pubblicato il 05/01/12

Domanda di Samuele

Ciao Antonella,

dopo quasi 2 anni vissuti a Milano, ho richiesto all'azienda il trasferimento a Bologna, ho fatto un passo indietro.

Proprio alle soglie del ritorno a Bologna, mi è arrivata un'offerta di lavoro da un'altra azienda, un lavoro manageriale, meglio retribuito e potenzialmente stimolante.

Il fatto di possedere una casa a Bologna e lo stress del periodo che stavo vivendo a Milano, mi ha fatto mantenere nell'idea iniziale di tornare a Bologna, sebbene professionalmente non fosse un avanzamento, ma un tornare indietro.

Tornato in una città che conoscevo ma che ora vedo con occhi diversi, mi sento apatico e vivo con il costante tormento di non aver preso la decisione giusta, non essendo convinto che la decisione di privilegiare la vita privata rispetto al lavoro sia veramente quello che avrei voluto per me.

Forse mi sono mancati coraggio e determinazione, o forse col senno di poi capirò che è stata la decisione giusta, ma come posso affrontare al meglio questo tormento lacerante?

Grazie

Samuele
  
Risposta di Antonella

Ciao Samuele,

la nostra mente è assai contorta e ci fa vivere male anche quello che potrebbe essere una bella esperienza.
Il dubbio porta confusione e toglie molta energia come un virus.
Si dice che tutto quello che accade abbia un senso. E' un vecchio detto molto saggio perchè ci ricorda che siamo sempre in due a decidere: noi e il nostro destino (il karma).
Ogni tanto prendere decisioni è difficile perchè le opportunità sono molte e chissà qual'è quella giusta.
Posso decidere sulla base di quello che sento - sarà un passionale
sulla base di quanto guadagno - sarà un buon ragioniere e se estrema come attitudine un buon opportunista
sulla base delle opinioni altrui - sarò una banderuola
sulla base delle mie paure - sarò un codardo
sulla base dei miei principi - cascherò sempre in piedi!

Su quale base hai fatto la tua scelta? Da quello che capisco (ma potrei sbagliarmi) hai deciso cosi per dare spazio alla tua vita privata piuttosto che a quella professionale. Ma non ci sono due vite, ce n'è solo una. La tua.
Ed ha molto valore ma non per quello che fai (che tu sia un manager o una semplice impiegato, non è li che trovi la felicità nè un reale benessere) ma per quello che sei. Come sei? Fai una lista di quello che sei... forse una persona sensibile, attenta, poco materiale e più creativa, forse hai voglia di altro in questo tempo particolare...

Fai una piccola riflessione sulle tue qualità e scoprirai che hai tanti motivi per sentirti contento e soddisfatto della tua scelta. Hai seguito il cuore e non la testa. Questo è un plus, complimenti!
Se hai modo di meditare un po, questo può stabilizzare la tua autostima.

Un salutone e tanti Auguri.
Antonella 
 
 
Domanda di Laura


Come si puo' affrontare l'aggressivita' degli altri senza subirla, ma senza andare in reazione e come tradurre la propria aggressività in una grande energia vitale e non imploderla contro se stessi come sono portata a fare. L'aggrssività esiste e io vorrei imparare a gestirla. Grazie e buon anno.

Risposta di Antonella

Salve Laura
la tua è una domanda importante perchè penso che tanti, ma prorpio tanti, siano affetti da aggressità.
L'aggressività emerge come risultato nell'incompreso e si esprime con invadenza e prepotenza, imporsi per farsi spazio, urlando per farsi ascoltare. Ma sappiamo in modo razionale che non è perchè alzo la voce che sarò ascoltata e non è perchè mi intrometto che sarò considerata.

Invece quando la reazione non è espressa ma implode allora quell'energia segna dentro e determina un accumulo destinato ad esplodere quando raggiunge un certo limite.

Le reazioni che impulsivamente vengono dal profondo e partono senza controllo sono connesse con le nostre abitudini e attitudini caratteriali.
Per smussarne la portata è utile capire un principio o formula che trovi esaurientemente espressa in stessa newsletter nell'articolo intitolato come gestire il cattivo umore di Anthony Philips. Quindi ti suggerirei di leggerlo e farne tesoro.

Un modo comunque di raggirare l'ostacolo, sia che l'aggressività sia espressa o che la reazione sia motivo di implosione e repressione interiore, è la pratica dell'autorispetto. Un corso di questo tipo può fare molto bene perchè ti aiuta a ritrovare la stima di te stessa. Quando questa è carente facciamo cose non proprio coerenti, nè dignitose e tanto meno rispettose.
Dove c'è rispetto c'è tutela e un comportamento che va migliorando verso una stabilità interiore.

Spero di sia utile
Buon ANNO!
Antonella

Per iscriversi alla Rajayoga Newsletter mensile e ricevere informazione su corsi, eventi,  ricette vegetariane e tanto altro, clicca qui

http://www.rajayoganewsletter.com/newsletter.htm



Inserisci un commento

(La pubblicazione è soggetta ad approvazione da parte della redazione.)
*La tua email non sarà pubblicata
Autorizzo il trattamento dei miei dati secondo l'informativa privacy.
Codice di controllo

FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Iscriviti alla Newsletter

Privacy Policy      Cookie Policy