Lo scopo più importante in questo momento della nostra vita è semplicemente ‘essere’ noi stessi perché ci si siamo dimenticati di chi siamo realmente. Sarebbe meraviglioso ritornare a quello stato interiore di vera auto-consapevolezza, liberi da tutto l’ego (attaccamento) e perfettamente stabili nei nostri sentimenti, ma tutto ciò non arriva in un sol giorno! Il processo è di ‘consapevolezza progressiva e di graduale illuminazione ’ alla luce del noto detto: “Prima dell’illuminazione tagliavo legna e trasportavo acqua, durante l’illuminazione taglio legna e trasporto acqua, dopo l’illuminazione taglierò legna e trasporterò acqua”.
Durante il processo di risveglio della vera auto-consapevolezza dobbiamo sempre agire e interagire con gli altri. Questo fa sorgere la domanda: che cosa potrebbe esserci di aiuto a livello di azione per sostenere e mantenere il nostro vero senso di sé, per periodi progressivamente più lunghi, mentre continuiamo a tagliare legna e a trasportare acqua?
E’ qui che incontriamo l’idea di intenzione. Cosa motiva il nostro agire?
‘Sembra’ (ed è necessario che entri dentro te stesso per vedere e confermare questa ‘apparenza’), che tutto quello che facciamo sia mosso da una di queste due intenzioni: dare o prendere. Sembra che non ci siano intenzioni neutre, né intenzioni prive di azioni. Se esploriamo questo contrasto di intenzioni troveremo che esse danno forma a tutto ciò che facciamo. A questo livello non giudicheremo se siano buone o cattive ma seguiremo la traccia per vedere che cos’altro si trova dietro e dentro l’intenzione di dare e prendere.
Intenzione
Dare Prendere
Servire Sopravvivere
Amare Paura
Condividere Trattenere
Cooperare Competere
Offrire Imporre
Accettare Resistere
Guidare Dirigere
Influenzare Controllare
Distacco Attaccamento
Umiltà Ego
Mentre è abbastanza ovvio che l’intenzionalità più alta è quella a sinistra, per molti non lo è affatto.
Siamo profondamente condizionati a credere che lo scopo della vita sia la sopravvivenza e non servire gli altri. E’ l’ottenere ciò che si può tutte le volte che sia possibile, è la sopravvivenza dei più forti che si trovano al centro del sistema di convinzioni che generano paura e sostengono una comune visione che la vita sia una esperienza competitiva, e che cooperare con gli altri non sia lo scopo più alto.
Come minimo questo elenco di contrasti e di opposti può fornirci idee da contemplare e, nel riflettervi, ci possono aiutare a verificare, cambiare e mettere a punto l’intenzione delle nostre azioni su base quotidiana.
In questo modo sosteniamo il risveglio della consapevolezza di noi stessi in quanto esseri ‘datori’ e non ‘prenditori’. Ci aiuta a ricordare che siamo esseri spirituali per i quali sopravvivere non è un problema dal momento che non c’è fine per il sé né per la stessa vita . Ci può aiutare a ripristinare la nostra consapevolezza dell’intrinseca unità di tutte le cose, dell’unicità del tutto, eliminando così qualsiasi ragione o occasione per competere con nessuno, in nessun luogo, mai.
Domanda: Perché tendiamo a diventare più facilmente “prenditori” e non “datori” anche quando sembra che stiamo dando?
Riflessione: Concediti un momento per contemplare la lista dei contrari. Ce ne sono altri che vorresti aggiungere?
Azione: Trova tre cose che farai oggi e prendi nota di che cosa intendi dare attraverso queste azioni.
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