Recensione Eventi

Il potere della creatività

pubblicato il 06/11/09


Om Shanti! Conoscete questo saluto? Queste due piccole parole sono la chiave per superare tutti i limiti e la porta per liberarci da tutti i blocchi che abbiamo. “Om” significa io esisto, io sono qua, e quando dico Om affermo di esistere. Shanti indica la mia qualità più importante: la pace e la necessità di esprimerla, di essere pace.
Come si esprime l’energia che esiste in noi? Ad esempio, l’energia dell’acqua si esprime con la sua fluidità, freschezza e adattabilità. Il nostro limite è avere delle potenzialità e non saperle esprimere. Manca la fiducia in ciò che siamo e in ciò che abbiamo come risorse innate, risorse che non sono visibili.
Se qualcuno mi regala un seme potrei non credere che quel seme possa generare dei frutti. Ma la magia del seme è dare vita ad un albero grandissimo! Spesso però lo mettiamo in dubbio, perché vediamo solo un minuscolo seme. Dovrei romperlo come farebbe un bambino per vedere cosa racchiude, oppure metterlo sotto la lente di un potente microscopio?
Quello che devo fare è essere un giardiniere che fa crescere il seme con fiducia e pazienza. Di fronte alle varie intemperie cercherò di non perdere l’entusiasmo e il coraggio necessari per continuare a coltivarlo. Per essere un buon giardiniere devo avere fiducia, coraggio e entusiasmo insieme. Se non ho coraggio, pur avendo la visione fiduciosa di riuscire, e anche il desiderio vivo di farlo, mi farò bloccare dagli ostacoli. Se ho il coraggio e la fiducia ma manca l’interesse, questo mi porterà a dire che lo farò un’altra volta. Una volta un gruppo di persone sono andate a fare un’escursione in montagna. Alcuni, vedendo però la difficoltà della scalata affermarono: “oh, è molto bella ma è altissima!” Sapevano che la vista da lassù era così spettacolare da essere unica. Un panorama che non era visibile da nessun altro luogo, li aspettava dalla vetta… ma ..
Alcuni pensarono: “chissà se è vero!” Altri dissero di non avere il coraggio e che preferivano restare dove erano: “anche qua è bello, possiamo goderci quello che abbiamo, siamo già felici!
Essere contenti è una qualità, perché faticare!”
Altri invece dissero che avrebbero provato a salire. Avevano molto entusiasmo e partirono. Ma a metà strada erano così stanchi. “Non ce la faremo!” e li si fermarono. Alcuni invece non persero la loro determinazione dicendo che ce l’avrebbero fatta. All’inizio alcuni non avevano coraggio né entusiasmo, altri invece li avevano ma mancava loro una buona dose di determinazione.
Quando arrivarono in cima, lo sforzo compiuto sembrava facile e persino piccolo, tanto da infondere speranza, fiducia e determinazione anche in coloro che non avevano avuto la stessa forza.
Om, io sono, io esisto, e questa energia vivente si deve esprimere. L’espressione crea gioia e ispirazione. Non c’è niente di visibile, come nel seme, ma c’è il potenziale e devo vedere oltre. Alcuni hanno paura di non sapere cosa succederà, ma poiché l’energia vivente è eterna, so che ogni cosa sarà di beneficio. A scuola, da bambini ci raccontarono la storia di Robert the Bruce colui che portò la Scozia all'Indipendenza contro gli Inglesi nel 1314. Sembrava un uomo coraggioso… ma non sempre. Dopo varie sconfitte contro Edoardo I, Re dell'Inghilterra, Robert the Bruce dovette darsi alla fuga e nascondersi
La tradizione racconta che Robert the Bruce si rifugiò in una grotta dove sconsolato, non sentiva di avere più molte risorse quando Bruce vide sul muro della grotta un ragno che tesseva la sua tela. L'animaletto sembrava quasi riuscire nella sua laboriosa impresa ma, ogni volta, la tela cadeva a causa della roccia scivolosa.
Sei volte aveva cercato di far aderire il filo alla parete e sei volte aveva fallito. Robert pensava " Proprio come me. 6 tentativi di liberare la Scozia dagli Inglesi e 6 sconfitte."
Rimase affascinato dalla perseveranza del ragno che al settimo tentativo riuscì nel suo intento.
Il re fu talmente colpito da questa perseveranza, che raccolse la forza e il coraggio necessario per riformare un suo esercito e guadagnare, grazie alla sua abilità e coraggio, l'Indipendenza della Scozia.
Quindi provate e riprovate perché ogni volta l’esperienza crea felicità. Anche un fallimento vi porta esperienza perché si apprende qualcosa di nuovo. Chi di voi ha fatto l’esame di guida? Chi non l’ha passato la prima volta ricorda ciò che ha compromesso il buon esito della prova.
Ricordiamo gli errori per non ripeterli. Anche questo è un aspetto di creatività.
Il motivo per cui la gente perde speranza è perché tende a paragonarsi con gli altri anziché vedere la propria unicità e le proprie specialità. Posso imparare guardando altri, ma copiare per tentare di imitare qualcuno non aiuta. Una fotocopia non migliora! Guardando una manciata di semi, sembrano tutti uguali, ma quando crescono, nello stesso campo, rivelano la loro peculiarità, ogni foglia, ogni loro espressione è simile ma diversa.
Quando pensiamo che gli altri ci debbano apprezzare perdiamo l’entusiasmo, perché spesso arrivano critiche e non lodi. Ma siete voi che per primi dovete apprezzare la vostra creatività. Anche con i bambini si compie spesso l’errore di volerli correggere prima ancora di aver apprezzato il loro sforzo. Così la nostra creatività è come un bambino piccolo e l’intelletto è la madre. La mente crea dei pensieri e l’intelletto vorrebbe che fossero perfetti. Allora comincia a correggerli. Devo sviluppare amore per i miei pensieri, perché nessun altro può aumentare la creatività della mia mente, se non me stessa. Tante persone si scoraggiano pensando che quello che fanno non piacerà. Per superare il test della negatività degli altri io devo essere positiva, considerando coloro che mi creano ostacoli come insegnanti, imparo con umiltà. Quando mi sento ferita è il mio complesso di inferiorità, il mio ego. Altrimenti rimango nella mia quiete, nell’energia silenziosa che rende creativi, attivi e distaccati.
Il seme è distaccato dal proprio frutto. Così gli permette di arrivare alla sua maturità ed essere seme per alberi futuri. Allora il ciclo della vita continua. Invece, se sono attaccata al frutto e lo consumo acerbo, non solo mi viene mal di pancia, ma il seme non potrà far crescere un altro albero, non avrà futuro. Un buon giardiniere è distaccato e amorevole.
Con l’equilibrio tra pazienza ed entusiasmo, vado dentro di me per vedere cosa sento e perché, poi guardo fuori per interagire al meglio. La mia creatività sarà fruttifera e la vita di successo.



 

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