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Identifica il vero nemico!

pubblicato il 09/01/14


Ken O'Donnel

È difficile trovare qualcuno che rifiuti l’opportunità di vivere in pace e armonia. Il modo in cui organizzo e cambio la mia vita sembra essere motivato proprio da questa ricerca di equilibrio e pienezza.
Mi impegno moltissimo per ottenere delle cose, per stabilire relazioni e ampliare le mie attività professionali e sociali, ma dietro a tutto ciò, ciò che realmente desidero è semplicemente la parte che mi spetta di pace e felicità. Persino la condotta più stramba e più esecrabile può avere alla radice questo tipo di profonda ricerca.

Ricordo quando insegnavo meditazione ai carcerati di una prigione di massima sicurezza a Melbourne. Uno di loro aveva assassinato madre, padre, moglie e figli in un pomeriggio di follia in cui aveva perso totalmente la ragione. A quanto pare, tutti gli rinfacciavano continuamente di non avere un lavoro e la sua palese inutilità in quanto essere umano.
Fu questo a provocare uno stato d’ira incontrollabile e la conseguente tragedia. Gli chiesi perché lo aveva fatto e mi rispose che voleva solo un po’ di «pace mentale». Per quanto ciò non possa in alcun modo giustificare un comportamento così orrendo, fu interessante notare che la sua motivazione interna è la stessa di tante gesta più elevate. Ovviamente il modo in cui venne esternata era distorto. Tante mie azioni, sia buone che cattive, hanno al centro un imperativo bisogno di «pace mentale».

Ogni volta che qualcosa mi infastidisce, la reazione immediata è quella di fare i necessari aggiustamenti per raggiungere uno stato di calma. La vita si dipana, punteggiata da situazioni che sono a volte troppo strette e a volte troppo larghe. La cosa buffa è che le tensioni interne nascono esattamente perché una parte di me vuole la pace e un’altra parte mi impedisce di ottenerla.

C’è un giocattolo, di solito con la faccia da clown, che sta in equilibrio su una pesante base di metallo rotonda. Lo si può spingere, dargli un calcio, farlo cadere o qualsiasi altra cosa, ma torna sempre nella sua posizione originale. Può oscillare un poco, ma torna sempre di nuovo in piedi. C’è una profonda lezione in questo semplice fenomeno.

Lo stato naturale di questo giocattolo è quando si trova in posizione verticale. Se tengo la testa premuta contro il pavimento, sento immediatamente la tensione del giocattolo che cerca di tornare alla sua posizione naturale, cioè eretta e senza alcun agente esterno che lo trattenga. Più si trova vicino al pavimento e maggiore è la tensione. È il risultato di due forze opposte: una che cerca di ritornare alla sua posizione naturale e l’altra che glielo impedisce.

Senza addentrarci nei meandri della fisica, notiamo che moltissime reazioni e movimenti che esistono nell’universo sono conseguenza del gioco tra due forze opposte. Una che cerca di mantenere e centrarsi in una posizione naturale e l’altra che agisce in senso opposto. Per esempio, il sistema solare è tenuto insieme dal gioco tra le forze centripeta e centrifuga. C’è una tendenza insita in tutte le cose a ricercare la posizione di massimo equilibrio.
Una reazione chimica avviene quando due o più sostanze, volatili l’una rispetto all’altra, cercano il punto di equilibrio tra loro. Il risultato è una sostanza completamente nuova.
Allo stesso modo, se ho una tensione, questa è il risultato di una lotta tra due forze opposte, una che cerca naturalmente l’armonia e l’equilibrio e l’altra che mi spinge verso interessi che le sono contrari. Se ci fosse solamente una forza non vi sarebbe alcuna tensione.

Invece di sviluppare questa spinta o tendenza innata verso il mio stato interiore naturale, io esaurisco la mia riserva di pace e potere lottando contro le mani (come nell’esempio del giocattolo) che mi tengono giù. Poiché queste mani sono dentro di me, la lotta contro di loro finisce per avere un solo perdente: io!
Quando mi manca la fiducia nelle risorse interiori, finisco per andare alla ricerca di supporti esterni, i quali, inevitabilmente, mi privano di quel poco di pace e stabilità che c’erano prima.

Per ritornare ad essere naturale e pieno di pace, devo solo togliere le mani che mi trattengono giù, sostanzialmente i miei attaccamenti e i desideri limitati. Quando c’è tensione, il fatto di sapere che sono io a mantenermi in questa condizione, facilita di molto i passi in direzione della trasformazione.
Almeno ho individuato il nemico, così non devo più sprecare tempo ed energia lottando contro l’avversario sbagliato. Diventa solo una questione di togliere le mani!

 

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