pubblicato il 26/02/25

La tua sofferenza non è mai frutto della persona che accusi.
Attribuire la colpa è un inganno allettante, una via di fuga, ma essa non conduce mai alla libertà. Al contrario, ti avvolge in una prigione di percezioni ingannevoli. È facile cedere alla tentazione di credere che la nostra sofferenza sia generata da un altro, che le sue parole, azioni o scelte siano la fonte del nostro dolore.

Ma cosa accadrebbe se la vera radice del dolore risiedesse non tanto in ciò che è stato fatto, quanto nel modo in cui lo percepiamo, elaboriamo e a cui ci aggrappiamo?

La nostra mente è abile nel creare narrazioni, plasmando storie intorno al dolore. Essa assegna colpe, incatenando emozioni a ferite passate. Tuttavia, nel momento stesso in cui la colpa viene posta all’esterno, insieme ad essa se ne va anche il nostro potere.
Attribuire colpe costringe lo sguardo verso l'esterno, attendendo che altri cambino, chiedano perdono o risolvano la situazione.
Ma cosa succederebbe se la nostra pace interiore non dipendesse affatto dalle azioni di qualcun altro?
Se fosse sempre stata una scelta che risiede dentro di noi?

Non possiamo controllare le azioni altrui. Gli individui commetteranno errori, talvolta saranno ingiusti e ci deluderanno. Tuttavia, la reazione a tali eventi - le emozioni che decidiamo di trasportare con noi e il modo in cui interpretiamo ciò che avviene - è completamente sotto il nostro controllo. Ed è qui che risiede la vera forza: nella consapevolezza che la sofferenza non sorge dall’esterno, ma è il frutto dell'attaccamento a ciò che non possiamo mutare.

Assumere la responsabilità personale non significa giustificare gli altri, ma riconquistare il proprio potere. Questa consapevolezza ci ricorda che, mentre il dolore è una realtà inevitabile, la sofferenza è una scelta. È la decisione di vedere le sfide come opportunità di crescita piuttosto che come pesanti fardelli, trasformando la prospettiva della vittima in potenziale evoluzione. Il mondo non sarà sempre clemente, ma la serenità interiore non dipende dalle forze esterne.

Rinunciare a dare la colpa non equivale a negare il male subito, ma significa rifiutarsi di permettere che esso definisca il nostro futuro. Quando accettiamo la responsabilità dei nostri pensieri, delle nostre reazioni e delle nostre emozioni, la vita smette di essere qualcosa che semplicemente ci accade, e diventa invece una realtà da noi plasmata.

La libertà nasce nel momento in cui assumiamo pienamente la responsabilità della nostra vita. La scelta è sempre presente: restare vincolati alle colpe oppure avanzare con determinazione e forza. Alla fine, l’unico controllo reale che abbiamo è su noi stessi, ed è proprio lì che si trova la vera pace.


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