Recensione Eventi

Sviluppare contentezza

pubblicato il 11/12/11


  
 
C'è differenza tra la contentezza, la felicità e la soddisfazione! Qual è la differenza?
La felicità a volte può essere basata sugli stimoli dei sensi: sono felice di vedere qualcuno, provo felicità quando faccio qualcosa.
La soddisfazione è un adempimento di desideri limitati; abbiamo tante voglie e bisogni. Quando mangio del buon cibo o compro una bella borsa sono soddisfatta, ma in quel momento non direi di essere contenta.
La contentezza è uno stato interiore molto più profondo. Viene ad esistere come il risultato di uno stato di pienezza mantenuto per un lungo periodo di tempo, libera da ossessivi desideri per un lungo periodo di tempo.
Ma per sviluppare questo stato di “contentezza”, la prima cosa da capire è cosa è che mi rende scontenta.

Proviamo scontentezza quando troviamo che qualcosa sia difficile, quindi è abbinata ad una sorta di scoraggiamento, ad aspettative non compiute, contrarietà, imprevisti negativi, paura, cose ripetitive e molto altro.

Tutte queste dinaniche evidenziano uno stesso presupposto che contribuisce a ridurre la nostra contentezza, ovvera la mancanza di TOLLERANZA.

In questo mondo, il 99% delle persone ha una tolleranza “0” mentre sarebbe essenziale per una condizione interiore di maturità e per coltivare buone relazioni.

Quindi se qualcuno vi loda vi sentite bene, ma come vi sentite quando qualcuno vi insulta?
Questo richiede una profondissima esperienza di amore puro perchè una buona parte del nostro “amore” è un mix di desideri egoistici, aspettative, attaccamento e perciò tollerare risulta assai difficile.

Prendete l'esempio di madre e figlio, la connessione probabilmente più profonda. La madre tollererà qualsiasi cosa per il figlio perchè un amore molto grande che la porta a volere solo il suo bene. Questo è un segno dell’amore: volere il beneficio di qualcuno, senza invece renderlo come un business: “ti do se mi dai”, “ti do se mi offri qualcosa in cambio”.

Un amore vero non vede nè cerca colpevoli, attitudine in antitesi con l’armonia.
La dualità, dove qualcuno ha la colpa e l’altro è innocente, qualcuno ha ragione e l’altro ha torto, u approccio che separa e seziona, discrimina e divide.
Qualcuno che è profondamente contento non entrerà a far parte di questa “cultura” del colpevolizzare, perchè in senso più ampio tutti abbiamo delle colpe e tutti siamo responsabili. Ma non è ovvio se vedo le cose solo in superficie.

Le aspettative sono una forma di pigrizia....siccome io non mi prendo la responsabilità di farlo io, aspetto che lo faccia tu!

La tolleranza è pertanto il primo potere necessario per essere contenti. Il secondo potere è quello di “DISCERNERE”, cioè la capacità di vedere bontà e trovare soluzioni.
Le tante domande: “perchè dicono così”, “perchè fanno così?” L’atteggiamento critico compremette una visione più ampia che invece richiede il saper veramente discernere.

Nella fase di conflitto diciamo cose che non vorremmo e non riusciamo a mantenere chiarezza e stabilità. Cosi perdiamo il nostro discernimento e di conseguenza la nostra contentezza.

Qualcuno che è autentico non ha aspettative, capisce quello che deve fare e ... lo fa.

Il terzo potere necessario per mantenere contentezza è il potere di “chiudere” cioè di sapere mettere un punto finale e dire stop.
Perchè una delle cose che distrugge la nostra contentezza è il fatto di “entrare nell’espansione” vagando su cose non necessarie, come i pettegolezzi.
Quante conversazioni sono piene di “spazzatura” e cose insignificanti?
E' interessante notare che durante una malattia, alcuni diventano più silenziosi e questo permette loro di tollerare meglio il disagio e rendere la guarigione più veloce.

Altre persone invece parlano tantissimo della loro malattia creando così uno stato di scontentezza che avanza e rallentando, forse, il tempo di risalita.

Quindi è utile prestare attenzione chiedendosi:
• Ho bisogno di pensare a questa cosa?
• C'è bisogno di parlare di questa cosa?
• Ho bisogno di coinvolgermi in questa conversazione?

Se io sviluppo queste tre cose, la contentezza sarà come un ombra costante nella mia vita, non mi lascerà mai. In quali di questi tre poteri vi sentite deboli?

Una cosa importante è non farsi influenzare. Quando manchiamo di auto-rispetto, prendiamo tutte le preoccupazioni del mondo su di noi ed allora diventiamo troppo responsabili!

Il distacco facilita l’apprendimento dei tre poteri e la pratica regolare della meditazione è di grande aiuto. In questo tipo di distacco impariamo ad amare per non essere dipendente e per sentirmi sicura. Il distacco è una grande chiave.

Le relazione e le situazioni che viviamo sono come degli esami ai quali occorre prepararci.
Non costruite strategie attorno alle vostre reazioni; creeranno solo ulteriori reazioni. Andate in profondità nel vostro cuore e chiedetevi di che cosa avete realmente bisogno per sentirvi soddisfatti e contenti. Non perdete mai di vista l'obiettivo, non solo quello che avete scelto per voi ma anche quello di essere e rimanere contenti.

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