Recensione Eventi

Perdonare

pubblicato il 22/05/13

Conferenza alla Brahma Kumaris Bologna con Moira Lowe
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Il tema di oggi è un tema importante per il mio cuore, il tema del perdono è un tema molto personale.

In realtà perdonare è un risultato finale, dopo un lungo processo di risanamento. Se portiamo con noi un fardello che ci fa sentire pesanti, che non ci permette di essere leggeri, per qualche sofferenza o umiliazione vissuta, arriverà comunque un momento in cui io dovrò lasciare andare quel peso e mettere mettere un punto finale.

È importante fermarsi e riconoscere quel dolore, invece abbiamo l’abitudine di vivere la nostra vita come una corsa, senza soste alcune, adeguandoci a portare il peso della sofferenza come se fosse “normale”!  Ma il risultato finale è che non sono felice. 

Viviamo nell’illusione della negazione, ma negare è peggio del dolore che sento, è come arrivare  alla negazione di quello che ci è successo e, non volendolo vedere, non possiamo andare avanti.

 “Toccare il fondo” è meglio di “essere in caduta”, perché almeno essendo già nel fondo sappiamo dove siamo e questo è molto importante.  Il risultato è quello di non sentirmi più vittima di nessuno e di niente, quindi nella disponibilità di fare questo viaggio interiore. 

Quando pensiamo a qualcuno che amiamo profondamente, lo posizioniamo nella nostra mente e cosa sperimentiamo? Che cosa sentiamo?

E ora pensiamo a qualcuno con cui abbiamo qualche difficoltà o conflitto… e in questo caso cosa sentiamo?

In questo momento possiamo vedere la relazione che esiste tra quello che penso e quello che sento!

Possiamo capire come i pensieri generano sentimenti.

Ad esempio, quanto uno si sente deriso, umiliato, ignorato o preso da varie aspettative, allora proverà una buona dose di frustrazione, se non delusione e/o tristezza: tutto ciò si trasforma in una “montagna” di dolore. Nel tempo quel dolore ci porta alla rabbia. 

Magari qualcuno mi ha offeso solo una sola volta, ma io penso e ripenso a quell’evento come se mi avesse offeso tante volte. Molti dopodichè iniziano a dire: “lui mi fa SEMPRE questo” oppure “non mi ha MAI fatto questo”.

Anche se una persona mi ha trattato male una sola volta, la mia visione continua ad essere ripetitiva, e influenzerà il modo in cui io vedo l’altro. E anche se l’altra persona ha cambiato atteggiamento nei miei confronti, la mia interpretazione continuerà ad essere la stessa, come se il disco si fosse fermato su quella traccia.  Inizio a vivere in un’illusione: è LUI che mi sta ferendo! Infatti è difficile ammettere che è la maniera in cui IO penso che mi sta ferendo. Vivere in questa illusione porta a re-agire a tutto, ovvero ad essere schiavi.. 

Al contrario, osservando quello che succede, inizio a recuperare la mia libertà. La libertà è la capacità di scegliere cosa fare, comprendendo che non sono una vittima di niente e di nessuno.

Questo non vuol dire che non ci siano provocazioni o situazioni avverse. 

L’anima è un’energia che fluisce in continuazione e cos’è quello che si muove? Le situazioni o l’anima? Avete visto “passare” una situazione? Invece avete fatto l’esperienza di “attraversare” diverse situazioni, vero?

Imparare qualche cosa, superare ostacoli, crescere.. sono tutte situazioni che state attraversando.

Dunque quello che è in movimento è l’ESSERE, le situazioni cambiano quando io cambio.

E quello che genera movimento nella mia vita è quello che penso.

Le cose nella vita capitano, succedono, PER ME, non succedono A ME, ma succedono proprio PER ME.

Tuttu quanti abbiamo un “provocatore” favorito cioè qualcuno che con molta facilità ci fa scattare delle re-azioni, non solo perché ci provoca, ma ci risulta irritante qualsiasi cosa dica o faccia.

Cosa accade in me quando mi sento provocata? La devo “importare” dentro di me, perché la provocazione è fuori di me. Se qualcuno dice qualcosa di offensivo, ma io non lo “importo” dentro di me, non mi fa effetto, non mi influenza, perché io possa sentirlo, prima devo pensarlo. E allora chi è che mi ferisce quando c’è una provocazione? Il mio provocatore o il mio pensiero?

Quante cose brutte succedono nel mondo? Ma noi non le stiamo sentendo ora, perché non le stiamo pensando. Però questa sera quando accenderemo la televisione, ascoltando il telegiornale e pensando a quello che vediamo, poiché ci staremo pensando, allora proveremo disagio, irritazione o dolore: “Che cosa terribile che sto vedendo!”

E allora da chi dipende? Dipende da me!

Se io non importo la situazione, se io non la ricreo, qua, nella testa, la situazione rimane fuori.

Questo non vuol dire che siamo indifferenti a tutto quello che succede, però quando io ho questa libertà interna per capire che questa è solo una provocazione o una prova, allora ho una percezione reale che mi permette di vedere osservare e rispondere o reagire. 

E allora chi devo perdonare per primo? 

Quando capisco che posso essere libero, allora veramente inizio a guardarmi dentro per pensare che cosa è importante per me, che cosa veramente ha un valore per me, che cosa io voglio raggiungere.

Abbiamo bisogno di silenzio interiore e di creare spazio per noi stessi. 

Noi creiamo la nostra realtà con ogni pensiero.

Quando uno inizia a cercare supporti o garanzie, inizia a schiavizzarsi, a diventare dipendente da tutto quello che noi NON possiamo controllare, noi non controlliamo niente di quello che succede fuori da noi stessi, ma quello che sì posso io decidere è quello che succede qui, nella mia mente.

E qual è il potere che protegge l’anima da qualsiasi situazione?

La nostra capacità di rimanere… CALMI.

Essere calmi non significa ignorare quello che sta succedendo.

La calma è una forza interiore che mi offre chiarezza. Ma perché questo sia accessibile non posso  importare tutto quello che sta succedendo, creando confusione e frustrazione. Come in un lago trasparente dove butto una pietra, se prima era trasparente, ora non lo è più perché c’è una onda che continua a espandersi. 

Quando siamo preoccupati perdiamo chiarezza. E quando siamo poco chiari, perdiamo sicurezza.

Dove c’è paura, è molto facile sbagliare.

E c’è un segreto meraviglioso della vita, ovvero -  Io solo sperimenterò il frutto delle mie azioni.

I pensieri sono i semi, che saranno poi il frutto di quello che sento. Questo ci porta a una realizzazione importante, all’Accettazione.

Quando non accetto vivo in un’illusione, nella proiezione e nel colpevolizzare, per ridurmi ad essere la “vittima”.

La sconfitta è il frutto di qualche errore. 

A volte non è facile perdonare in maniera verbale, per mancanza di umiltà o per una condizione contingente, però posso creare sentimenti molto positivi che raggiungeranno l’altro. Possiamo addirittura parlarci tra di noi anche senza parole. 

Perdonare l’altro significa liberarlo dalla mia energia negativa.

Ho bisogno di coraggio, per riconoscere che l’anima è geniale, piuttosto che pensare che sono un triste peccatore.  Ho bisogno di vedere le mie specialità.

Perdonare dovrebbe essere veramente naturale, nella libertà del mio essere. 

La meditazione è uno strumento molto potente, perché mi connette con quel luogo sacro, privato, nel mio mondo interiore, dove io sono in grado di osservare, riconoscere e sperimentare chi veramente sono.

E comunque abbiamo bisogno anche di molto potere per riuscire a sanare e guarire tutte le ferite del passato, da soli non è così semplice, e dunque ho bisogno della compagnia della Fonte, così come un fiore ha bisogno del calore e della luce del sole. Così anche noi anime abbiamo bisogno del caldo e della luce di Colui che può risvegliare la nostra bellezza. 

Siamo sensibili al Potere della Verità e al Potere dell’Amore. Insieme questi due ci permettono di guarire. Quando stiamo bene non c’è bisogno di perdonare, perché allora non causeremo più danni per noi e per gli altri.

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