pubblicato il 05/09/15

4. Sotto la superficie

È difficile che il trattamento superficiale di una malattia produca risultati adeguati. Un’infezione cutanea può essere trattata con polverine e pomate, ma se la causa principale è l’alimentazione e non si fa nulla per cambiare le abitudini alimentari, la condizione tende a peggiorare. Il sollievo arrecato da un trattamento sintomatico è solo temporaneo.

Allo stesso modo, nel caso di ferite spirituali o disagi nell’anima, devo esaminarli a livello delle loro cause fondamentali. Se la causa del problema è veramente profonda, le terapie esterne che vanno dai trattamenti professionali allo sviluppare nuovi interessi, alla frequenza di corsi di auto-aiuto o anche al semplice parlare con gli amici apertamente possono avere solo un effetto di breve durata. Indipendentemente dall’efficacia del trattamento offertomi dagli altri, io solo l’unico che può scendere nelle profondità di me stesso. Gli altri possono ispirarmi con l’esempio della loro vita; leggere e ascoltare persone sagge mi può sollevare il morale, ma nessuno può fare al posto mio i passi necessari per un vero autopotenziamento.

Tuttavia, se uso le mie risorse meditative in maniera corretta, è possibile risolvere una situazione negativa, dal momento che vado a trattare il problema alla radice. Per giungere alle cause e alle soluzioni delle anomalie nella mia attuale personalità, ho bisogno di comprendere le varie stratificazioni della mia esistenza e scoprire il mio potenziale positivo nascosto.

Le stratificazioni

Durante il giro di conferenze che ho fatto in Russia nel 2001, sono stato molto colpito dalla giovialità e dalla generosità del popolo russo. Tra i vari doni ricevuti, c’era una matrioska, la bambola tradizionale composta da dieci versioni di diverse dimensioni inseribili l’una dentro l’altra. L’ultima (e la più carina) era piccola quanto un pisello. Ma anche così, era una replica abbastanza esatta della bambolina più grande. Ciò mi fece pensare alle varie stratificazioni della mia coscienza.

La superficie del sé (la bambola più grande secondo la precedente analogia) si può definire mente consapevole la quale è costituita fondamentalmente da pensieri e sentimenti relativi a ciò che io penso di essere, dove mi trovo, con chi mi trovo, che cosa devo fare ecc. Essa è in uno stato di costante cambiamento perché tutti questi dettagli della vita, tranne quelli fondamentali quali il sesso, la data e il luogo di nascita, vengono continuamente modificati e cambiati man mano che attraverso le varie situazioni. Posso cambiare la mia professione, la religione, il luogo di residenza e persino la famiglia e, a seconda del livello di autocontrollo, la mente consapevole assorbe questi cambiamenti con maggiore o minore facilità.

Molte volte, tuttavia, le situazioni possono diventare come vortici le cui turbolenze possono creare una instabilità quasi continua a livello cosciente, di superficie. Tale instabilità esistenziale difficilmente mi rende disponibile ad affrontare la trasformazione di tendenze profondamente radicate. A questo scopo devo raggiungere le stratificazioni ancora più profonde.

La mente subconscia è formata da altre superfici più antiche. Come sono giunto a capire, queste sono le registrazioni delle tracce di altre esistenze, in altri corpi per esempio, di professioni, status sociali, religioni, nazioni e relazioni, attraverso le quali sono passato in altre vite, come pure del passato della mia esistenza attuale. Queste stratificazioni più antiche sono costituite dai sanskars5, ognuno dei quali può emergere ed influenzare la mia vita cosciente. In altre parole, in un dato momento, a livello di superficie, io posso sperimentare l’influenza mutevole delle situazioni esterne oppure gli impulsi che provengono dagli stati interni subconsci o da entrambi contemporaneamente.

La cosiddetta mente inconscia è formata dalle stratificazioni più profonde, che sono le impronte del mio passato più antico. Infine, lo strato più profondo di tutti è il mio nucleo più essenziale che è la mia condizione originale, vale a dire, il mio stato prima di qualsiasi altra esistenza, stratificazione o modificazione.

Normalmente, io vivo solamente ai limiti della mia vita cosciente senza sapere che il modo in cui reagisco alle varie situazioni è radicato nel passato di questa vita o in quello di vite precedenti. La ricerca di pace, amore e felicità è un impulso che proviene proprio dal nucleo, il sé interiore o originale – la più piccola di tutte le bambole nell’analogia precedente.

 

Altre vite, altre superfici

Immagina i tanti strati del sé come un palazzo di molti piani. Se abito all’ultimo piano (presente) come se fosse l’unico, diciamo, di una costruzione di quaranta piani, circondato dai miei trastulli, i miei averi e le relazioni di questa vita, posso non essere consapevole della mia esistenza più profonda, cioè, degli altri trentanove piani. E l’aspetto più importante è che perdo il contatto con le mie fondamenta.

In effetti, ho dimenticato di essere tutto l’edificio del quale ogni piano rappresenta una vita. Le fondamenta sono il mio stato originale6. Esse devono essere necessariamente robuste se devono durare per sempre! Il problema è che ho dimenticato quanto intrinsecamente potenti siano le mie fondamenta.

Come gli anelli che indicano l’età di un albero, immagina che, strato su strato di pensieri, parole e azioni registrati, ogni anello rappresenta una vita. Le informazioni giungono alla superficie della mente consapevole dall’esperienza registrata nelle stratificazioni recenti o più antiche. Gli impulsi che emergono dalla mia vita attuale sono quelli più superficiali. Alcuni, tuttavia, provengono proprio dal nucleo del sé e sono i più importanti perché rivelano il mio stato originale di pace amore e potere.

Io non sono solamente ciò che è visibile o la sequenza di eventi e ruoli che ricordo di questa vita. Questa è solo una frazione di me. La parte di gran lunga maggiore è quella subconscia o che si trova «sotto la superficie». 

La palla rotola…

Quando si cerca di descrivere le persone che soffrono molto a causa di altri e per le situazioni, vengono usate espressioni quali sacchi da boxe oppure palloni da prendere a calci o da tempestare di colpi. Purtroppo queste analogie rafforzano l’idea di essere solo vittime di un gioco nel quale non abbiamo voce in capitolo. Il sé potrebbe essere una palla che rotola o che passa da una situazione all’altra a calci, ma vi sono sempre due influenze: una proveniente dalle circostanze esterne e l’altra dalle mie stratificazioni interne. Le informazioni e le sensazioni che provengono dal contatto con il mondo circostante interagiscono con quelle che emergono dall’interno del sé. Da questo gioco nascono tutti i miei pensieri, sentimenti, emozioni, idee e reazioni, in pratica, tutte le attività della mente, dell’intelletto e dei sanskaras.

Il movimento continuo e complesso dell’energia dentro il sé mi rende difficile conoscere esattamente da dove cominciare per correggere i miei difetti e portare in superficie ciò che è bene e giusto per me. Il mio obiettivo di autocontrollo può essere facilitato oppure ostacolato dal modo in cui capisco il funzionamento di tutto ciò. Spesso, quello che succede a livello di superficie è incompatibile con il nucleo del sé e ciò produce tensione. Internamente sono una cosa ed esteriormente un’altra. A volte, la superficie del sé sembra così sensibile che le relazioni, il lavoro, lo studio e la vita familiare diventano stressanti e conflittuali. Talvolta la superficie è dura come il guscio di una noce di cocco, insensibile alle realtà che mi circondano. In qualche rara occasione il vero sé filtra attraverso il guscio e illumina la mia vita e quella degli altri.

La via verso una vera crescita personale comincia con la comprensione che io non sono solo lo strato più esterno. Ricordo che tutte le volte in cui da giovane praticavo lo snorkeling nei dintorni di Sydney, non smettevo mai di meravigliarmi di come lo stesso mare burrascoso in superficie, potesse essere calmo e silenzioso solo qualche metro più sotto. Allo stesso modo, le vicissitudini delle emozioni, del dolore e del piacere, dell’interesse e dell’indifferenza nella mia vita avvengono solamente in superficie. Più mi immergo in me stesso, più c’è calma e maggiore energia.

Da dentro a fuori

A causa delle tante esigenze dovute ai ruoli, alle relazioni, alle responsabilità e alle routine, io vivo la maggior parte del tempo sulla superficie di me stesso. È per questo che, quando si presentano ostacoli che agitano le emozioni superficiali, sembra perfettamente naturale ricercare i fattori esterni con i quali la palla del sé ha contatti sui quali far ricadere la colpa. Capi, mariti, mogli, figli, altre relazioni, studio, lavoro, governo e società diventano capri espiatori involontari o i malandrini di turno nel dramma della mia sofferenza. In realtà, per quanto essi possano aver attivato qualche sentimento o reazione in superficie, la causa più profonda è la mia personale incapacità di gestire questi fattori.

Il vero conflitto non ha nulla a che fare con le cose esterne. Esso nasce dallo squilibrio che esiste tra la condizione della superficie e lo stato vero e originale del nucleo del sé. Applicando il mio potere personale dall’interno all’esterno – un risultato automatico della meditazione – la mia vita comincia a scorrere più liberamente.

Doppia personalità?

Talvolta sembra che ci siano due io, uno che cerca di agire il più possibile secondo verità e l’altro che tenta di sabotarne i piani. È per questo che si dice che sono io il mio migliore amico o il mio peggior nemico. In realtà io sono solo una persona, non due, con precise stratificazioni di esperienze memorizzate dentro di me. L’angelo e il diavolo, uno su ciascuna spalla che sussurrano all’orecchio ispirazioni o tentazioni, esistono solo nei fumetti.

Il sé originale è divino nella sua essenza (l’angelo), ma è stato sepolto dalle modificazioni e dalle illusioni delle esistenze successive (il diavolo). Io sono realmente il sé originale, ma in qualche modo ho perso l’accesso a me stesso. Vivo sulla superficie attuale avendo dimenticato le altre superfici, le altre vite e, cosa ancora più triste, il mio vero stato originale.

Fondamentalmente, la meditazione consta nell’entrare in questo stato quanto più spesso possibile durante la giornata, facilitando così l’accesso ai tesori sepolti dentro di me. I segreti riguardo a chi sono realmente si trovano profondamente seppelliti nel mio passato.

 Conclusioni

Vi sono quattro punti fondamentali che sintetizzano questo capitolo:

  • · Per essere in pace è essenziale essere stabili.
  • · Per essere stabile devo essere in grado di lasciare la turbolenza superficiale del sé che viene strattonato di qua e di là da esigenze esterne, responsabilità e abitudini.
  • · Per lasciare la superficie è necessario entrare nel nucleo interiore del sé in cui tutto è calmo.
  • · Per entrare devo saper visualizzare il mio stato originale.
  • · Per visualizzare il mio stato originale è necessario:
    • · Localizzare e sentire il sé nel corpo
    • · Visualizzare il sé nella sua dimora trascendente
    • · Ricordare e sperimentare lo stato originale di pace (nessuna attività), silenzio (nessun suono), potere (nessuna debolezza) e purezza (nessuna complicazione).

Meditazione 5

Tieni gli occhi aperti e concentrati su un punto davanti a te, ma con lo sguardo rivolto all’interno, visualizzando l’anima come una piccola scintilla che brilla nel piccolo spazio o pannello di controllo dietro gli occhi:

Questo punto è il centro della mia esistenza… il mio vero io… l’energia che è venuta in questo mondo fisico per animarlo e che lo lascerà in un momento futuro…

Mi identifico con questo punto di luce e mi siedo su questo trono etereo tra le sopracciglia e dietro di esse e sento che sono luminoso come un minuscolo sole… Le mie qualità originali ed eterne cominciano ad emergere… Sento come la pace sia la più fondamentale di tutte…

Sono immobile… silenzioso… totalmente leggero… Adesso mi inoltro per sperimentare la mia qualità di amore per alcuni momenti… amore per tutto e tutti… amore sconfinato… Ora mi addentro nello stato in cui non sono stato ancora toccato dalla materia…

Seduto su questo trono interiore… sperimento la mia purezza originale… Dal punto tra le sopracciglia… posso vedere tutto da una consapevolezza elevata, un essere puro e spirituale… Nulla può influenzarmi in questo momento…

Io sono al di sopra di tutti i conflitti… Al di sopra di ogni turbolenza… Rimango ancora qualche istante in questa consapevolezza potente e lentamente ritorno alle mie attività…

 

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