Recensione Eventi

Tu sei cò che pensi

pubblicato il 22/06/10


Pratiba, insegnante della Brahma Kumaris da 36 anni, vive a Nairobi e sta facendo un tour in Europa.

Om Shanti vuol dire io sono un essere pacifico. Non è qualcosa da dire o ripetere ma qualcosa da sperimentare, da vivere. Questa sera abbiamo scelto un argomento interessante, io sono ciò che penso. Se pensate di essere di poca salute, sarete di poca salute e se pensate di essere molto felici sarete molto felici.

Ci sono due aspetti da armonizzare: noi stessi e il mondo. Là fuori sta succedendo di tutto: terremoti, vulcani, inondazioni, disastri ecologici...... e non possiamo pensare che, succedendo in luoghi lontani, Islanda, Haiti ecc.., non ci riguardano. Il mondo è uno, ed è il nostro mondo, che tutti noi condividiamo. Tanta gente è arrabbiata, prova dolore, sofferenza, paura. Allora ci viene da pensare: sono io che penso in modo negativo o sono le situazioni che mi fanno pensare così? Chi è responsabile, io o le situazioni? Prima dobbiamo capire questa differenza.

Voglio condividere una piccola storia che ho letto da qualche parte e poi mi dite chi è il responsabile. È una storia vera, di una famiglia molto ricca, famosa e felice, marito, moglie, due figli e una figlia. Il padre fu invitato un giorno in una scuola che lui stesso aveva fatto ricostruire, in un villaggio e l'intera famiglia lo accompagnò ricevendo grande rispetto e onore. Alla richiesta di salire sul palco per un breve discorso, il padre esordì dicendo che lui era solo un membro di questo umile villaggio, che era stato nel passato un semplice insegnante in questa umile scuola e non c'è bisogno di dargli così tanto onore. I figli si arrabbiarono molto con il padre chiedendosi perché lui continuava a dire di essere un semplice insegnante anche dopo essere diventato un banchiere di successo. I figli erano molto egoisti e il padre rimase silenzioso. Dopo qualche giorno stavano viaggiando verso la casa della sorella dove c'era un raduno molto importane e la figlia chiese al padre di dire qualche parola. Lui iniziò dicendo che veniva da un umile e piccolo villaggio, era stato un insegnante ordinario in una scuola ordinaria e che da poco si stava prendendo cura di una banca ricoprendo una posizione molto alta. Che rabbia per i figli! "Eri un insegnante ordinario quarantanni fa! Ora hai un nome importante, hai fama, perché non sottolinei quello?" commentarono al loro padre.

Il padre non si lasciò influenzare dai figli e rispose che era un semplice insegnante di una semplice scuola di un piccolo villaggio e che si era trasferito in città solo per guadagnare di più per loro. Ero molto contento dove ero e sono contento dove sono adesso, ma sembra che voi siete sempre infelici. Quella stessa sera il padre e i figli dovettero partire per tornare in città per un appuntamento di lavoro la mattina dopo, attraversando la giungla in macchina tutta la notte. Mentre guidavano furono fermati da un ladro al quale il padre disse: "non ho niente, ero un insegnante ordinario di una scuola ordinaria in un villaggio ordinario, lavoro in banca ma quei soldi non sono miei". Non riuscendo ad estorcere niente, il malvivente decise di portarli dal capo che li avrebbe uccisi se non avesse ottenuto nulla. Il capo rinnovò la richiesta dei soldi della banca e il padre continuò con la stessa storia (era un ordinario insegnante...) allora il capo della banda tolse la benda dagli occhi del padre e inchinandosi con grande rispetto gli chiese scusa. Tutti rimasero allibiti per l'atteggiamento del capo. Si ricordava di quando era stato uno studente, in quella scuola ordinaria.. Ti ricordi, eravamo in due, io e mio fratello che tu lo hai aiutato a diventare quello che è oggi. Guarda invece come sono diventato io! Mi dispiace molto. Con questo sentimento che gli era emerso, decise di cambiare e fare un cammino buono.

Il padre disse al figlio che oggi erano al sicuro grazie a Dio, ma il figlio rispose: "- no padre, devo ringraziare te che hai ripetuto sempre quell'affermazione di modestia che ha salvato noi e anche il tuo studente".

L'essenza di questa storia è che ciò che noi pensiamo crea la nostra immagine e il nostro mondo.
Non sono le circostanze del mondo a creare noi, ma siamo noi a creare il nostro mondo. Se il mondo è pieno di sofferenza, dolore e negatività vuol dire che da qualche parte dentro di me intrattengo la stessa energia. Entrate in voi stessi e provate a cercare. Come si fa ad entrare nel sé? Con il silenzio. Se voi praticate il silenzio ascolterete voi stessi, parlerete con voi stessi e guarderete voi stessi. Siamo invece così abituati a guardare fuori, a guardare gli altri a parlare con altri, stare sempre con gli altri, prepararci con gli altri. Abbiamo bisogno di equilibrio. Mahatma Gandhi disse che c'è abbastanza nel mondo per gli esseri umani ma non c'è abbastanza per l'avidità degli esseri umani. L'avidità porta squilibrio e determina molta sofferenza, paura, insicurezza e povertà.

Il primo equilibrio è tra la dimensione fisica e quella metafisica o spirituale, tra il suono e il silenzio. A volte parliamo troppo e la nostra energia va sprecata, a volte invece stiamo così tanto in silenzio che diventiamo depressi. Se posso dire qualcosa con 5 parole non serve usarne 15!
Il tempo è di 24 ore, sempre, non è che alcuni hanno 30 o 40 ore. Provate ad immaginare voi stessi dal mattino fino alla sera prestando attenzione a ridurre le parole e le azioni. Risparmiereste così tanto tempo! A scuola, quando ero piccola, quando l'insegnante parlava mi concentravo molto e la lezione mi entrava subito.

Ascoltate voi stessi e apprezzatevi. Lui ha una bellissima maglietta, io no, lei ha una borsa bellissima, una macchina nuova, io no! Apprezzate ciò che avete, ciò che siete e creerete questa energia in voi stessi. Ma chi siete? Chi sono? Siamo energia, positiva, pacifica e mentre creo questi pensieri lo divento. Tutti noi siamo come delle piccole luci, stelle, e qualcuno ha commentato: - come fa una candela a dare luce a tutto il mondo? Io sono la scintilla e un'unica scintilla può accendere il fuoco, così io posso dare luce all'intero mondo.
Non vi scoraggiate pensando che il mondo sia così grande e io una piccola fiamma. Una scintilla accende un'altra scintilla e così insieme porteremo luce al mondo. Ho bisogno di pensare e agire in un modo illimitato. Guardate com'è il mondo attualmente, sembra "infeltrito", ridotto ai minimi termini.

Anni fa le famiglie erano numerose e contente di vivere insieme, pochi soldi potevano portare tanto, non c'erano cellulari, computer, televisioni, niente, ma alla fine della giornata avevano tempo per stare insieme. E oggi? Abbiamo tutto, eccetto il tempo! A volte i genitori non hanno tempo per i figli. Almeno in Italia, è ancora forte la cultura della famiglia, non accade in altri posti. Per qualche ragione le famiglie si stanno sgretolando, non solo con il divorzio ma anche nel disaccordo di come educare i figli. Spesso il padre lavora in una città, la madre in un'altra, i figli studiano altrove e la situazione risulta un po' sfortunata.
La nostra mente è ristretta, siamo diventati così centrati su di noi. Non importa cosa succede al vicino di casa o all'africano che vive in una altro emisfero, ma questa non è l'attitudine giusta.
Loro sono miei fratelli e quello che oggi succede a loro non è detto che domani non succeda a me. E' necessario rompere con i vecchi schemi di cultura e nazionalità.

Fare un'azione spirituale non vuol dire andare in chiesa o venire qua, dobbiamo portare la spiritualità nella nostra vita quotidiana, mentre camminiamo, lavoriamo ecc..
Riconoscere il valore di chi sta pulendo la strada e fargli un sorriso o salutarlo questa è anche spiritualità. Quando passano attori, ministri o persone importanti tutti si fermano a guardare, per loro abbiamo tempo ma non per la persona che al mattino pulisce i marciapiedi sotto casa. Un sorriso può essere un passo verso un modo di essere più illimitato.

Questa è la mia esperienza - io sono in una realtà spirituale da 36 anni e incontro tantissima gente nel mondo. In qualsiasi modo io possa aiutare, lo faccio con amore. Non è un aiuto materiale, non abbiamo soldi, ma abbiamo tempo per ascoltare la gente e facilitare la loro crescita. A volte persino posso conoscere qualcuno che può dare un lavoro a chi è disoccupato.

Avevo la mia base in Angola, un paese distrutto da 30 anni di guerriglia, quando a causa di una medicina, il mio corpo ha reagito molto male (la sindrome di Steven Johnson). Tutto il corpo era come bruciato, nero, ustionato. In ospedale i medici dicevano che stavo per morire ma sono riusciti a farmi un trattamento. Quando la gente veniva a trovarmi non mi riconoscevano, il corpo era messo male ma la mente era molto sana. Mi sono detta che la mia vita era dedicata al servizio dell'umanità e che con un corpo ridotto così non avrei potuto interagire con la gente, così mi sono fatta molta forza per guarire. I buoni auguri di tutti e l'amore che ho ricevuto hanno notevolmente contribuito alla mia totale guarigione. Sono passati 5 anni e nessuno crede che io abbia avuto questo problema.
Se fossi caduta in depressione sarebbe stato difficile guarire, ma ho pensato: "sono un messaggero di pace, al servizio del mondo e voglio continuare a servire, voglio aiutare la gente."
Tutto sta nelle nostre mani, le mani sono il modo di pensare e io sono il gestore dei miei pensieri. Che pensieri voglio creare? Anche nelle peggiori situazioni posso pensare al meglio, ho solo bisogno di un po' di pratica. La meditazione mi aiuta a praticare un modo di pensare positivo che arricchisce la mia personalità.

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