pubblicato il 10/04/14

 


Potremmo forse dire: perché non crederci?

Chiamata anche metempsicosi, è il processo naturale che vede il passaggio di un’anima da una vita a quella successiva.  Pitagora e la sua scuola sono stati tra i primi, nella storia documentata, a sostenere il concetto di reincarnazione.  Platone a sua volta fece della reincarnazione il perno della sua conoscenza.  Ma al di là della storia e della filosofia, tre quarti del mondo credono in questo, alcuni per fede, altri per esperienze dirette di memorie del passato e altri ancora perché hanno approcciato l’argomento con studi scientifici. 

Questo video ne è un esempio:
 

Riscoprire la propria identità, quella di un’anima che ha un corpo anziché pensare di essere un corpo con un’anima, riposiziona la propria coscienza e allarga il proprio orizzonte.  Offre lo spazio per la percezione della propria eternità e sfata i limiti della dimensione fisica come sue condizioni naturali.

Quindi la reincarnazione è un processo di rinascita: ad ogni morte corrisponde una nuova nascita e l’apertura di un nuovo capitolo in un’infinita storia di vita.
Come mi sentirei affermando: sono un’anima immortale, senza fine..  Il corpo ha fine, lo vediamo, ma l’anima ha altre caratteristiche. Cosi si riduce la paura della morte e si aumenta il desiderio di vivere correttamente.

Cosa viene con me?
Nel suo trapasso l’anima porta con sé le impronte caratteriali accumulate in quella vita ed entra nel corpo di un bambino non ancora nato, mentre quel corpo è ancora nel ventre materno. Questo accade normalmente tra il quarto e il quinto mese di gravidanza. Un’anima umana entra solo in un corpo umano e il tipo di corpo e le condizioni di nascita sono determinati dalle azioni passate compiute cioè nella sua vita o vite precedenti.
Lasciare un corpo, ovvero morire, è spesso accompagnato da sofferenza e questo ha reso la morte qualcosa da temere. Di fatto temiamo di più la sofferenza che non il viaggio verso una nuova realtà.

Ti è mai capitato di incontrare qualcuno per la prima volta (apparentemente), ma che hai avuto la sensazione di aver già incontrato prima? O sei proprio sicuro di averla incontrata precedentemente… eppure non in questa vita? ‘Precedentemente’ potrebbe significare in un’altra vita? Per i sostenitori della reincarnazione, è sicuramente una possibilità.

Lasciare un corpo è lasciare le persone care con le quali abbiamo fatto un percorso di vita insieme, ma le anime si incontrano di nuovo, in altre vite: la connessione fraterna è eterna. Cosi non perdiamo mai veramente nessuno (anche chi non vorremmo forse incontrare più…).
Morire, inoltre, non è solo una realtà fisica, si può morire dentro mentre il corpo ancora vive! Ad esempio, tanti anziani sono abbandonati alla loro triste vecchiaia, sembrano già “morti”, delusi dalla carenza di affetto familiare. Forse quella morte è peggiore. 

Infine, che uno ci creda o meno, l’idea è di vivere tenendo alti i propri valori e la propria etica di vita. Se agisco con questo criterio, so che alla bontà delle mie azioni corrisponde un buon raccolto (legge di causa/effetto).  Si dice che se vivo in modo pacifico e non violento, così sarà la qualità  della mia vita e anche della mia morte.
E non solo, una sorta di “fortuna” karmica viene seminata per le vite future. Credere di vivere una volta sola spesso porta ad arraffare il più possibile, ad essere scorretti e noncuranti della “semina”. Non abbiamo bisogno di attaccarci a questa vita pensando che è ‘tutto quello che c’è’. Chissà, magari, che ci creda o no, vale la pena agire al meglio e sentire la forza di una coscienza che vibra nella semplicità e fragranza delle qualità profonde dell’anima.

 

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Commenti

Icona utente gianfranco zambelloni il 23/01/16
Noi siamo ANIME che vivono provvisoriamente in un corpo. Quando il corpo muore l'Anima può reincarnarsi , seguendo la legge del karma.

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