Mike George
Si cerca di qua, si cerca di là, tutti cercano la felicità dappertutto.
Sembra che pochissimi guardino nella direzione giusta e molti meno ancora trovano la strada giusta per giungervi.
Ma perché la felicità vera e duratura sfugge a tanti? Una ragione è che si tratta di uno stato interiore e non di una condizione esterna o una acquisizione dal di fuori. A livello più profondo è una decisione e non una dipendenza da certi stimoli. L’errore più comune è quello di credere che qualcun altro, qualcos’altro o un altro luogo ci renderanno felici. Può darsi che momentaneamente sia così, ma solo momentaneamente.
La felicità è un profondo stato d’essere che produce le sue proprie leggi. Vivere in conformità alla legge della felicità implica coltivare una certa consapevolezza, la consapevolezza della libertà più profonda. Se non siamo liberi spiritualmente, non possiamo conoscere la felicità. Nonostante alla maggior parte di noi piaccia la libertà fisica di andare dappertutto, di comprare e dire qualsiasi cosa, questa non è vera libertà. Non è libertà spirituale.
Ci sono essenzialmente tre forme di felicità: la gioia, l’appagamento e la beatitudine, ciascuna delle quali richiede il proprio livello di libertà che nessuno ci insegna come conseguire.
La felicità come gioia arriva quando sei creativo, quando stai facendo qualcosa che ti piace fare.
Il primo passo nel fare qualsiasi cosa creativa è scegliere coscientemente di fare quello che farai. Se fai una cosa con il pensiero o il sentimento di ‘doverla’ fare, vuol dire che non sei libero interiormente.
C’è risentimento. C’è il desiderio di essere da un’altra parte o di fare qualche altra cosa. Riconosci la vera gioia in un processo creativo, quando entri con tutto il cuore nel processo e perdi la consapevolezza del trascorrere del tempo. Ciò che interrompe il flusso della gioia è la coscienza del tempo. L’ego dice che la creatività degli altri (divertimento) è il modo per rilassarsi ed essere felici. Ma sostiene solo la dipendenza.
La felicità come appagamento sarà presente quando sei capace di accettare tutto così com’è e gli altri così come sono, proprio qui e ovunque. Per ottenere ciò è necessario che ti liberi dal desiderio di cambiare il modo in cui sono le cose e da ogni giudizio negativo sugli altri.
Questi sono i grandi “assassini” della felicità. Quando vuoi che gli altri o il mondo siano diversi, vuol dire che la tua felicità dipende ancora una volta dall’esterno. L’ego dice che gli altri dovrebbero cambiare e che è tuo compito cambiarli. Ma non è così. Esso produce solo un senso di frustrazione e fallimento.
La felicità come beatitudine arriva quando non hai alcun attaccamento. Hai scoperto di essere uno spirito libero, come un uccello nel cielo.
Non significa liberarsi o perdere qualcosa benché all’inizio possa sembrare così!
Il non-attaccamento significa smettere di attaccarsi mentalmente a qualsiasi cosa che non sia tua e ciò significa…beh…tutto!
Hai sempre le tue cose ma la tua relazione con esse è cambiata. Il non-attaccamento significa non-dipendenza = libertà interiore. Allora si può conoscere la beatitudine. E’ un’esperienza rara per la maggior parte delle persone semplicemente perché ci è stato insegnato a credere che più possediamo più saremo felici.
L’ego dice che hai e possiedi, ma, in verità, non è così.. L’attaccamento diventa la causa di tutta la nostra infelicità.
Essere liberi e mantenere quella libertà non è compito di poco conto. E’ una delle più profonde difficoltà spirituali che si possano incontrare sulla via della crescita personale e dell’illuminazione graduale. Prima la teoria, poi la pratica, infine il frutto della pratica – la felicità.
Domanda: Quali senti che siano i tuoi maggiori ostacoli alla tua libertà spirituale?
Riflessione: Quando si perde la libertà si perde la felicità e l’anima si sente persa.
Azione: Dedica due giorni la settimana ad ognuna delle tre forme di felicità e pratica la gioia e l’appagamento e osserva per vedere che cosa succede.
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