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Una vacanza alternativa

pubblicato il 11/02/12
Vacanza alternativa
‘Allontanarsi da tutto’ è qualcosa che moltissimi fanno almeno una volta all’anno. Le ferie o le vacanze sono diventate parte integrante della nostra cultura e qualcosa che aspettiamo con ansia. Per alcuni è una pausa dal lavoro, per altri è una fuga dal lavoro! Per tanti è semplicemente un tempo per rilassarsi ed essere contenti perché spesso tendiamo a percepire il lavoro come un tempo trascorso in un luogo stressante e spesso infelice. E per altri l’attesa è spesso migliore della realizzazione semplicemente perché dovunque tu vada, ci sei già!  E finché non vi sarà la realizzazione che qualsiasi stress o infelicità nella nostra vita sono creati da noi, persino le ferie annuali finiranno per essere un po’ deludenti.
 
E’ ovvio che non tutti diranno di sentirsi infelici e non rilassati al lavoro, tuttavia già l’uso della parola ‘lavoro’ può provocare una certa…ansia! Non sorprende che la stessa idea di lavoro tenda ad essere associata a definizioni come ‘male necessario’ o ‘sfacchinata quotidiana’. Qualsiasi cosa sia, sembra che ci sia bisogno di una vacanza!  
 
La Vera Vacanza!
 
Negli ultimi venti anni c’è stata un’esplosione di popolarità riguardo ai ritiri. Per centinaia di anni il ritiro era considerato quasi esclusivamente come una ‘meta spirituale’. Era al centro di una ricerca di una saggezza più profonda e di una visione più chiara sul vero significato della vita. Era il tempo in cui ci si recava in un luogo solitario, silenzioso, per dedicarsi all’introspezione. Lo scopo era quello di allontanarsi dalle distrazioni delle preoccupazioni mondane e dagli attaccamenti materiali per riscoprire la ‘dimensione spirituale’ in comune con il divino e realizzare la propria natura spirituale essenziale.
 
Il ritiro è stato un precursore dell’idea di andare in vacanza ed era costituito dai ‘giorni santi’ (holy days, in inglese). Era considerato come un tempo per rafforzare una connessione personale con la ‘sorgente’ in qualsiasi forma questa entità/energia venisse percepita o definita. Poi venne il mondo del lavoro con la pressione della fabbrica, della catena di produzione e l’emergenza di una società sempre più consumistica. Se da una parte questa situazione si collocava come ‘progresso’, non era una esperienza liberante o felice per l’anima. Le vacanze divennero necessarie per riposare e ricaricarsi. Un po’ di sollievo dalle durezze del lavoro e dell’ambiente lavorativo divenne parte essenziale della nostra cultura. Ma divenne anche un’altra ricompensa per aver lavorato sodo il che, tradotto approssimativamente, significava una compensazione per la ‘perdita di libertà e felicità’.
 
Al Lavoro!
 
Dall’altro lato della medaglia, per qualcuno, il mondo del lavoro è diventato una vera e propria via di fuga. L’aumento dei dipendenti dal lavoro o dall’azione, come quelli che rifuggono nel lavoro e non dal lavoro, viene spesso visto come un modo per evitare alcune dimensioni della vita ‘più importanti’. Queste possono andare da una fuga dalle responsabilità familiari alle difficoltà relazionali, dal bisogno di evitare di risolvere qualche trauma psicologico profondo o semplicemente evitare di assumerci la responsabilità della nostra vita. E’ quindi molto probabile che poi, sia lo stress da ‘evitamento’ che la semplice percezione dello stress del lavoro in sé, spesso entrambi, provochino alla fine una crisi personale e una ricerca di modi per centralizzare e riequilibrare la propria vita. A questo punto è possibile che si consideri più valido un ritiro piuttosto che semplicemente un’altra vacanza.
 
 
Ritorno a sé stessi
 
I veri ‘ritiri spirituali’ non si occupano affatto di rafforzare il nostro attaccamento a certe ‘credenze’, religiose o altro. Un ritiro di rinnovamento spirituale mira a condurci al di là delle credenze per aiutarci a riscoprire le ‘verità’ ritenute innate riguardo a noi stessi e a come vivere in armonia e in linea con quelle verità. Verità che sono già presenti, ma che giacciono sopite nella nostra coscienza..
 
In un autentico ritiro, con enfasi sulla spiritualità, il mondo viene temporaneamente messo da parte per concentrarsi sulla vera natura del sé. In stato di profonda riflessione, vengono esplorate domande sull’identità (chi sono io?), sul senso e sullo scopo (perché sono qui?). Alcune pratiche facilitano il risveglio spirituale attraverso il processo dell’auto-scoperta. In un ritiro spirituale c’è lo sforzo cosciente di condurre ad uno stato di silenzio e di quiete il rumore della scimmia mentale sovra stimolata. E’solo in questo stato di quiete che c’è la possibilità di udire e percepire la voce sommessa della propria saggezza spirituale. Nel silenzio il vero ‘IO’, il sé reale, viene rivelato e conosciuto come pura consapevolezza. Tutti i vari ‘io’ falsi, le identità fasulle (con il lavoro, i possessi, le persone ecc.) vengono visti per quelli che sono: identità illusorie. Queste perdono gradualmente il loro potere e decadono. Si scopre e si ripristina la vera natura dell’essere che è profondamente pacifica e tuttavia infinitamente potente.
 
Vacanze o Ritiri?
 
Mentre una vacanza è costituita dal ‘diritto annuale’ ad alcuni giorni lavorativi liberi, un ritiro è costituito da un certo numero di quelli che si spera saranno ‘giorni santi’, dove santi, in questo caso, significa giorni trascorsi ‘oltre la materialità’  Di solito una vacanza significa fare un viaggio verso una destinazione esotica nel tentativo di stimolare il nostro corpo al rilassamento! Un ritiro, invece, significa fare un viaggio verso una località molto semplice e comune, per meditare e riflettere, in modo da mettere fine a tutti gli stimoli affinché mente e spirito possano rilassarsi propriamente…finalmente! Mentre una vacanza tende ad essere focalizzata all’esterno, con giri e visite a luoghi antichi, lo scopo di un ritiro è focalizzato all’interno per ‘visitare l’interiorità’, riscoprire e prendere atto della propria saggezza innata.
 
Allora e Adesso
 
Mentre un ‘vacanziere’ ritorna carico di foto, ricordi e filmati delle sue avventure, il ‘partecipante a un ritiro’ ritorna molto più leggero per essersi liberato di vecchi ricordi, abitudini e schemi di pensiero e di comportamento di una vita. L’esperienza della vacanza svanisce lasciando una labile traccia di importanza, invece l’esperienza di un ritiro aumenta quando viene ripetuta quotidianamente. Ciò perché la destinazione della vacanza era molto distante, spesso migliaia di km, mentre la vera destinazione di un ritiro è il centro del sé che non ha distanza ed è raggiungibile in un secondo. Quando ricomincia il tran-tran lavorativo quotidiano, già si profila nel futuro la prossima ‘esperienza vacanziera’, mentre l’esperienza interiore del ritiro è sempre disponibile nel presente. Le vacanze diventano ricordi di ‘allora’, invece i ritiri sono accessibili ‘adesso’!
 
Differenze
 
Da qualche decennio a questa parte la parola ‘ritiro’ è stata dirottata. Oggigiorno viene usata per descrivere tutti i tipi di ‘significato’ da un week end di coccole in un centro benessere agli incontri aziendali in hotel a cinque stelle. Mentre ci è possibile sapere quando abbiamo fatto una buona vacanza, come facciamo a conoscere la bontà del nostro ritiro spirituale? Ecco sette indicatori di un ritiro ben riuscito:
1 Ritorni con una maggiore consapevolezza del tuo sé autentico e la comprensione di te stesso come essere spirituale inclusa la consapevolezza del come e del quando perdi il senso della tua ‘identità’ nel mondo fisico/materiale.
 
2 Ritorni con una più profonda visione e comprensione di come funziona la vita per quanto riguarda la dinamica delle tue relazioni quotidiane.
 
3 Ritorni con un metodo di meditazione che puoi usare per continuare a coltivare l’auto-consapevolezza.
 
4 Ritorni con una maggiore chiarezza sulle modalità di accesso alla tua saggezza innata e sull’applicazione dei tuoi poteri spirituali.
 
5 Ritorni con qualche buon consiglio su come modificare i tuoi stili di vita in modo da sostenere il progressivo risveglio spirituale.
 
6 Ritorni con una nuova prospettiva e una possibile ricollocazione del ‘ruolo del lavoro’ tra le priorità della tua vita.
 
7 Ritorni sentendoti rinfrancato, entusiasta e rafforzato per far fronte a quelle che prima sembravano essere relazioni e/o situazioni difficili.
 
Il Vero Ritiro Interiore
 
Se non hai ancora partecipato ad un ritiro nella vita reale in tempo reale in una reale località per ritiri, ecco un semplice esercizio per la tua pratica quotidiana quando le emozioni infiammano e arriva lo stress.:
 
Immagina di dirigerti verso una grotta su una collina o verso una casetta solitaria sulle montagne. Osserva te stesso mentre stai seduto immerso nel silenzio del tramonto. Il cielo è di una calda tonalità rosso-dorato. E’ una sera senza vento e tutto è quieto. Sei avvolto dal silenzio delle montagne e benché il tuo sguardo sia rivolto all’esterno, la tua consapevolezza è rivolta all’interno. Percepisci una sensazione di pace che emerge dalla profondità del tuo essere. Una voce sommessa sussurra al tuo orecchio interiore “va tutto bene, va tutto bene, tutto è come deve essere”. E in quel momento tutte le preoccupazioni, tutte le angustie, tutti gli affanni si dissolvono. Sei seduto nella quiete del luminoso potere del tuo stesso essere…silenzioso e immobile…solo essere… silenzioso e immobile…semplicemente… essere. 
 
Ogni volta che hai bisogno di ricaricare la tua energia personale con il potere della tua propria pace interiore, và ‘in ritiro’ e ritrova pace e potere. Grotte sulle montagne, casolari di collina, ashram e monasteri come ‘centri di ritiro’ sono solo metafore dello ‘spazio interiore’  della tua coscienza, il tuo spirito…TU! Puoi andarvi in qualsiasi momento, e con un po’ di pratica, ritrovi calma mentale e chiarezza intellettiva, in brevissimo tempo. E un giorno realizzerai che TU sei sempre stato ‘lì’ da sempre! A questo punto sorriderai e nulla di ciò che è ‘là fuori’ ti assillerà più.
 
Molti di noi, a un certo punto, desiderano trovare un luogo dove gli impegni, il rumore e gli agenti stressanti del mondo stiano alla larga –un luogo che possa corroborare lo spirito e darci la possibilità di essere in pace. Mentre l’andare in ritiro ti dà la possibilità di allontanarti da tutto ciò, di riflettere sulla vita e le tue relazioni, di conoscere te stesso e persino creare una nuova prospettiva di vita, il vero beneficio emerge quando ritorni ai tuoi impegni nella vita quotidiana. E allora molto probabilmente ti renderai conto del vero valore di aver trasformato le tue vacanze (holidays) in giorni santi  (holy days)!
 
Domanda: Perché vai in vacanza e che cosa pensi ti trattenga dall’andare in ritiro?
 
Riflessione: Quando vai al lavoro e il lavoro diventa molto importante o ti perdi nell’azione, da che cosa potresti star sfuggendo?
 
Azione: Decidi di crearti due momenti di tre minuti ogni giorno per esercitarti ad andare in ritiro con l’esercizio descritto sopra. Amplia l’esercizio per conto tuo.

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Commenti

Icona utente Silvia il 23/01/17
Buongiorno Stefania, ogni estate organizziamo diversi ritiri spirituali in Umbria e in Emilia Romagna, iscriviti alla Rajayoga newsletter e riceverai tutte le informazioni, un caro saluto Silvia
Icona utente Stefania il 22/01/17
Dove si possono fare questi ritiri vengono organizzati da qualcuno ?

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