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7 modi che aiutano al distacco

pubblicato il 12/03/20

Mike George

Il passaggio dall’attaccamento al distacco è essenzialmente un cambiamento di relazione; distaccarsi è cambiare la nostra relazione con l’oggetto dell’attaccamento.
Le parole più frequenti che indicano che abbiamo attaccamento sono: mio, il mio.
Queste parole esprimono una relazione tra possessore e cosa posseduta.
I miei soldi, la mia casa, il mio compagno, il mio corpo, il mio lavoro, la mia squadra, la mia idea, le mie convinzioni, indicano tutte la presenza di attaccamento e di una relazione tra un possessore e un possesso.

Questa relazione esiste solamente dentro la nostra coscienza. E siamo giunti a realizzare che quando tentiamo di possedere qualcosa o qualcuno ci predisponiamo ad una inevitabile sofferenza emotiva in forma di tristezza (dopo la perdita) o paura (di una perdita futura) o rabbia (prendersela per la perdita).

Per quanto possiamo sapere e riconoscere a livello intellettivo che nulla è mio in termini assoluti, il condizionamento che è alla radice della credenza possessore/possessi è così profonda che fare un cambiamento interiore richiede pratica.
E’ un cambiamento che in definitiva ci libera dall’interno e ci permette di vivere con maggiore leggerezza e disinvoltura all’esterno.

Ecco 7 modi che possono aiutarti a distaccarti.

1 Cambia la tua relazione da possessore a fiduciario

Usa questa modalità quando ti attacchi troppo a ciò che possiedi.
Ricorda a te stesso che nulla ti appartiene veramente. Da una prospettiva più elevata, cioè la prospettiva spirituale, non ti è possibile possedere nulla.
Tuttavia sei un fiduciario di ogni cosa della tua vita finché non arriva il momento che sia qualcun altro ad averla nella sua vita!
Speso possiamo dire poco o nulla sul quando questo si verificherà.

2 Lascia andare

Usa questa modalità quando sei aggrappato ad una opinione o a una posizione specifica. La prossima volta che ti ritrovi impegnato in un battibecco, disarma l’altro dicendo semplicemente: ”Non sono d’accordo con te, ma accetto quello che dici come tuo punto di vista. Dimmi qualcosa di più, così potrò capire meglio perché la vedi così”.
Ricorda a te stesso che ognuno ha un punto di vista diverso perché ognuno vede da un punto diverso. Quindi nessuno ha ragione.
Cercare di aver ragione e dimostrare a noi stessi che abbiamo ragione è uno dei più comuni annientatori della felicità.

3 Pratica il donare

Usalo quando riconosci di volere e di desiderare sempre qualcosa dagli altri.
Quando vuoi qualcosa sei già attaccato all’oggetto del tuo desiderio (inclusi certi comportamenti che vogliamo dagli altri). Dove? Nella tua mente.
Quasi tutti apprendiamo questa abitudine dal momento in cui nasciamo. Suona spesso come “Dammi, dammi, dammi!”
Questa abitudine può essere indebolita e infine interrotta praticando coscientemente il dare liberamente senza desiderare niente in cambio.

4 Prova mentalmente modalità diverse

Usa questa modalità quando hai paura di fare cambiamenti interiori e sei attaccato e a tuo agio con la maniera in cui stanno le cose.
Oppure quando sei aggrappato a qualche forma di auto-limitazione (non posso).
Tutti i migliori campioni nella maggior parte degli sport riconoscono il potere che deriva dalla visualizzazione mentale. Dedica alcuni minuti per visualizzare cambiamenti futuri come preparazione ad accettare e accogliere quei cambiamenti se e quando arriveranno.
“Visualizzati” mentre fai ciò che precedentemente pensavi di non riuscire a fare. Con la pratica, troverai di cominciare naturalmente a lasciare andare l’immagine del modo in cui stanno le cose e l’idea di non riuscire a farvi fronte.

5 Non identificarti con la situazione/risultato

Usa questa modalità in qualsiasi situazione, sempre e dovunque nella vita.
Ciò significa semplicemente non far dipendere la tua felicità da qualcosa fuori di te, specialmente dai risultati delle tue azioni o di quelle degli altri.
Non aspettare di conseguire una meta prima di concederti il permesso di sentirti felice e soddisfatto. Sii contento qualsiasi sia il risultato di qualsiasi cosa.
La felicità può essere una scelta e una decisione, non un’esperienza sporadica o una dipendenza.
Fa qualcosa di buono e nel processo di fare il bene noterai come la felicità nasca durante il processo e non solamente alla fine. Se così non è, probabilmente dovrai rivedere la tua definizione di bontà.

6 Immagina che la situazione sia gestita da qualcun altro, come lo farebbe?

Usalo quando il tuo attaccamento a qualcosa o a qualcuno sta chiaramente influenzando la tua capacità di interagire con calma e chiarezza con gli altri.
Dedica un momento a visualizzare come qualcuno di cui apprezzi la saggezza gestirebbe la situazione. Questa modalità allenta la presa mentale che hai alla maniera tua e indebolisce le tue abitudini reattive.
Se questa persona è vicino a te, chiedile come risponderebbe. Già il solo parlarne permette il cristallizzarsi nella tua coscienza di una prospettiva più distaccata.

7 Guarda la situazione con gli occhi dell’altra parte

Adatto a tutte le situazioni conflittuali, questo modo ti spinge a lasciar andare mentalmente il tuo attaccamento ad un solo punto di vista e a generare comprensione ed empatia.
Chiedi, ascolta, chiedi, ascolta, chiedi, ascolta è il segreto per comprendere il punto di vista degli altri. Quando lo fai, vedrai attraverso gli occhi di un altro e ti libererai nel processo.
Anche l’altro con molta probabilità si renderà conto della propria fissazione sulla sua maniera e diventerà più disponibile ad altri modi.
Non è un caso che molti processi di risoluzione di conflitti siano ispirati a questo genere di comprensione reciproca.

Domanda: Quali delle strategie menzionate sopra potresti usare immediatamente ed in quale situazione?
Riflessione: Prenditi un momento e rifletti sul perché ti attacchi alle altre persone, e sul perché l’amore non è attaccamento.
Azione: Fai un piano di utilizzo di ognuna delle strategie nella prossima settimana o sette settimane.

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