Recensione Eventi

Unità e Felicità

pubblicato il 08/07/13

Roma, 16 giugno 2013 - Yoga Festival
con Antonella Ferrari 

Sia l’unità che la felicità sono due grandi argomenti, da dove iniziare?

Cosa viene per primo? Siamo prima uniti e quindi felici o siamo felici e quindi ovviamente uniti?

Sembrerebbe a primo colpo d’occhio che l’unità venga per prima.  Ma a generare conflitti e discordia è la nostra infelicità, insoddisfazione e sofferenza. Perciò se sono scontenta sarà facile che io provochi, resista e reagisca creando la stessa modalità di risposta anche negli altri.

Quindi direi che il benessere interiore viene prima dell’unità che ne è un prodotto.

Chi è insofferente fa un dramma di ogni piccola cosa.  Si diventa ipersensibili dove ci sono dei trauma che stanno ribollendo sotto la superficie del nostro territorio emotivo. Si diventa molto reattivi dove si sono accumulate tante frustrazioni, e ipercritici per le tante delusioni.

Questi stati d’animo hanno riempito uno spazio che sta tra il “me” (falso) e il vero me, l’anima.

La distanza che c’è tra la mia vera identità, quella spesso a noi stessi sconosciuta, e il sé/ego/identificazione, viene riempita da emozioni, percezioni superficiali e disagi emotivi.  Quella distanza, acutizzata dal tempo, è reversibile, è percorribile a ritroso. E magari anche con entusiasmo, basta sapere come si fa!

Infatti, mentre mi riavvicino al “vero me” sto unificando di nuovo il mio mondo interiore. L’unità è insita nel ricreare un benessere profondo. 

Unità vuol dire unire gli opposti e per questo serve molta forza. Mettere zizzania e molto facile e lo sanno fare più o meno tutti, senza grandi abilità. Ma unire ciò che è diviso, ricongiungere ciò che è distante richiede l’abilità di una mente forte e stabile. E soprattutto di un cuore generoso.

L’unità è consolidata con la pratica della meditazione. Meditare è essere presenti senza che la mente sia troppo occupata. Lo yoga ci insegna a unire le parti lacerate del se, con se e con Dio; di conseguenza con tutto l’albero dell’umanità essendo Dio il Seme. L’unione con questa energia superiore ci rende stabili. Lo yoga è un investimento di energia, un viaggio da fuori a dentro, da dentro in alto, e tutto ciò che accumulo sarà quello che ho da offrire agli altri.

 

Il dare genera felicità e per una felicità che non sia superficiale ho bisogno di prestare costante attenzione ai miei pensieri.

Preferite avere ragione o essere felici? Cosi chiese una volta Mike George, (scrittore). Se è la ragione a cui tengo di più, bene allora il prezzo è l’infelicità. Provate a fare un esperimento: la prossima volta che vi capita di discutere e tendenzialmente vorreste avere ragione… provate a lasciar andare. Poi notate come vi sentite.. veramente. 

Maeterlinck diceva: “Molte volte sono tentato di chiedere a coloro che incontro: da quanto tempo siete morti?"

Ecco, la felicità è avere quella luce negli occhi che rivela che siamo “vivi”.

 

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