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Oscurità e luce

pubblicato il 12/05/14


di Ken O’Donnell

Vizio e peccato si sono sempre contesi il primo posto nella storia della teologia. Personalmente preferisco la parola hindi vikarma – traducibile, a seconda del contesto, con azione negativa/karmica – perché ha la connotazione di un’azione fatta contro la nostra verità intrinseca o quella altrui.
Al fine di disciplinare il comportamento umano, sono state imposte molte norme, religiose o di altro tipo. Nonostante ciò, sembra che la luce o la forza spirituale degli esseri umani sia diminuita. Ne possiamo comprendere le ragioni senza diventare moralisti.

Come l’oscurità è semplicemente l’assenza di luce, la negatività dell’anima si manifesta in vari cosiddetti vizi quando la sua luce o forza spirituale si affievolisce.

La luce ha sempre una sorgente, l’oscurità mai. Allo stesso modo non c’è una sorgente che emana negatività umana. Non fa parte della vera natura del sé, ma implica semplicemente la mancanza di energia spirituale. Quando il livello di questa energia diminuisce, i sintomi della negatività si manifestano come rabbia, avidità, arroganza, attaccamento, cupidigia, pigrizia e i loro derivati.

Queste tendenze negative sono la materia prima di qualsiasi sofferenza emotiva. Il loro progenitore risiede nella consapevolezza che l’anima o il sé sia il corpo. I loro sostenitori sono le illusioni. La loro progenie è la possessività, la gelosia, l’invidia, la paura, la preoccupazione, l’avarizia, l’indolenza, l’irritazione, l’orgoglio, l’ambizione… l’elenco è infinito.

Se osservo superficialmente il giardino interiore che sono, può sembrarmi solo un ammasso di sterpaglie. Ma anche così, qua e là, posso sicuramente trovare i fiori delle varie specialità, talenti, abilità e virtù. Per farli crescere e sradicare le erbacce, devo rimboccarmi le maniche e mettermi al lavoro. Purtroppo, il giardiniere, o intelletto, ha trascurato il giardino per lunghissimo tempo.

Quando osservo i miei tratti caratteriali, sono tentato a credere di essere sempre stato così e che sarebbe impossibile apportare un cambiamento. Potrei persino domandarmi: come posso trovare pace e amore durevoli quando vedo tanti difetti dentro e intorno a me?
La proliferazione degli aspetti negativi è così diffusa che è facile scoraggiarsi ancor prima di metter mano a una semplice ripulitura di questo giardino. Ciò nonostante, le piccole zolle fiorite e il profumo tra le sterpaglie suggeriscono che il giardino merita di essere recuperato.

Se comprendo realmente che lasciando questo giardino interiore pieno di erbacce ne avrò solamente dei danni, e che è questo il motivo per cui mi trovo a vivere senza troppo impegno o controllo, allora ho bisogno di chiamare a raccolta il coraggio e affrontare la situazione.
Solo quando ho un profondo desiderio di ripulire il mio stato interiore, posso cominciare a trasformarlo.

Quando il potere del sé aumenta attraverso l’apporto della conoscenza e la pratica della meditazione, la negatività gradualmente scompare come le nuvole disperse dalla luce del sole.
Immagina di essere una lampadina provvista di occhi che cammina e parla.
Quando sono spento, posso vedere le cose solo nelle varie gradazioni di grigio e nero. Quando sono acceso, riesco a vedere colori vivaci nelle stesse cose che vedevo prima. Allo stesso modo, osservare la vita da una modalità spenta, fa apparire tutto insipido e poco interessante. Il potere spirituale fa ritornare la voglia di vivere.

Il discernimento nella modalità spento è difficile e ancor di più lo è la comprensione. Se recupero la mia luce e vedo le cose come sono, riesco a comprendere e ad apprezzare la bellezza che mi circonda.
Il problema non è tanto la negatività. È semplicemente una questione di estensione del mio potere. Se sono debole, domineranno i tratti del mio carattere che sono più correlati ai vizi. Se sono forte, non hanno la possibilità di influenzarmi.

Parecchi anni fa, mi divertii molto a una conferenza tenuta da un famoso maestro brasiliano di yoga. Questi domandò ai presenti chi o che cosa credevano fosse il diavolo. Le risposte giunsero spontaneamente: il demonio con il tridente, Lucifero, Satana, non esiste…
Rivolgendosi al pubblico, replicò con calma che nessuna risposta era corretta. Scherzando, disse di guardarci allo specchio alla prima occasione di rabbia o irritazione, delusione o frustrazione e avremmo visto ….. il diavolo. Una risata si diffuse in tutta la sala quando ci assicurò che non c’era niente da ridere.  

La negatività è quando la nostra coscienza è spenta.

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