pubblicato il 10/03/20


C’era una volta un orsetto che viveva nei boschi. Un giorno, mentre giocava, si imbatté in due tassi. Voleva giocare con loro, ma loro non volevano giocare con lui. Volevano fare la lotta. E così fecero.
Continuarono a prendere in giro il piccolo orsetto ogni giorno per una settimana.
Poi, un giorno, i tassi smisero di venire. E lui non vide più altri tassi per il resto della sua vita.

L’orsetto crebbe ed ebbe il suo orsetto. E la prima cosa che insegnò al suo piccolo fu che i tassi erano brutti, cattivi e violenti. E così quell’orsetto crebbe con la paura dei tassi, sperando di non incontrarne mai uno. Anche suo padre, ricordando le sue lotte con i tassi di quando era piccolo, diceva: “Ti auguro di non incontrare mai un tasso, quelle creature orribili e birbanti. Non li dimenticherò mai”.

Per anni, mentre l’orsetto cresceva e girovagava per la foresta, almeno una volta al giorno pensava: “Spero proprio di non incontrare un tasso. Spero di trascorrere una giornata senza tassi.”
E mentre così pensava speranzoso, aveva paura dei tassi.

Poi, un giorno fatale, incontrò tre tassi. Saltarono improvvisamente da un cespuglio giocando e ridendo tra di loro. L’orso si fermò e rimase paralizzato alla vista dei tassi.

Il suo unico pensiero fu:” Oh, no! I TASSI!” Quando i tassi lo videro smisero di ridere. Anch’essi rimasero immobili, come paralizzati. Poi, squittendo per lo spavento, si rifugiarono di nuovo tra i cespugli.

L’orso rimase sorpreso. Ma ci volle poco per capire il perché. In effetti era cinque volte più grosso dei tassi. Era un gigante agli occhi dei tassi. Da quel giorno in poi non temette più i tassi. Né mai più sperò di non incontrare tassi.

E la morale della storia? Vivere nella speranza è come vivere nella paura. La speranza è solo un tentativo di dare un aspetto positivo ad una preoccupazione!

Vivere nella Speranza
Sperare che qualcosa avvenga è anche un bel modo per evitare di FARE qualcosa affinché le cose avvengano o non avvengano.
Quelli che sono a capo di una squadra sportiva, quelli che sono in affari, le persone in carriera, quelli che devono gestire una famiglia, non si mettono seduti sperando per il meglio, ma si alzano e creano il meglio.

Essi fanno accadere il meglio perché sanno di poterlo fare. E questo è proprio il senso dell’espressione chiave: sapere di potere. Potrebbe essere questa la ragione per cui tanti decidono di accontentarsi della speranza? Vivono nella speranza perché ancora non SANNO di potere. Nel caso migliore hanno imparato a dubitare di loro stessi e in quelli peggiori hanno imparato a credere di non potere!

L’orso aveva imparato a credere che i tassi erano più grossi e più forti e quindi la sua speranza era fondata sull’ignoranza.
E l’ignoranza genera paura. Non appena si rese conto di essere molto più grosso e più forte la speranza divenne irrilevante, l’ignoranza svanì.

La speranza dice: FORSE un giorno potrò. Ma fino a quando viviamo nella speranza soltanto, è improbabile che quel giorno arriverà. E se dovesse arrivare, è probabile che sia troppo tardi!
Un po’ più in là si trovano quelli che non sono sicuri di potere, ma non sono pronti ad assumersi il rischio (paura) di scoprire se lo sono, oppure di cominciare ad imparare come esserlo.

Tutti abbiamo conosciuto questo stato qualche volta.

Per iscriversi alla Rajayoga Newsletter mensile:
http://www.rajayoganewsletter.com/newsletter.htm


Inserisci un commento

(La pubblicazione è soggetta ad approvazione da parte della redazione.)
*La tua email non sarà pubblicata
Autorizzo il trattamento dei miei dati secondo l'informativa privacy.
Codice di controllo

FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Iscriviti alla Newsletter

Privacy Policy      Cookie Policy