pubblicato il 12/07/11

Domanda di Valeria

Cara Antonella,
la domanda è: come riconoscere un Vero Maestro?
Molti asseriscono di esserlo…
Come dipanare la nebbia?
Grazie. Valeria


Risposta di Antonella

Ciao Valeria
grazie per la tua domanda che mi ha fatto riflettere innanzitutto sul significato di maestro.

Per un bambino il maestro/maestra a scuola è il proprio mondo e diventa un riferimento importante tanto da incidere molto sulla sua formazione di vita.
Ritengo altresì che anche quando cresciamo, l'approccio con il "maestro" sia altrettanto importante.

L'adulto cerca conferme alle sue decisioni, quindi un supporto che lo sproni a procedere oppure a ripensarci sù.
L'adulto cerca anche un esempio che gli ricordi l'etica innata dell'anima e che nel mondo di oggi è stata sostituita abbondantemente dalla legge del "comodo".

Spesso le persone difendono il loro tornaconto ma sono pronte a ribaltare la frittata se l'interesse si sposta altrove. Insomma poco stabili in temini etici e di valori profondi. Nonostante ciò il cuore e la coscienza giocano un ruolo grande e cosi cerchiamo chi ci aiuta a ritornare a quell'ascolto. L'ascolto del cuore e della nostra coscienza.
Il maestro fa questo. Lui sa ascoltare e ti ricorda l'importanza di ascoltare e di ascoltarti veramente.

Non dovrebbe fare molto altro. Non detiene la vita di nessuno, se questo accade è una forma degenerata di "guru" o maestro, ma ti rende, o almeno ci prova, maestro di te stesso riportandoti sempre di nuovo alla tua innata leadership interiore.

L'argomento è vasto ma penso che lo prenderemo come spunto di una conferenza futura. Grazie

Antonella




Domanda di Antonio

è passato un anno da quando ho cominciato a seguire conferenze della BK ed ho provato a praticare la meditazione base per molti mesi. arrivo a comprendere le virtù dell'anima come virtù della persona. ma non sono riuscito a credere nè sperimentare l'immortalità dell'anima nè a sentire con netta percezione la connessione con il Supremo; qualche consiglio in merito?


Risposta di Antonella

Ciao Antonio,

Quello che dici è molto vero. Non è cosi scontato sperimentare l'immortalità dell'anima e oltre. Tanti, e in tanti modi, hanno cercato di fare questo.
Ci sono alcuni passaggi che ci dimentichiamo quando pensiamo alle cose grandi. Ovvero ci dimentichiamo le cose piccole, i dettagli.
Cosa sono i dettagli? Sono le virgole, gli accenti, le pause che vengono sottovalutate tra le grandi parole, ma queste fanno una notevole differenza.

Quante volte al giorno mi fermo per ricordare quello che realmente sono?
Quante volte fermo i pensieri inutili e li sostituisco?
Sono attenta a non dare sofferenza ad altri e ad avere una visione pulita?

A fare la differenza è il mio stile di vita, il mio modo di pensare, di rapportarmi agli altri e di farmi influenzare dagli eventi.
Ogni influenza mi porta lontano, ogni reazione calpesta la mia dignità.

Quello che osservo da tempo è che lo yogi che veramente sa meditare è leale.
Questa pulizia interiore e integrità rendono facile fermarsi e lasciare che la mente sosti nel silenzio. Allora Dio sembra facilmente attratto da questo stato e anche se non lo inviti, Lui viene...

Una volta a Dadi hanno chiesto come si fa con le formiche? Si possono uccidere?
Dadi non rispose in modo diretto ma disse: "tieni la tua casa cosi pulita, tanto che non entrino".
Sembrava eludere la risposta ma dopo ho capito che l'insegnamento principale stava nella prevenzione, quella che crea il presupposto e non il dopo. Perchè il dopo forse non comporta più una scelta.

Cosi se vuoi VERAMENTE fare esperienze di un certo livello, da domani in poi, anzi da adesso, osserva bene i tuoi pensieri e selezionali, diventane creatore.
Questo non accade da un giorno all'altro.
Avviene con la pazienza che metterai ogni giorno nel riordianare la mente, nella tolleranza che avrai ogni giorno nell'accettare che i pensieri sono insistenti e furbi, e infine nel perdono che sentirai verso te stesso quando i pensieri saranno rivolti ai tuoi stessi errori.
Pratica di essere vero e la verità dell'anima sarà di casa.

Antonella


Domanda di Ilaria

Ciao, Antonella o chi per te leggerà il mio messaggio.

Durante un seminario dell'anno scorso parlavi di vivere i valori,tante volte ne avrei proprio bisogno,anche se spesso mi metto in cuffia le tue lezioni e da li colgo tanti utili consigli.

Be veniamo al dunque, sabato scorso mando mio figlio di 10 anni per la prima volta via di casa con un campo estivo,senza forzarlo e qui tutto o.k,passano 3 giorni, ci sentiamo telefonicamente,tutto tranquillo......fino a che stamattina telefonata inaspettata ;dove lui in lacrime dice di voler venire a casa perchè a troppa nostalgia e non riesce astare là......Allora io tento di convincerlo in tutte le maniere per farlo rimanere al campo fino a che gli prometto di richiamarlo in serata e gli do anche la possibilità di venire a casa prima..... Nella pausa pranzo cerco di meditare....dico cerco perchè in realtà non riesco a concentrarmi non so se in questi casi sia giusto dirgli "Vieni a casa se stai male al campo ci andrai quando te la senti" oppure "la mamma e papà pensano che tu devi tentare ancora qualche giorno " e lo lasci la! BE fatto stà che lo siamo andati a prendere, ora sono tranquilla e invece durante la gionata ero agitatissima....cosa che ultimamente mi capita raramente...ma sono assalita dubbio così lo faccio crescere oppure sono proprio una pappa molla senza polso che non riesce a impuntarsi co se stessa!!!!!!!!Ciao grazie!!!


Risposta di Antonella

Ciao Ilaria

nessun genitore, per diventare tale, è mai stato sottoposto a una qualche formazione o training! Quindi uno si forma sul campo, cercando di fare il proprio meglio.

L’equilibrio tra amore e legge è uno dei più raffinati. Se si è troppo legge si diventa pesanti e rigidi; la “pianta” cresce diritta ma un po’ arida e pronta a sua volta ad essere legge. Se si eccede nell’amore si diventa come i “nonni”, sempre più propensi a darla vinta ai desideri dei nipotini.

Nell’essere legge poi ci vengono i sensi di colpa. “Potevo anche essere un po’ più flessibile” - pensa la mente che entra nel dubbio.. oppure - “potevo essere più di polso” - penserà qualcuno dal cuore troppo tenero. Mettiamo spesso in dubbio le nostre decisioni e intuizioni.

A volte fa più male essere troppo permissivi che troppo disciplina. Ma il discernimento, e solo questa facoltà ti può aiutare a valutare di volta in volta cosa serve al contesto e alle persone coinvolte.

Potresti provare la prossima volta a essere meno ansiosa e non correre a salvarlo. Ma ora che lo hai fatto pensa che era la cosa appropriata per questo momento.

Il segreto, per me, non sta nel solo discernere quale valore applicare e quando. Ovviamente questo è un aspetto importante, ma ancora di più lo è il saper instaurare un rapporto di sano ascolto. Un ascolto che va oltre le parole, e questo ti permetterà, alla prossima occasione, di captare la gravità o meno del contesto, utilizzando il tuo acuto intuito femminile, di madre e di anima.

Se fosse successo qualcosa di conseguenza ad una tua non risposta sarebbe stato molto pesante, ma se riesci a calibrare il livello di reazione e la sua intensità, allora saprai con un cuore sereno che il disagio di adesso sarà la forza di domani.

Devi solo aver pazienza e dare al piccolo l’opportunità di fortificarsi. Per il momento rafforza l’ascolto, uno dei più grandi poteri, e un po’ di sano distacco.

La mente può sostenere, a distanza, con amore.
C’è un altro aspetto di grande utilità ed è quello di farsi aiutare da chi vede quello che tu non vedi… ovvero dall’Anima Suprema. Lo yogi si connette con la coscienza più alta e si fa guidare. Se impari questa arte, tutto risulterà molto, ma molto più facile.

Spero che questo piccolo ti sia di aiuto.

Antonella

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