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Il potere della presenza

pubblicato il 02/02/12


Sei presente oppure fai solamente presenza? Quando si è connessi, c’è differenza tra essere ‘presenti’ e il potere della ‘presenza’.
Essere presente significa essere consapevole di te che sei consapevole di essere qui e adesso, a cui spesso ci si riferisce come ‘consapevolezza del momento presente’.
PRESENZA, però, è ciò che gli altri percepiscono quando notano la tua prossimità senza alcun indizio vocale o visivo. Tutti portiamo e comunichiamo una certa ‘presenza’ dovunque siamo, chiunque siamo e in qualsiasi cosa stiamo facendo. La ‘presenza’ di alcuni è così forte che sembra toccare e influenzare quasi tutti quelli che gli sono intorno. Invece la ‘presenza’ di altri sembra non avere alcuna influenza, al punto che vengono quasi completamente ignorati dagli altri, persino quando parlano! Molti di noi probabilmente si collocano nel mezzo di questi due estremi.

Che cos’è, quindi ‘presenza’ esattamente? Si può coltivare, produrre e persino aumentare? Perché si vorrebbe farlo e che differenza ci sarebbe?

Qualcuno ‘ha presenza’ quando la nostra attenzione ne viene attratta senza alcuna ragione apparente, E’ una forma di attrazione sottile che non ha cause precise. Non ha nulla a che fare con l’aspetto. Ma prima di comprendere la vera natura della presenza è forse meglio eliminare i tipi di presenza che non sono così presenti…per così dire!

Tipi di Presenza

Spesso in un gruppo o in una riunione c’è il tipo tranquillo, spesso conosciuto come ‘quello silenzioso’. Dopo un po’ la sua tranquilla e tuttavia visibile non-partecipazione attira l’attenzione degli altri. Sembra che egli stia usando il potere della presenza silenziosa affinché gli altri possano coinvolgerlo nella conversazione. E invece, se dice qualcosa di irrilevante o persino di inadeguato, diventa ovvio che probabilmente è solamente un timido. Il che non è presenza ma paura!

Poi c’è quella che si potrebbe chiamare la presenza della celebrità. Qualcuno noto al pubblico avrà sempre un’aura mistica intorno a sé, che spesso è solo un senso di straordinarietà che gli viene spesso proiettato dagli altri. Ma questa non è vera presenza, quanto più probabilmente una combinazione del mistero di una persona reale dietro al personaggio pubblico e il privilegio di una persona famosa che ‘si mostra dal vivo’ in uno spazio vicino a te! E tuttavia vi è qualche ‘famoso’ che sembra avere un’attrazione forte e autentica proveniente da un luogo più profondo della reputazione o dell’aspetto fisico. Questi hanno veramente ‘presenza’ e non hanno bisogno di dire o fare molto per avere una significativa influenza su quelli che li circondano.

Poi c’è la presenza dell’eroe, la cui reputazione, di solito basata su qualche gesto ardimentoso, lo precede. Questo tipo di presenza tende ad ispirare genuino rispetto ed un’implicita affermazione che la sua grandezza è di gran lunga superiore alla nostra. Però potrebbe essere all’opera un elemento di deferenza dovuta alla soggezione o forse alla venerazione. La presenza dell’eroe può offrire ispirazione, ma tende a svanire velocemente una volta sparito dalla vista e ci mettiamo alla ricerca di nuovi eroi.

C’è poi la presenza dell’innocenza. Forse uno degli attributi più attraenti di un essere umano è la percezione della ‘purezza dell’innocenza’. Questa innocenza attira la nostra attenzione in un bambino o in un adulto e in un certo senso ci sentiamo sicuri in loro presenza o commossi dalla loro presenza o rafforzati grazie alla loro presenza. Tuttavia è impossibile perseguire o produrre innocenza. Forse è per questo che è così rara!

Poi c’è la presenza del saggio. La percezione di trovarsi in presenza di qualcuno che ha una saggezza indescrivibile significa diventare consapevoli di una forza che ha il potenziale di spingerci a cambiare vita. La presenza della saggezza di solito è accompagnata da un insieme di umiltà e chiarezza, profondità e dolcezza, benessere e gentilezza. Però, se notiamo una minima ferita nell’orgoglio o una qualsiasi superficialità nel comportamento del nostro saggio, vedremo ridursi rapidamente il potere della sua presenza. Ancora una volta è probabile che vi sia molta proiezione, specialmente se c’è in noi un sottile desiderio di averlo come nostro salvatore e/o guida.

La Bellezza della Presenza


La bellezza ha presenza e, in un certo senso, è presenza. Se nella stanza c’è un bell’oggetto, la sua bellezza attira la nostra attenzione. Anche la bella apparizione di un volto e una forma umana perfetta fa girare la testa e attira l’attenzione. Tuttavia la vera bellezza, a livello umano più profondo, è quando siamo toccati dalla bellezza di un altro essere. La caratteristica fondamentale della forza di presenza che proviene da un essere bello è la ‘radiosità’, è la luce che promana dalla sua coscienza.

La Luce della Presenza

Quando la luce di una lampadina si propaga all’esterno per diffondersi nella stanza, essa illumina tutto in ugual misura e maniera purché non ci sia niente di mezzo. Non appena mettiamo un paralume intorno alla lampada o si pongono oggetti nella stanza, allora la luce troverà degli ostacoli lungo il suo percorso. Essa sarà deviata e appariranno le ombre. Il suo chiarore sarà negato a molte parti della stanza.

E così è per l’energia luminosa di una persona di cui si avverte la ‘presenza’. E’ un’energia invisibile, una vibrazione che nasce dalla sua coscienza. Come tutta la luce, la luce della coscienza è fatta per irradiarsi all’esterno, in tutte le direzioni, lontano da sé. E quando ciò accade, completamente libera e priva di ostacoli, essa tocca tutto, il che realmente significa che ha il potenziale di influenzare tutti lungo il percorso.

Presenza a 360 gradi

Quando siamo dalla parte di chi riceve questa irradiazione, ‘sentiamo’ la vibrazione di quella energia. Talvolta la chiamiamo amore; talvolta sperimentiamo una pace profonda e consistente, talvolta una gioia quieta. A seconda della nostra recettività, noi ‘sentiamo’ la presenza dell’altro. Al pari di una lampadina, la luce della coscienza si irradia naturalmente a 360 gradi. A meno che non ci sia di mezzo qualcosa. E’ ciò che ostacola la luce della nostra coscienza, il nostro ego, che definisce il potere e la qualità della nostra energia radiante. Questa, a sua volta, definirà l’ampiezza e l’effetto della nostra personale presenza.

Che cosa riduce il potere della nostra radianza? Che cosa esattamente affievolisce la forza della nostra presenza?

Vivere nella Mente

E’ essenzialmente la nostra mente, o più precisamente, ciò che rappresentiamo nella nostra mente e fino a che punto ci perdiamo in ciò che è nella nostra mente. Per ciascuno di noi la mente è lo spazio della creazione. E’ come la tela per l’artista, uno schermo che possiamo usare per generare idee, immagini, concetti ecc. La usiamo anche per portare dentro il mondo di fuori!. La usiamo per proiettare vecchi film chiamati ricordi. Ed è in ciò che proiettiamo nella nostra mente che la maggior parte delle volte cerchiamo di evadere e perciò perdiamo la nostra luce, la nostra radianza, la nostra presenza. E’ il luogo in cui andiamo che segnala la nostra assenza! Invece di usare la nostra mente, ci perdiamo nella nostra mente. E’ nella mente che ci attacchiamo a idee, immagini, ricordi ecc. E qualsiasi forma di attaccamento significa che l’energia del nostro sé, la nostra coscienza, è ‘intrappolata’ e ‘bloccata da’ ciò che è nella nostra mente. A volte ci accorgiamo persino di quando qualcuno è preso in una storia mentale e gli diciamo: “Va tutto bene? Mi pare che abbia qualcosa in testa.”.

E’ solo quando qualcuno è completamente libero interiormente che se ne può percepire la ‘presenza’ in tutte le direzioni. Non cerca mai di evadere in qualcosa nella mente. Ciò non vuol dire che queste persone siano senza testa. Ne sono con maggiore probabilità i padroni, capaci di usare questo ‘strumento di creatività’ con precisione e quando è necessario. Essi hanno una chiara coscienza interiore del loro sé, completamente distinto dalla mente. E tuttavia sanno che la loro mente è parte integrante della loro coscienza. Queste persone sono consapevoli che la attività/creatività mentale è come un ‘programma di computer’ che possiamo attivare sullo schermo con un click o un cursore! In un istante compare sullo schermo il programma che serve ad eseguire un certo compito. Allo stesso modo all’interno del sé, dentro la nostra coscienza possiamo richiamare lo ‘schermo della mente’ ed usarlo per un compito specifico come creare una visione, oppure una lista di opzioni da mettere in atto, oppure confrontare due idee o concetti diversi, o visualizzare il futuro ecc. E poi, quando l’attività è finita, possiamo dissolvere lo schermo, o rimandarlo sullo sfondo della nostra consapevolezza.

Le Nostre storie

Sfortunatamente molti non imparano a farlo. Invece impariamo a tenere attivi nella nostra coscienza molti schermi e creiamo l’abitudine di saltare da uno all’altro. Quando non ci piace uno, saltiamo ad un altro senza prima aver correttamente chiuso lo schermo precedente, senza aver concluso e chiuso la storia precedente. Oppure, se ce ne piace una vi saltiamo dentro e cominciamo a viverci dentro invece di stare a guardare un film come al cinema. Ci perdiamo nelle storie che proiettiamo su vari schermi. Oppure ci immaginiamo che qualcosa che stiamo vedendo nella nostra mente sia minacciata, e così ci creiamo ulteriori pensieri di ansia e preoccupazione. Oppure ci mettiamo a proiettare il ‘mondo di fuori’ sullo schermo della nostra mente ‘qui dentro’ e poi ci perdiamo nella vita degli altri. Tutte queste cose diventano abitudini interiori che distorcono, deconcentrano e riducono il potere radiante della nostra coscienza, il nostro sé, il nostro stesso essere! E’ questo che tende a rendere meno concentrato il potere della nostra presenza.

Alla fine, qualsiasi cosa irradi all’esterno è ‘energia debole’ che produce una debole vibrazione. Più comunemente si tratta della vibrazione della paura che è qualcosa basata sempre su una storia mentale di immaginarie perdite future, oppure di rabbia, basata sulla storia mentale di qualcuno che ci biasima per ciò che proviamo, oppure di tristezza basata sulla storia mentale del ricordo di qualche perdita. Queste vibrazioni della nostra coscienza non sono segni di una ‘forte presenza’, ma sintomi di un ‘sé’ che è interiormente frammentato e perso in qualche modo in ciò che sta girando nella mente.

E’ probabilmente per questo che la ‘presenza’ più influente viene da qualcuno che è completamente indisturbato da qualsiasi cosa di interno o di esterno. Anche se l’attenzione di queste persone è concentrata nel ‘momento presente’, il loro stato d’essere è di quiete. Essi sono interiormente liberi da tutte le distrazioni mentali o pre-occupazioni, ed hanno una calma imperturbabile che consente l’emanazione dalla loro coscienza della più pura energia radiante. A volte viene chiamato il ‘carisma dell’appagamento’. Essi non ‘reagiscono mai violentemente’ e sono sempre capaci di generare ‘risposte calme’.

Sembra che tale stato di coscienza abbia il potere di toccare e perciò di influenzare gli altri ben oltre l’immediata vicinanza e a livelli molto sottili. E’ anche qualcosa che tutti possiamo coltivare e sperimentare anche nel bel mezzo delle nostre distrazioni quotidiane! Allo scopo di sviluppare il ‘potere della nostra presenza’, forse vale la pena di provare il seguente esercizio:

Un Esperimento

Visualizza nella tua mente qualcuno con il quale al momento hai una relazione difficile. Non rappresentare nella tua mente la storia della relazione, ma consciamente invia calma e affettuosi buoni auguri per mezzo della mente. Accadono due cose che sono fuori dagli argomenti di ogni ricerca scientifica! Primo, essi ricevono quell’energia che veicola una immagine di sé che ha un potere vibrazionale superiore a quello che essi hanno di se stessi nel contesto della tua relazione con loro. Questo li incoraggia e li rafforza. Secondo, cominci a sanare l’immagine buia di lui che ti sei creato negli incontri precedenti. E’ come liberarsi di una nuvola mentale scura ed è una forma di auto-guarigione, ma questo richiede un altro discorso. Entrambi gli effetti ben predispongono al prossimo incontro reale con l’altra persona, facilitando la connessione e lo scambio dell’energia che diventa più leggera e più amorevole.


Se riesci ad estendere questo effetto particolare della tua ‘presenza’ in una relazione specifica ad una benevolenza meno limitata verso tutti gli altri, potresti capire meglio che cosa si intende per presenza a 360 gradi. E’ uno stato in cui tutti gli esseri di ogni nazione possono essere toccati dalla luce della tua coscienza partendo da uno stato energetico massimamente puro, pulito e potente. Sì, è vero, probabilmente è anche lo stato di coscienza di un santo o un angelo, ma, in definitiva, non siamo tutti potenziali angeli e santi? Non ci stiamo tutti addestrando, proprio qui, nella grande scuola chiamata vita?

Domanda: Quali storie girano nella tua mente che ti impediscono di essere pienamente presente e perciò una presenza potente?

Riflessione: Conosci qualcuno che credi abbia una ‘certa presenza’? Che cosa senti che conferisca loro tale presenza?

Azione: Durante la prossima settimana usa l’esercizio precedente in 3 relazioni ‘difficili’. Nota la differenza E comincia a realizzare anche quanto spesso ti perdi in pensieri, in storie mentali riguardo agli altri.

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