Olbia – Luglio 2013 con Antonella Ferrari
La tolleranza ha vari gradi:
Nei primi due casi, davanti a ciò che non va, ovvero davanti a ciò che mi chiede tolleranza, dirò: passerà!
Ma nel terzo caso io sono passata oltre. Non è la circostanza che passa, ma io sono andata oltre lasciando alle mie spalle quello che ho deciso di non portare con me.
Tanti sono i benefici di questo: non me la prendo, non porto rancore, non ho troppe memorie tristi nella mente e nel cuore...
Cosa indica che qualcuno è poco tollerante?
Troppa sensibilità, l’essere permalosi, suscettibili e impazienti...
Intolleranza e impazienza vanno a braccetto!
L’intolleranza porta impazienza e questo diminuisce la mia forza spirituale e la qualità dell’amore nell’atmosfera.
L’intolleranza viene da una stanchezza e stress mentali, da preoccupazioni e paure che non riesco a gestire diversamente e dalla non capacità di rigenerare energia spirituale.
Il segno della tolleranza invece è il distacco. Per essere tollerante devo tornare là da dove sono venuta, da uno spazio di verità interiore, dall’eternità e sperimentare una infinita quiete.
Tre grandi radici sostengono la tolleranza:
Il potere di fermarsi – un motore che viene tenuto sempre acceso finisce per bruciare. Così tenere la mente sempre “super attiva” brucia la mia capacità di sentire e sperimentare il silenzio. Questo è necessario per diventare maturi e quindi tolleranti.
Il potere di perdonare – nessuno può farmi del male se io non glielo permetto. Il perdono è la consapevolezza della grandezza del cuore dell’anima.
Il potere di lasciar andare – Chi ha ragione o torto? Un dilemma frequente... ragione o non ragione! Lasciarla andare è curare irritazione e rabbia. Che siano idee o altro, la coscienza più potente è di essere quella matita nella mani di Dio (come diceva Madre Teresa) pur amministrando di tutto.