volta, per esempio con una malattia cronica che si manifesta periodicamente.

La retribuzione dal passato può manifestarsi anche come ricompensa. Posso nascere in una famiglia agiata oppure guadagnare un po’ per volta con il procedere della vita.

Debiti karmici

Se fossi solo ad agire in questo mondo, l’unico scambio possibile sarebbe quello tra l’anima e la materia. Se tratto bene la materia, questa mi tratterà bene. La complessità deriva dal fatto che inevitabilmente interagiamo con le altre anime oltre che con la materia. Questi interscambi formano quelli che con l’andare del tempo vengono chiamati debiti karmici. Con il tempo questi formano la base di qualsiasi relazione che io stabilisco con chiunque altro: procurare e subire sofferenza o dare e ricevere felicità.

Quando capii per la prima volta che una data relazione va bene o male a causa dei debiti karmici, ammetto che cominciai a pormi troppe domande. Volevo capire chi, tra i miei amici e parenti più intimi, era stato che cosa nei miei confronti in passato. Cominciai immediatamente a perdermi nella complessità del tutto. Ho un pessimo rapporto con il mio capo perché in passato era il mio socio e lo avevo ingannato e ora mi restituisce quello che merito? Ma che cosa mi aveva portato a ingannarlo? E poi la causa della causa della causa… Decisi che non era il caso di addentrarmi troppo, perché comunque non avrei potuto cambiare il passato. Avevo solamente il presente su cui lavorare.

Riuscii a capire che le anime che personificano il ruolo di genitori, mariti, mogli, figli, amici, colleghi e conoscenti formano una vasta rete di interscambi per dare e ricevere dolore e felicità che si perde nella storia. Per di più, ciò può avvenire sia per debiti contratti nel passato che per quelli contratti nella vita attuale.

Le relazioni più forti che ho attualmente sono state stabilite con molta precisione prima della mia vita attuale. Ci siamo conosciuti in altre esistenze e molto probabilmente con altri tipi di relazione. Adesso il figlio ritorna come marito, l’amico di qualche precedente incarnazione ritorna come fratello ecc. Probabilmente è per questo motivo che in molte tradizioni religiose c’è la speranza che dopo la separazione causata dalla morte fisica incontreremo nuovamente le persone care che sono trapassate.

Finché esiste un debito, continuerà lo scambio interattivo. Quando non c’è più niente da dare o da ricevere, i sentieri si separeranno a causa della morte, del divorzio o semplicemente per la perdita di contatto. Quanti amici tra quelli a cui ho giurato eterna fedeltà ai tempi della scuola ho ancora, per esempio?

Rinascita

Vedere il processo dell’esistenza umana a livello personale che dal passato continua nel futuro, offre decisamente all’anima un elevato livello di sicurezza. Si comprendono le affinità e le avversioni. La sensazione di avere incontrato qualcuno precedentemente o di essere già stato in un determinato luogo, sono così comuni che l’idea di una casualità cosmica non è più sostenibile.

Una volta persi completamente i contatti con un amico con il quale avevo fatto un viaggio di alcuni mesi in Indonesia. Sei mesi dopo mi trovavo a Londra per la prima volta nella mia vita e stavo passeggiando in centro. Svoltando l’angolo di Piccadilly Circus mi scontrai letteralmente con lui, e nessuno dei due era al corrente della presenza dell’altro a Londra. Rinnovammo la nostra amicizia e ci mettemmo in viaggio per l’Inghilterra per altri sei mesi. Quali sono le probabilità matematiche che una simile circostanza avvenga per caso? Ovviamente avevamo altri debiti da saldare.

Se c’è un ordine così preciso nei minimi particolari delle cellule e degli atomi, perché non può esistere un ordine altrettanto preciso che determina le relazioni che si estendono per lunghi periodi di tempo? Nell’impossibilità di far fronte a tutti gli impegni karmici in una sola vita, è necessario incarnarsi un nuovo corpo per garantire che tutte le azioni positive e negative ricevano la loro compensazione.

Non sorprende che una buona parte dell’umanità creda o abbia una certa nozione della rinascita o reincarnazione. Pur senza menzionare queste due parole, i cristiani parlano di un’altra vita in paradiso o all’inferno. L’idea che quando moriamo le nostre azioni ci seguono è diffusissima. Un concetto che di per sé contiene l’aspetto principale della legge del karma: dopo la «morte» subiremo l’effetto delle nostre azioni.

Noi siamo esseri spirituali e abbiamo attraversato lo stesso processo di nascita, vita e abbandono del corpo alla morte. La questione di rinascere in un altro corpo è riconosciuta da gran parte della popolazione umana.

La mente, l’intelletto e la personalità che ho adesso, sono stati presenti in altri corpi, hanno conosciuto altri luoghi e situazioni, e sono stati coinvolti in altre relazioni. In sintesi:

Io sono la stessa anima che sono sempre stata!

Visione a lungo termine

Poiché l’anima non è l’attuale personalità, sesso, religione o età, e ha personificato molti ruoli diversi in passato, anche il futuro promette una grande diversità.

Diciamo che attualmente rivesto il ruolo di un uomo di razza bianca, brutto e razzista, mentre in una vita precedente mi trovavo nel corpo di una bella donna nera e gentile. Se avessi questa visione, come potrei sostenere le mie posizioni razziste? È come un immenso gioco di scambio di ruoli e di costumi che coinvolgono gli stessi attori.

Se io sapessi di avere la possibilità di rinascere in un corpo di sesso opposto, in una cultura o in una società completamente diversa, dovrei necessariamente imprimere in me le qualità di tolleranza e rispetto. Darei valore alle culture e apprenderei le loro lezioni senza blocchi interiori.

L’originale e l’attuale

La differenza tra lo stato originale del sé e quello attuale si può paragonare alla differenza che esiste tra il canovaccio di un arazzo e il disegno che vi è ricamato sopra. Il canovaccio serve come base e in quanto tale sostiene tutti i fili colorati. Man mano che ci si ricama sopra, il tessuto non si vede più e prende forma il disegno.

Allo stesso modo, quando guardo me stesso, riesco a vedere solo il disegno di ciò che sono diventato. Il canovaccio originale – puro e semplice – non è visibile anche se è ancora lì!

Ignorando il canovaccio della mia esistenza, spreco tempo, denaro ed energia per sistemare i fili delle varie azioni che compongono il disegno della mia vita attuale: un po’ più di blu qui, un punto di rosso lì, riprendere il motivo dall’altra parte.

Se non prestassi troppa attenzione al disegno di questo arazzo, forse noterei il tessuto originale. L’arazzo del sé è diventato troppo complesso poiché lo sto ricamando da molte vite. Che cosa gli è accaduto? Non solo è diverso dall’originale, ma si è anche sporcato. Ha accumulato la polvere di troppi dettagli.

Passando da una vita all’altra, porto con me solo le tendenze e non i dettagli. Non posso ricordare chi o che cosa sono stato. Devo persino imparare di nuovo a parlare, scrivere e far di conto! Quando lascio un corpo per entrare in un altro, sono le tendenze o sanskars che decidono il mio nuovo corso. Sono loro che stabiliscono il luogo, la famiglia, il ceto sociale, il tipo di corpo, il genere, la bruttezza o la bellezza della mia nuova nascita. Se l’intelletto ha abdicato al ruolo di prendersi cura del sé, l’arazzo diventa molto difficile da ricamare in modo comprensibile.

Che cosa posso fare?

Al fine di riprendere in mano le redini della mia vita, ho bisogno di comprendere che:

  • · Il passato crea il presente, il quale a sua volta produce il futuro; è sempre stato così.
  • · Non sono vittima del mio passato. Devo rapportarmi ad esso con responsabilità.
  • · Non serve piangere sul passato. Devo trasformare il dolore in apprendimento. Se semino lamentele, anche i frutti saranno dello stesso genere. Se semino gioia, raccolgo gioia.
  • · Sono responsabile al 100% della mia situazione attuale qualunque essa sia. Sono stato sicuramente io a crearla.
  • · Posso cambiare il mio presente in modo tale da eliminare il fardello creato in passato.
  • · Sono l’architetto del mio destino. Fato o destino sono solo l’effetto delle mie azioni. Io attraggo il mio futuro.

Interazione

L’autocontrollo ottenuto grazie alla pratica della meditazione è evidente, specialmente quando analizzo il mio comportamento. Riesco a conoscere molto meglio me stesso attraverso le reazioni che attraverso le mie azioni.

In un’atmosfera spirituale è facile essere spiritualizzati. È quando mi ritrovo in circostanze avverse o incontro persone con le quali ho dei debiti negativi da saldare che posso capire realmente qual è il mio grado di spiritualità.

Poco prima che fosse assassinato, al primo ministro israeliano Rabin fu chiesto perché aveva concluso un trattato di pace con i palestinesi. Rispose che la pace non era qualcosa che si fa con gli amici, ma con i nemici. Parimenti, non dobbiamo imparare a tollerare chi ci è simpatico. Dobbiamo imparare a tollerare quelli che non ci sono molto simpatici.

Grazie ai poteri spirituali che la pratica della meditazione mi dona, posso mantenermi in uno stato tranquillo e benevolo. Poiché non mi aspetto né chiedo alcun particolare comportamento da nessuno, anche se qualcuno fa qualcosa di completamente assurdo o provocatorio, io rimango sereno. In precedenza, la stessa situazione mi avrebbe fatto infuriare.

Con la forza che ricevo dalla meditazione, rimango gioviale e rispettoso di me stesso. Non c’è nulla che mi colpisca o mi influenzi negativamente. Quando vedo gli errori degli altri mi sento comprensivo. Quando vedo i miei, invoco il potere di cambiarli.

Spiritualità in azione

Le azioni non si valutano solo in base alla quantità ma anche alla qualità. I poteri spirituali sono rappresentati attraverso le immagini e le scritture dell’antichità sotto forma di esseri con otto, dieci e persino migliaia di braccia e molte teste.

Storie di gesta sovrumane come quelle narrate nell’Odissea di Omero e nei racconti epici induisti Mahabharata e Ramayana, per citarne solo alcuni, rimandano alla conquista del bene sul male. È stato il tema di molti miti, parabole e favole.

Il fondamento di questo mondo umano è l’azione, perché sono le azioni degli esseri umani che ci danneggiano o ci fanno prosperare. Il potere delle azioni, pertanto, è più riconoscibile del potere dei pensieri, nonostante questi ultimi possano essere superiori.

Quando la spiritualità è abbinata a pensieri e azioni, le qualità positive cominciano a risplendere con grande intensità.

Se sono forte spiritualmente, ho il potere di cooperare, di tollerare, di rientrare in me stesso quando è necessario, di lasciare andare il passato, di conciliare situazioni diverse, di affrontare ostacoli, di discriminare, di giudicare ecc.

Se la luce e la forza dell’anima diminuiscono, c’è un generale indebolimento di tutti questi poteri.

Per esempio, se mi ritrovo ad affrontare una situazione spiacevole senza disporre del potere sufficiente a dimenticarla e lasciarmela alle spalle, mi resterà la sensazione di essere stato costretto a tollerare troppo.

Ciò fa pensare che un vero potere spirituale sia venuto meno. La vera tolleranza è quando non mi accorgo neppure di dover tollerare qualcosa. Una persona veramente paziente non sta a guardare l’orologio o a brontolare internamente se il treno non arriva, benché sembri calma esteriormente. Se una qualità è veramente spirituale, essa permea la vita interna ed esterna in modo naturale.

Lo zucchero è dolce a qualsiasi ora del giorno perché le sue proprietà chimiche producono la sensazione di dolcezza sulla lingua. È sempre dolce. Allo stesso modo le virtù e le qualità diventano poteri reali quando vengono trasformate in caratteristiche che non variano da un momento all’altro.

Non dirò più, per esempio: sto tollerando, ma sono tollerante.

L’effetto della meditazione

Gli effetti che la meditazione può apportare nel contesto del karma possono essere così sintetizzati:

  • · Genera il potere di eliminare il peso del passato.
  • · Dona un senso di chiarezza e leggerezza nel presente.
  • · Libera i sentieri del futuro da possibili ostacoli, generando energia positiva.

Meditazione 6

Recati nel tuo consueto luogo di meditazione, siediti comodamente con la schiena dritta e gli occhi aperti, rivolgendo lo sguardo su un punto davanti a te. Crea i seguenti pensieri lentamente e coscientemente:

Ho una percezione genuina del mio vero sé… separato dal corpo fisico… un punto minuscolo di luce cosciente che brilla al centro della mia fronte… tutto ciò che sono sempre stato e sarò si trova in questo punto…

Tutti i sentimenti, le immagini e le decisioni passano attraverso di me, l’anima… Sono un punto di pace, potere, amore….

Ho fatto un lungo viaggio attraverso molti costumi fisici per giungere qui e ora in questa forma fisica… ho perso il contatto con il mio vero sé… ho posto dei limiti intorno a me… E per questo ho creato solo dubbi, illusioni e insicurezza… ma ora sono ritornato a me stesso… sento di essere come realmente sono… un essere colmo di pace….

Sono seduto sul mio trono tra le sopracciglia con questa certezza… non ho bisogno di ricercare la pace poiché essa è una mia specificità… Non è qualcosa fuori di me… Adesso comprendo che la Madre della Pace è questa pura consapevolezza del mio vero sé….

Percepisco la mia essenza in modo semplice e chiaro… la mia attenzione è rivolta naturalmente alla mia dimora originaria… capisco di non essere materia… Sono solo un ospite in questo mondo fisico. Mi ricordo della dolce casa silenziosa… una regione oltre l’universo fisico eppure distante solo un pensiero…

Mi visualizzo mentre fluttuo liberamente in questa luce dorata e percepisco il mio stato originale… quello antecedente alla mia venuta sul campo dell’azione… senza relazioni, legami, debiti karmici… nulla… Sono totalmente libero e colmo di pace e potere… completamente distaccato eppure ricolmo di amore puro…

Vedo me stesso in questo stato originale e sperimento ancora una volta questa bellezza… una piccola stella di energia cosciente, pura, immacolata… illimitata… Resto per qualche minuto in questo totale rispetto di me stesso… Poi… lentamente… ritorno sul piano dell’azione…

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