Recensione Articoli

L'evoluzione degli stili di vita

pubblicato il 22/12/11

Stili di vita


Non sorprende che in un mondo sempre più velocizzato il numero delle persone che si sentono stressate sia in aumento. Ciò spiega in un certo senso l’aumento concomitante del numero di strumenti, di tecniche, libri, corsi e maestri, tutti con l’obiettivo di aiutarci a gestire e prevenire le tensioni e le fatiche della vita moderna.
Un’offerta sempre più emergente è quella che ruota intorno all’idea di una vita e di uno stile di vita più spirituali. Tuttavia, si può avere una resistenza immediata a tale idea, di solito perché non ne comprendiamo esattamente il significato.

Quando qualcuno sente la parola ‘spirituale’, la associa immediatamente a qualche tipo di impegno o pratica religiosa, e spesso non è il luogo dove desidera andare. Questi non ha ancora compreso la differenza tra spiritualità e religione. D’altro canto, vi sono altri ai quali la parola ‘religione’ evoca idee riguardo a quella misteriosa energia dello ‘spirito’ che è o troppo ‘dell’altro mondo’ o irrilevante per la propria vita. Può essere che sia così perché non hanno ancora colto la differenza tra religione e spiritualità? Poi vi sono quelli i quali credono che la spiritualità sia solamente un’altra moda passeggera della ‘new age’ . Altri, infine, pensano che sia meglio rimandare qualsiasi tipo di esperienza spirituale o religiosa alla vecchiaia!

In quest’epoca di abbondanza di informazioni, è possibile accedere alle teorie e alle credenze di quasi tutti i percorsi spirituali semplicemente digitando su una tastiera. D’altra parte, questa accessibilità, sconosciuta alle altre generazioni, è un grande vantaggio. E tuttavia, è anche facile farsi disorientare completamente da quel grande supermercato mondiale che è il web riguardo a ogni concetto religioso e spirituale che ci sia sotto il sole. Ma, qual è esattamente la differenza tra i due concetti? Come possiamo distinguerli in modo da vedere con chiarezza e decidere cosa è meglio per noi? Ecco alcune possibili indicazioni.

La religione, da un punto di vista organizzativo, incoraggia gli individui ad aderire e a identificarsi con una serie pre-definita di credenze e rituali imposti dall’esterno. Da un punto di vista spirituale, questo costituisce la base di uno stato di coscienza ‘egoico’ e perciò non è propriamente una buona idea.
Invece, la spiritualità tende ad incoraggiare un certo distacco da tutte le credenze e l’uso di alcune pratiche meditative e riflessive al fine di realizzare, scoprire e ‘vedere’ ciò che è vero per sé. La religione tende a considerare ciò come una libertà eccessiva e una licenza a fare qualsiasi cosa in nome della spiritualità, gran parte della quale non è considerata religiosa né spirituale. La conseguenza è che molti corrono di qua e di là facendo molte cose in nome della ‘spiritualità’senza rendersi conto che non lo è! Uno dei significati originari di religione è ‘ri-collegare’, ‘legare’ insieme. Ma la religione tende solamente a collegare le persone ad una istituzione o ad un’altra e alle idee e credenze che vi si trovano. Invece la spiritualità tende ad aiutare gli individui a ritrovare la consapevolezza del proprio sé autentico in contrasto con il senso di sé ‘appreso’ allo scopo di ri-collegarsi con la loro vera natura che è pacifica e amorevole.

La Pace è la Mia Religione
Quelli che praticano la spiritualità dicono che quando si ‘è spirituali’ la propria religione è la pace, non come concetto mentale idealizzato, ma come stato d’essere realizzato. Tuttavia molti tra coloro che percorrono il sentiero spirituale sostengono che non è possibile la pace finché non vengano abbandonati gli attaccamenti, soprattutto quelli riguardanti le credenze e le dottrine, che tendono ad essere il punto nevralgico di ciò che chiamiamo religione! Sembra che sia questa la ragione della assenza di pace tra le religioni e all’interno delle religioni. D’altra parte la religione tende ad enfatizzare che c’è bisogno di un fondamento di ‘giuste credenze’ nella vita quotidiana per essere certi che le decisioni e le azioni siano ‘rette’ e pertanto in linea con ciò che è vero, al fine di fare la cosa giusta per noi stessi e per gli altri.

Ovviamente la differenza tra religione e spiritualità non è del tipo bianco o nero. Sembra tuttavia utile comprendere sia le differenze che le similarità al fine di crearci un sentiero autentico personale lungo il viaggio che chiamiamo ‘vita’ a prescindere dalla definizione del sentiero come spirituale o religioso. Facendo ciò, noteremo diverse tonalità di grigio,idee e zone profondamente contrastanti che si sovrappongono.

Questa breve ‘esplorazione’ è essenzialmente un ‘contrasto di tendenze’. Qui ‘tendenza’ significa ‘frequentemente’ ma non in ogni caso. Per esempio, la religione tende ad essere dominata dai maschi e la spiritualità tende ad essere prevalentemente più femminile. Ciò può essere semplicemente perché la religione tende ad ’imporre’ e a ‘costringere’, mentre la spiritualità tende a ‘lasciar andare’ e a ‘nutrire’. Ma nessuna delle due è assoluta. Mentre molti approcci religiosi tendono a mettere in evidenza il maschile o il femminile, una spiritualità autentica probabilmente andrà completamente oltre la questione della distinzione di genere. Ovviamente ciascuno deciderà riguardo all’efficacia di ciascun approccio. E tuttavia nessuno di questi è l’opposto dell’altro, come talvolta sembra essere a livello linguistico. Talvolta la persona spirituale è più religiosa nel suo senso di ‘connessione personale’ con la ‘fonte’ o ciò che viene definito il ‘divino’. Invece a volte la persona religiosa è ovviamente più spirituale nella sua capacità di riversare la bontà e le virtù innate nelle relazioni e interazioni quotidiane..
Perciò quando facciamo i confronti e le differenze non è che una sia migliore dell’altra, anche se a volte l’una può sembrare più profonda dell’altra.

Aperto e Chiuso
La religione tende verso una organizzazione chiusa e strutturata, mentre la spiritualità tende ad emergere organicamente come una comunità più aperta e libera. In una organizzazione religiosa può esserci il pericolo che l’individuo divenga istituzionalizzato, il che essenzialmente significa dipendente dall’organizzazione per trovare conforto, sostegno e, a livello più profondo, la propria identità. L’approccio spirituale tende ad incoraggiare un maggior senso di non-dipendenza ed un senso di identità che non è investito in nulla fuori di se stesso. Forse il segno di una sana organizzazione/comunità religiosa/spirituale è che alle persone è concesso, quando arrivano, di prendere supporto e un nuovo senso di identità, ma una volta che hanno imparato e ‘disimparato’, esse vengono incoraggiate ad andare oltre il loro bisogno di quel sostegno e a riscoprire da soli la loro vera identità. Tutto secondo il ritmo adatto alla persona.

La religione tende ad enfatizzare il bisogno di gerarchia e di posizione, senza sapere a volte che le trappole che vi sono all’interno possono danneggiare la crescita spirituale di coloro che arrivano per occupare quelle ‘posizioni’ apparenti. La spiritualità tende ad incoraggiare una visione di uguaglianza ‘anche quando’ alcuni siano ovviamente un pochino più avanti lungo il sentiero di risveglio della propria consapevolezza, forse un po’ più profondi nella loro saggezza e forse un po’ più forti nella loro capacità di gestire la vita che li circonda.

Tendiamo ad ‘aggregarci’ ad una religione, dichiarando agli altri il nostro allineamento con una serie definita di credenze come segno della nostra ‘appartenenza’. Invece la persona spirituale tende ad evitare di aggregarsi a qualsiasi cosa considerandola un limite o un blocco alla propria crescita spirituale e al ripristino del suo potere spirituale.
Forse è per questo che la religione tende a creare una cultura in cui le persone ‘si aspettano’ di essere guidate dall’esterno, dove c’è un’autorità o forse parecchie autorità superiori. Anche questo può essere un ulteriore incoraggiamento alla dipendenza e forse un senso di essere controllati e possibilmente mal guidati. Ciò ‘provoca’ a volte la resistenza di alcune persone verso qualsiasi cosa che abbia il sentore di religione istituzionalizzata.

Invece la spiritualità, tende alla liberazione dell’individuo da tutte le autorità esterne e alla graduale affermazione della padronanza di sé cosicché l’autorità della persona nasce dall’intimo in quanto realizzazione personale di ciò che è vero. La religione tende a dimostrare che questa può essere una trappola che porta a molti errori che però possono essere evitati se si seguono obbedientemente le parole, le credenze e i comandamenti di ‘altri’. La spiritualità tende ad incoraggiare il risveglio del sé indicando che se l’individuo è ‘attento’, riconoscerà qualsiasi errore e imparerà da essi con naturalezza. La religione a volte dice che questa è la via verso…un luogo non molto piacevole!
In virtù della coltivazione di una ‘identità religiosa’, la religione tende ad una visione della vita esclusiva, a relazioni esclusive con gli altri e ad un senso di esclusività che tende a ‘separare’ dagli altri. Mentre la spiritualità tende ad una prospettiva inclusiva, e ad una visione egualitaria e di ‘siamo tutti uno’ che unifica invece di separare.

Da fuori a DENTRO o da dentro FUORI?
E mentre un ‘adepto religioso’ tende a negare la validità delle credenze e delle espressioni di altre religioni, l’aspirante spirituale tende ad accettare e a rispettare le espressioni e le credenze di tutti indipendentemente dal fatto che egli sia d’accordo o meno. Ecco una delle molte aree in cui religione e spiritualità si incontrano, poiché molte persone religiose tendono ad accettare e a rispettare le credenze di altri, anche se non sono d’accordo.
Ecco perché la ‘vita religiosa’ di una persona può tendere ad essere vissuta da ‘fuori a dentro’, tendenzialmente verso rituali, vestimenti, usi e tradizioni Invece, nel complesso, il praticante spirituale tende a vivere da ‘dentro a fuori’ poiché cerca di eliminare gli attaccamenti a qualsiasi vecchia abitudine e a tutte le tradizioni in modo da rafforzare una consapevolezza più vera di sé in quanto essere interiore nudo e libero.
Forse è solamente in tale stato di nudità interiore che il praticante spirituale tende a credere (e a cercare di mettere in pratica) che la mente può essere veramente in pace, l’intelletto può vedere con limpida chiarezza e il cuore può abbracciare ‘ l’altro’ con vero amore.
Forse è questo il punto in cui la spiritualità diventa veramente religiosa, nella sua capacità di ‘connettersi apertamente e in maniera trasparente’ con tutta la vita a tutti i livelli, inclusa una connessione personale e diretta con ciò a cui talvolta ci si riferisce come ‘il divino’. Chi lo sa…esattamente? Le parole sembrano inadeguate!
Forse possiamo solo saperlo personalmente quando saremo pronti ad esplorare per conto nostro, senza timori e con coraggio, con umiltà e volontà, quel bivio che sembra aprirsi e offrirci una scelta di religione o di spiritualità. E potremmo forse scoprire che in realtà non c’è alcun bivio, alcuna divisione, ma semplicemente camminare e svegliarsi, camminare e svegliarsi, camminare e svegliarsi!

Domanda: Che cosa significa spiritualità per te?

Riflessione:Che cosa significa essere religiosi?

Azione: Poni a cinque persone le due domande precedenti e cerca i punti di vista e le opinioni intorno a te.

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