pubblicato il 18/10/25

"Devo imparare a meditare per riuscire a guardare il telegiornale senza arrabbiarmi." — Roxanne

A volte, la rabbia che proviamo mentre seguiamo le notizie non ci abbandona facilmente. Si insinua nella notte, ci accompagna nel sonno, e al risveglio ci lascia un sapore amaro nella mente.
Poi incontriamo gli amici, e quel malessere trova voce: condividiamo indignazione, frustrazione, rabbia. Anche loro hanno visto le stesse immagini, ascoltato le stesse parole. Si crea un vortice: un’energia collettiva intrisa di impotenza e risentimento.
E alla fine ci sentiamo stanchi, scoraggiati, senza speranza.

Ma c’è un’altra via?

Forse posso tenermi informato senza farmi travolgere. Posso scegliere di non affondare nei dettagli più cruenti, oppure osservare ciò che accade attraverso una lente più ampia — quella della spiritualità, dove la giustizia profonda non è affidata agli uomini, ma alla legge del karma.

E allora mi chiedo: voglio davvero che i “colpevoli” paghino con sofferenza? O desidero, più sinceramente, vedere le cose sistemarsi, guarire?
La vendetta alimenta altra vendetta. Ma la speranza — quella sì — può generare trasformazione.

Oggi scelgo di nutrire pensieri di pace e fiducia. Che il mio cuore non sia un'eco di rabbia, ma un seme di possibilità.


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