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Il Giorno del Giudizio Finale

pubblicato il 06/10/15


Aruna Ladva

Essendo cresciuta in Inghilterra, da bambina non sono mai stata convinta che Dio fosse un vecchio con la barba bianca che abitava sulle nuvole e che aspettasse solo di cogliermi in flagrante, e anche in quel caso, che avrei udito una voce tonante dall’etere che gridava: ‘Ecco, ti ho beccata!” seguito da una percossa con la sua lunga bacchetta. Il controllo per mezzo della paura non è mai stata la forma migliore di motivazione in qualsiasi campo, e mi sembrava abbastanza improbabile che l’Onnipotente avrebbe fatto ricorso a tali sistemi intimidatori!

In quasi tutte le religioni si parla del ‘Giorno del Giudizio’.  È uno di quegli argomenti di cui non ci piace parlare, ed è certo che nessuno conosce esattamente che cosa accadrà veramente in quel giorno.
Ma è sufficiente dire che verrà un momento in cui dovremo dar conto delle nostre azioni e che saremo ricompensati o meno a seconda di come avremo agito. Sì, siamo certamente responsabili delle nostre azioni, ma soffriamo veramente per mano di Dio?

La mia opinione (ed è quella che preferisco), è che, anche se ci sarà un momento di giudizio finale quando dovremo consegnare a Dio il libretto con la nostra lista movimenti, qualche multa la dobbiamo pagare anche ora.
Dobbiamo attendere con timore o speranza l’ultimo giorno quando scopriremo se abbiamo vinto o perso alla lotteria?
Oppure c’è un sottile sistema di controllo satellitare costantemente in azione che ci manda riscontri lungo il cammino?

A parte l’ultimo giorno, non c’è punizione più grande di quella di perdere la propria felicità nel momento presente. La sofferenza di aver commesso degli errori e di dover pagare per quelli lungo il cammino è il nostro sistema interiore che ci guida per migliorarci. Insieme alla felicità perdiamo anche capacità di giudizio e chiarezza le quali sono tutte piccole conseguenze per non aver rispettato le leggi dell’armonia, della pace, o dell’amore o della gentilezza ecc.

La ‘Punizione’ è solo una conseguenza naturale ed automatica per essere venuti meno a dei principi spirituali. Quando perdiamo la nostra felicità per aver agito in maniera sbagliata, la nostra coscienza soffre e noi ci diamo da fare per ritornare a quella condizione di pace interiore. Ed è cosa buona avere questa costante guida interiore giorno dopo giorno. Il suo scopo è quello di impedirci di allontanarci troppo dal sentiero, ma funziona solo se prestiamo ascolto all’amica coscienza, la nostra voce interiore.

Se non si riesce a sintonizzarsi con il nostro sistema di guida interiore, significa che siamo andati troppo in là sulla strada sbagliata, la coscienza è stata annullata e la situazione è molto triste. Non avere coscienza vuol dire che sarà veramente difficile migliorare le condizioni dell’anima e mettere in equilibrio il bilancio spirituale.

Quindi, in attesa di quel giorno, se soffriamo per le conseguenze delle nostre azioni è solo perché l’anima sta cercando di ritornare al suo stato di purezza originale. Ad esempio, se non sentissimo dolore nel corpo, non sapremmo che c’è qualcosa a cui dobbiamo prestare attenzione. Allo stesso modo, la sofferenza nell’anima indirizza la nostra attenzione verso ciò che ha bisogno di essere ripulito, o rimesso in ordine o sistemato nell’anima.

Non possiamo continuare a fare ciò che ci pare e piace e non rendere conto delle nostre azioni. Non ci sono leggi che lo permettono, neanche quelle fisiche e spirituali. Quindi arriverà sicuramente un giorno in cui sarà fatta giustizia ‘in cielo come in terra’.  È per questo che Dio viene anche ricordato come il Giudice Supremo.

Perché tutte le anime della terra si ricordano di Dio almeno una volta nella vita, anche se si tratta del momento finale? Perché il Giudice Supremo, il Signore della Giustizia, si presenta a noi come uno specchio grazie al quale facciamo le opportune valutazioni. E solo il Sommamente Giusto sa rivelare le nostre mancanze a noi stessi. E’ allora che proviamo un profondo senso di dispiacere per essere arrivati tardi.

Il Sacro Corano dice che arriverà “…Il giorno in cui, la lingua, le mani e i piedi renderanno testimonianza delle nostre azioni”. Sarà il giorno in cui tutto sarà rivelato a tutti e la vera conseguenza o punizione sarà il dolore nell’anima.

L’unico modo per sperimentare un ‘buon’ Giorno del Giudizio è quello di essere buoni, di assicurarci che ogni momento sia trascorso in maniera proficua e giusta adesso.

Io non credo che Dio ci accuserà per i nostri vizi, dal momento che ne riceviamo già la punizione qui ed ora. Ci accuserà per non esserci impegnati per raggiungere la massima perfezione, per non aver realizzato ciò che Lui sa che possiamo ottenere.

Io credo che la nostra sofferenza più grande non sarà quella di aver arrecato dolore agli altri, ma perché non abbiamo vissuto in conformità al nostro pieno potenziale nell’anima. Tutte le anime sono create piene di virtù e poteri divini. E il nostro grande rammarico sarà quello di non aver amato come avremmo potuto, di non aver avuto rispetto, di non aver donato, di non aver usato le nostre facoltà nel modo giusto, di non aver vissuto nella verità, quando avremmo potuto farlo facilmente!

Dio è un Oceano di Amore, ci insegna con amore e se noi non impariamo, allora saremo noi a subirne le conseguenze.

È Ora… di ascoltare la nostra coscienza e di imparare dai nostri errori. Non lasciare che sia troppo tardi! Dio è l’Oceano d’Amore.  Come tale ci insegna le leggi della vita e quando non ne teniamo conto, allora vi saranno sempre delle conseguenze.

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