Recensione Articoli

Forza o Potere ? (seconda parte)

pubblicato il 29/07/14

Mike George (seconda parte)

Viviamo in un mondo in cui in quasi tutte le aree della società viene esaltata e sostenuta la forza – la forza dei guerrafondai, dei movimenti politici, degli estremismi religiosi, della manipolazione economica, dello sfruttamento ambientale, dell’esaltazione dei media, dei successi sportivi.
La nostra adorazione per la velocità ci garantisce una vita estremamente tesa perché oggi più di ieri cerchiamo di avanzare verso il futuro con maggiore velocità! A sua volta, questo richiede l’estrazione forzata di maggiore energia dal mondo naturale per sostenere la nostra dipendenza da velocità e superficialità a discapito di ciò che ha valore e sostanza.

La forza invasiva dell’intrattenimento e della pubblicità che l’accompagna, riguarda essenzialmente persone che usano la manipolazione emotiva per costringerci a creare più emozioni personali dalle quali poi diventiamo dipendenti. La maggior parte dei romanzi presentati attraverso i film e la televisione trattano di persone che cercano di costringere altri a fare quello che vogliono loro! 

Di conseguenza impariamo che la vita è, per definizione, un allenamento alla forza. Impariamo che il successo deve arrivare, può arrivare, solamente come risultato della forza!
La forza del mercato ha, come sua missione, quella di farci credere che siamo noi a volere ciò di cui non abbiamo bisogno! L’impegno è quello di cercare di spingere continuamente le nostre percezioni ed aspirazioni laddove sia possibile manipolare le nostre decisioni.

Esercitiamo potere, invece, quando decidiamo di non soccombere mentalmente ed emotivamente a tali forze.
Il potere è la nostra capacità di discernere e ‘vedere’ i tentativi di manipolazione degli altri. Esercitiamo potere quando siamo in grado di rimanere calmi e non influenzati dalle sollecitazioni emotive esercitate su di noi attraverso le molteplici finestre di un mondo dominato dai media.
Esercitiamo potere quando ci rendiamo conto che successo significa acquisire la padronanza del proprio stato d’essere e  non conquistare un’altra cosa nel mondo.
Ovviamente non ci è possibile controllare le tante forze esterne che tentano di invadere e modellare la nostra vita. Noi possiamo solamente fare scelte relative a come vivere la nostra vita giorno per giorno, momento per momento, in relazione a tali forze. E ci sono scelte da fare quasi ad ogni momento.

Ecco altri cambiamenti importanti dalla ‘forza al potere’ che riguardano il modo in cui usiamo le nostre energie nella nostra vita personale.

5 – PASSARE DAL PRENDERE AL DARE

Abbiamo tutti la tendenza a prendere! Forse non tutti, non sempre, non in tutte le situazioni, ma ‘prendere’ è la programmazione più radicata ereditariamente che molti sembrano aver assimilato. Credere che si vive ‘per prendere’ e che bisogna afferrare quante più cose possibile, è alla base di molti modi di vivere ‘forti’. Bisogna ‘prendere’ le opportunità quando arrivano, bisogna ‘prendere’ un’altra persona nella propria vita, bisogna ‘prendere’ denaro per vivere, bisogna ‘prendere’ delle cose per rendere comoda la vita, sono tutte credenze che ci garantiscono di riuscire a spingere la vita a portarci esattamente ciò che vogliamo giustificandole come cose di cui abbiamo bisogno!
Alcune anime illuminate hanno realizzato che il pensare sempre a ciò che ‘voglio’ e cercare sempre di ottenere, acquisire, possedere e accumulare per me, porta solo ad ‘emozioni deprimenti’ come ansia, tensione, delusione e rabbia. Per non parlare della pressione per mantenere i nostri accumuli in movimento. Esse hanno colto la verità che noi non siamo qui  per prendere ma per donare, estendere il nostro essere, condividere le nostre energie. E’ il modo d’essere della natura.

Si direbbe che ‘dare’ sia l’impulso principale della natura umana. Esse hanno capito il ‘potere del dare’ e che, paradossalmente, è solo quando si dona veramente che si genera e si conosce realmente l’amore. E’ in questo stato d’amore che ritroviamo inoltre il senso di sicurezza autentico che molti cercano erroneamente dalle ‘cose’ e dalle persone intorno. Queste anime sostengono che amare, donare e donare con amore ci potenzi dall’interno verso l’esterno.

6 – PASSARE DALLA CONDANNA ALLA COMPASSIONE

Tendenzialmente non ci rendiamo conto di quanto ci irrigidiamo ogni volta che giudichiamo e condanniamo un’altra persona o eventi che accadono in luoghi remoti. Anche se si tratta solo di qualcosa o di qualcuno visto in TV. Non è facile vedere perché e come il giudizio possa avere una tale forza. S
Siamo rapidissimi a condannare i crimini degli altri, le emozioni degli altri, le decisioni degli altri, le minime azioni degli altri. Il nostro giudizio e la nostra conseguente condanna ci rendono ciechi alla realtà che gli altri commettono errori, dovuti di solito a decisioni poco sagge, a loro volta dovute ad una temporanea perdita di contatto con la loro saggezza. Queste persone hanno una serie di credenze prestabilite nella testa, di solito provenienti dall’infanzia di ieri e che stanno dando forma alle azioni di oggi. Ma non lo ‘vediamo’, non riusciamo a vederlo perché riversiamo con forza in modo proiettivo i nostri giudizi su di loro.

Ogni volta che condanniamo,
non solo perdiamo la nostra pace, ma ci rendiamo infelici a causa del nostro sciagurato tentativo di spingere altri a vedere, fare, essere, in conformità alla ‘mia visione’!
Non importa quanto veritieri crediamo di essere, si tratta sempre di una forma di arroganza. E tutto succede nella nostra testa. Non è possibile che la compassione entri nella nostra coscienza fino a quando le emozioni che stanno dietro alla nostra condanna pregiudiziale non verranno dissolte.
Il Potere della compassione nasce dall’accettazione e dalla comprensione. Nasce quando smettiamo di cercare di giudicare e condannare gli altri e il mondo nella nostra testa e ci rendiamo conto che ‘tutto’ e ‘ogni cosa’ si trovi là fuori, per quanto lontani siano dalla perfezione, si sta svolgendo come è, come fa e come ‘deve’. E che qualsiasi forma di violenza da parte degli altri non è tanto motivo di condanna, quanto un’opportunità per capire che si tratta solo di un segnale che queste persone sono addormentate, inconsapevoli e non illuminate, e si trovano in uno stato di sofferenza interna con se stesse.
Per quanto non sia molto facile da vedere, nei momenti in cui giudichiamo, la nostra stessa condanna è un atto di violenza.

7- PASSARE DAL POTERE POSIZIONALE AL POTERE RELAZIONALE

Per molti ‘posizione’ equivale a ‘potere’ Alcuni capiscono che non appena usano la propria posizione per ottenere che qualcuno faccia le cose per loro o tentano di manipolare un altro, essi stanno usando la forza e pertanto ciò diminuisce il loro potere!
Tutti sappiamo quando  ci  troviamo davanti a qualcuno che usa il ’potere posizionale’. Questi tenta di costringerci a fare lo essere qualcosa che vuole lui. Di solito ci minaccia con le conseguenze. Immediatamente cambiamo modalità di relazione e possiamo anche finire per prendere le distanze.
Il ‘Potere relazionale’, invece, si basa sull’accettazione dell’altro e ciò diventa il terreno su cui coltivare fiducia e rispetto reciproco. Questi sono gli elementi attraverso i quali c’è scambio, flusso reciproco di energia, che potenzia entrambe le parti. Essi formano un fondamento relazionale che non viene scosso in caso di avversità.
Il potere posizionale si basa su una specie di tentativo di controllo ‘su’ l’altro.
Il potere relazionale è potere ‘con’ l’altro e fornisce la base per una relazione stabile e affettuosa, capace di co-operare, co-creare e co-sostenersi secondo modalità generate e condivise da entrambe le parti.

8- PASSARE DALLE CREDENZE AI VALORI

Forza vuol dire vivere a partire da un sistema di credenze apprese e cercare di imporre tali credenze agli altri.
Invece, potere vuol dire rendersi coscientemente conto dei propri valori e consentire che siano essi a dirigere le nostre decisioni ed azioni, senza imporle agli altri.
Per esempio, ‘credi’ nella competizione e pertanto sostieni una cultura competitiva? Se è così stai usando una forza che proviene dall’energia spossante della paura – la paura di perdere.
Oppure ‘apprezzi’ la co-operazione e pertanto susciti unità di azione? In tal caso stai usando le energie potenzianti dell’amore. Laddove c’è co-operazione c’è unità e dove c’è unità c’è amore! Ma finché ‘crediamo’ nella competizione, questa distruggerà la nostra capacità di generare una cultura di co-operazione.
Molti imparano a gestire la propria vita usando il combustibile delle credenze e dei sistemi di credenze.
Raramente ci rendiamo conto che le credenze sono entità statiche dentro la nostra coscienza che cercano di prorompere all’esterno e di affermarsi continuamente attraverso attitudini ed azioni. Esse tendono ad irrigidire percezioni e comportamenti.

Le credenze possono venire sfidate e quindi minacciate al punto di richiedere la forza della difensività. Le credenze diventano attaccamenti sottili e questi sopprimono la nostra capacità di suscitare, energizzare e vivere i nostri valori. Le credenze sono ciò che ‘pensiamo’ sia vero (ma non ‘sappiamo’ se sia vero) mentre i valori sono ciò che ci ‘importa’ in un dato momento. In tali momenti noi siamo ‘veri’. siamo nella nostra ‘verità’

Quando ci attacchiamo alle nostre credenze, e ai principi su cui ci piace costruire le nostre credenze, noi riduciamo la nostra capacità di dare, di essere premurosi, di essere a favore degli altri. La ‘credenza’ nell’interessamento non è la stessa cosa dell’interessarsi veramente che si manifesta perché veramente ‘apprezziamo’ l’altro. Quando l’interessamento è provocato dalla credenza che è la cosa giusta da fare, è più simile a un dovere, è una forma di forzosità. Invece il potere è la interessamento che nasce dalla naturale intenzione di prendersi cura di un altro per nessuna altra ragione che perché  gli diamo valore.
Ma se ce ne curiamo di meno solo perché sappiamo che ha un sistema di credenze diverso dal nostro, è il momento in cui la forza del nostro attaccamento alla credenza prevale sul potere della nostra capacità di dar valore.

Questa è essenzialmente l’origine delle tensioni tra religioni. Queste sembrano fondarsi sugli stessi valori, che sono potenti quando si concretizzano in azioni, ma poi finiscono per distruggere tutto quando si scontrano sulle differenze tra le loro credenze. Una credenza mette in evidenza forza, mentre  il ‘dar valore’ evidenzia potere. Non potere ‘su’, o più potente di, ma il potere della nostra coscienza quando accediamo alla nostra saggezza innata per accettare, abbracciare e interessarci a tutti gli altri, così come sono, a prescindere dalle loro credenze.

9- PASSARE DALLA SOPRAVVIVENZA AL SERVIZIO

Sei qui per te stesso o sei qui per servire gli altri?
La credenza che lo scopo della vita sia sopravvivere, darà origine a comportamenti di forza. E’ questo che ci fa trasformare la vita in una giungla e porta a sviluppare la debolezza spirituale che conosciamo come emozione della paura.
Invece, quando lo scopo della vita è quello di ‘servizio’, allora l’intenzione e l’azione del dare diventano la base della nostra crescita e la forza spirituale che chiamiamo amore. Quando la forza interiore è reale, allora la sopravvivenza smette di essere un problema.

Perché sono qui?
Perché siamo tutti qui? Sono domande che attraversano la mente della maggior parte delle persone a un certo punto della vita. Pochi cercano seriamente di elaborare il significato della vita. A molti viene insegnato di credere che la vita sia fondamentalmente una lotta Darwiniana per la sopravvivenza dei più adatti. Veniamo indottrinati nella filosofia di ‘io prima di tutto’, nell’imperativo di ‘è meglio per te mostrarti dopo il numero due’, perché fuori di qui il mondo è pazzo e pericoloso! 

E’ così che il nostro proposito di fondo diventa la sopravvivenza, poiché è così che ci viene insegnato ad interpretare il nostro soggiorno nel macrocosmo di tutta la vita sul pianeta terra. E quindi sembra sensato applicarlo al microcosmo della nostra stessa vita. Ciò a cui non facciamo caso è che la modalità della sopravvivenza vuol dire modalità di paura, la quale vuol dire modalità di infelicità, il che significa che il significato della vita sembra essere un processo di sopportazione di infelicità cronica. Ma non è semplice vedere e mettere insieme questi punti.
La nostra credenza nella sopravvivenza in quanto scopo della vita tende ad assicurarci l’isolamento di noi stessi dagli altri oltre che all’interno di noi stessi, dentro noi stessi. Così finiamo per percepire la vita come una lotta per sopravvivere, come una battaglia per evitare la non sopravvivenza.

La vita diventa un corso di sopravvivenza, che richiede molti momenti di spinte forzate allo scopo di mantenersi appena in movimento. Ad alcuni, invece, sembra che noi siamo qui per servire, donare, aiutare, guidare gli altri. Quando si manifesta questa realizzazione, la sopravvivenza diventa un non-problema. Essere di servizio significa acquisire valore presso gli altri! E’ a questo punto che conosci il tuo stesso valore e la vita diventa più significativa. E’ per questo che alcuni lasciano una vita materialmente confortevole e si precipitano ad aiutare quelli che sono più svantaggiati. Essi riconoscono il potere che ricevono quando fanno la conversione dalla sopravvivenza al servizio.

Domanda: Supponi di fare tutti e quattro i cambiamenti descritti, di quale senti di avere particolarmente bisogno?
Riflessione: Quali sono le tue due credenze più radicate che indicano che stai procedendo nella vita con forza?
Azione: Scegli tre persone che frequenti abitualmente, rivedi i modi ‘forti’ con cui ti comporti nei loro confronti, visualizza ciò che potrebbe essere ‘non forte’ e poi metti in pratica la prossima settimana.

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