Recensione Articoli

Come vivo io... ADESSO!

pubblicato il 19/07/11

 

C’è una vecchia domanda che mette alla prova le fondamenta stesse della nostra vita e di come viviamo: "Sei un essere fisico che fa occasionalmente delle esperienze spirituali o sei un essere spirituale che ha frequenti esperienze fisiche?”
In termini più semplici: o viviamo una vita materiale o una spirituale. Le due possono essere messe insieme? Tutto dipende da ciò che intendiamo per spirituale poiché la ‘spiritualità’ non è religiosa ed ha poco a che fare con lo spiritualismo! Molti credono di essere ‘materiali’ e ‘spirituali’ contemporaneamente ma ciò genera qualche tipo di confusione e tensione. 

Quando viviamo una ‘vita materiale’ impariamo ad ‘identificarci’ con il mondo materiale circostante. Di conseguenza ci creiamo le nostre turbolenze emotive (tristezza, rabbia e paura) che vengono messe in azione, ma non causate dal cambiamento di eventi e circostanze, la maggior parte dei quali sono al di fuori del nostro controllo.
Invece, quando viviamo una vita spirituale noi non investiamo la nostra identità in alcuna ‘cosa’ esterna! Pertanto non veniamo influenzati negativamente dagli eventi materiali perché ci siamo resi conto e abbiamo accettato che tutto ciò che è nel mondo materiale muta continuamente sia a livello macro che micro. Il cambiamento continuo è la natura stessa della realtà materiale. Ma non è la NOSTRA realtà. Lo spirito non muta nella sua ‘forma’ essenziale…la quale, in termini materiali, è senza forma! 

L’essenza della vita spirituale ha due dimensioni (almeno in questo breve articolo). Il primo è che, mentre lo spirito anima la materia, si esprime attraverso la materia e ‘usa’ il mondo materiale, è ‘consapevole’ di essere non-materiale. E’ consapevole di non essere soggetto alle stesse leggi di cambiamento e ai processi di trasformazione e decadimento che avvengono nel mondo materiale. Il secondo è la realizzazione che io non ho uno spirito, ma che ‘sono spirito’, talvolta detto in altro modo come ‘Sono coscienza, non materia. Sono un’anima, non un corpo’. 

Quando conosciamo il nostro ‘sé come spirito’, vediamo a) la forma che abitiamo, b) le altre anime/spiriti incarnati intorno a noi (familiari, amici ecc.) e c) il mondo, in maniera molto diversa. E’ questo cambiamento di percezione che definisce il passaggio dal materiale allo spirituale. Le nostre percezioni sono ‘spiritualizzate’…per così dire, e ciò cambia tutto a tutti i livelli. Esso ci mette in condizioni di vivere una vita molto diversa e di creare risposte differenti al mondo intorno a noi. Per esempio, a livello delle quattro relazioni di base della vita noteremo i seguenti cambiamenti all’interno della nostra coscienza, e le loro conseguenze benefiche, quando ci spostiamo da una vita materiale e una vita spirituale. 

Noi Stessi

Quando non ci ‘identifichiamo’ con qualcosa del mondo materiale, incluso il nostro corpo, ripristiniamo automaticamente una profonda libertà interiore. Questo ci consente di ridurre lo stress dovuto alle nostre reazioni emotive ogniqualvolta cambi qualcosa ‘fuori’. E ciò include anche il nostro corpo.  Questo non per dire che non dobbiamo aver cura del corpo che occupiamo. Di fatto, questa percezione e la consapevolezza del “sé come spirito”, permettono una maggiore stabilità emotiva, che poi ci permette una migliore cura della forma che occupiamo e di tutte le altre forme ‘nel mondo’. (Prendersi cura, in questo senso, non è una intenzione ‘emotiva, ma una intenzione d’amore!) 

Gli Altri

Quando la nostra percezione degli altri è ‘spirituale’ vediamo quelli che ci circondano in una luce differente. Anch’essi sono esseri spirituali in viaggio dentro e attraverso la vita materiale. Ciò allenta il nostro ‘attaccamento’ alla loro forma e personalità, permettendoci di comunicare e ‘relazionarci’ con amore più autentico. Amore e attaccamento sono molto diversi perché uno è aperto e l’altro chiuso, l’uno lascia liberi, l’altro è avido. La nostra percezione degli altri ‘come spiriti’ ci libera anche dall’abitudine di classificarli secondo le vecchie etichette ‘materiali’ come la razza, la religione, la nazionalità, la professione ecc. A sua volta ciò riduce e infine elimina l’invidia, l’animosità e il conflitto. 

Cose specifiche

Quando la nostra percezione è spirituale, noi riusciamo a ridurre gradualmente e infine annullare il desiderio condizionato di acquisire cose materiali. A sua volta, questo indebolisce e risana la nostra abitudine di creare sentimenti di ‘insicurezza’ con il risultato di basare la nostra autostima e il senso del nostro valore su cose materiali. Anche se continuiamo ad usare e rispettare le cose essenziali della vita come casa, trasporto, abbigliamento ecc., non poggiamo più la nostra felicità e senso di benessere sui possessi materiali. Sappiamo che alla fine tutti gli oggetti materiali se ne vanno. Pertanto le nostre paure e sofferenze vengono dissolte poiché accettiamo e ci arrendiamo a ciò che ci rendiamo conto è inevitabile. Solo allora è possibile un ‘vero rilassamento’ poiché realizziamo che da un punto di vista puramente spirituale non abbiamo cose (materiali) da perdere! 

Il Mondo Intero

Se potessi rimanere seduto immobile per un anno a osservare un giardino pieno di fiori ed alberi, con le montagne sullo sfondo, assisteresti al passaggio delle stagioni. Non penseresti al continuo processo della nascita, crescita, fioritura, decadimento e morte. Osserveresti il cambiamento dei colori e dell’aspetto di tutto ciò che è intorno a te e lo percepiresti come perfettamente naturale. Persino la tempesta occasionale che sradica gli alberi e fa straripare i fiumi sarebbero solamente un altro scenario passeggero ed un evento perfettamente comprensibile ed accettabile nel mondo degli elementi naturali. 

Alla stessa maniera, quando non ci vediamo più come esseri materiali, ma come la luce spirituale della coscienza, tutti i cambiamenti e le trasformazioni nel mondo interpersonale e delle relazioni internazionali, a tutti i livelli della vita umana, in tutte le culture e contesti, per quanto drammatici, vengono percepiti come naturali tanto quanto le stagioni della natura. Il sorgere e il tramontare, il flusso e il riflusso di eventi e circostanze dappertutto, che talvolta chiamiamo ‘notiziari’, vengono viste come il cambiamento di colore e di aspetto esteriore delle vicende della vita umana sulla terra. Tale percezione e interpretazione diventa poi la base della nostra abilità di osservare ed essere ‘indisturbati’ da qualsiasi cosa sembri accadere, dovunque e in qualsiasi momento. A sua volta, questo ci consente di conservare la nostra pace interiore e l’accesso alla saggezza innata nel momento in cui offriamo compassione e cura, appoggio e sostegno spirituale a coloro che si trovano in evidente stato di bisogno. 

Persino il momento difficile che chiamiamo morte, il momento che rappresenta la massima paura per tanti, il momento in cui il nostro corpo è definitivamente spento, sarebbe visto e accettato come naturale e inevitabile, e persino necessario al processo della vita. E non necessariamente una fine in se stessa! 

Attraversare il guado, si fa per dire, dalla vita materiale a una vita più spirituale è una difficoltà ovvia che raramente avviene dalla sera alla mattina. Non è facilitata per nulla dal fatto che pochissimi sembrano attraversare il ponte e restare dall’altra parte. Forse è perché è dall’altra parte che cominciamo veramente a pensare e ad agire in maniera diversa dalla maggioranza. E se in qualche maniera siamo ancora dipendenti dall’approvazione e dall’accettazione degli altri faremo fatica a vivere una vita che a) sembra andare contro corrente, b) non ci dà ciò che ancora crediamo di dover ‘ottenere’ dagli altri. Ma, detto questo, forse è ciò di cui il mondo è in attesa adesso. Non di persone con il coraggio di saltare al di là, ma solo di quelli che hanno realizzato di essere spirito. Solo allora non è più necessario il coraggio. In definitiva, si tratta di una scelta e di un processo molto personali. Sembra che alcuni tentino di evitare la scelta e rimandano il processo cercando di camminare di qua e di là contemporaneamente. Per un po’ può essere divertente, forse, ma è probabile che sfoci in una ovvia tensione e nella domanda sempre irrisolta e assillante:”Chi o che cosa sono io…esattamente?” 

Quindi, la risposta a quella domanda è: “Siamo esseri spirituali immersi in una esperienza materiale che sanno di essere molto più che ‘materia’ ma che (ancora) non sanno esattamente come essere lo spirito che siamo!” 

Ma può darsi che allora lo dirai a modo tuo! 

Domanda: A che punto di una scala da 1 a 10 ti senti attratto a vivere una vita più spirituale? 

Riflessione: Che cosa pensi che ti trattenga dal fare il passo? Fai un elenco per portarlo alla coscienza 

Azione: Decidi di fare tre cose che sai che ti aiuterebbero a vivere una vita meno materiale e più spirituale.

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