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Perché smettere di criticare

pubblicato il 08/12/24

BK Shivani

Le situazioni che si manifestano nel mondo esterno sembrano esistere indipendentemente da noi, ma è nel momento in cui dimorano nella nostra coscienza che iniziano ad influenzare profondamente il nostro comportamento. Quando ci troviamo a rimuginare su di esse, permettiamo che diventino parte del nostro essere.

Ogni giorno, interagiamo con una miriade di persone. Come esseri umani imperfetti, sarebbe facile e, forse, quasi naturale trovare qualcosa da criticare in ciascuno di essi.

Basta un pensiero critico, come "Lui è così" o "Non migliorerà mai", per radicare una negatività che non appartiene solo all'individuo osservato, ma comincia a prendere dimora dentro di noi. Spesso giustifichiamo queste riflessioni con l'idea che stiamo semplicemente riconoscendo la realtà, ma in verità stiamo costruendo una realtà intrisa da vibrazioni negative.

La spiritualità si rivela una guida potente in tale contesto, insegnandoci che ciò a cui rivolgiamo pensiero e attenzione diventa una parte integrante del nostro essere. Ogni pensiero produce una vibrazione che incide sul nostro stato d'animo globale.

Quando ci soffermiamo sui difetti degli altri, li assorbiamo dentro di noi, trasformandoli in ombre che oscurano la nostra pace interiore. Se, ad esempio, penso costantemente a qualcuno come - "è così irritante" - allora sto, in effetti, plasmando la mia abitudine ad irritarmi più che osservare il comportamento altrui. In alternativa, potremmo intraprendere il viaggio verso una rinascita positiva, scegliendo consapevolmente di vedere e riconoscere le qualità positive in ciascuno, sia esse umiltà, sincerità, dedizione o puntualità.

Quando ci concentriamo su queste caratteristiche, generiamo vibrazioni che non solo migliorano il nostro umore, ma elevano anche la nostra mente a un livello di maggiore forza e stabilità.

Migliori pensieri portano a una mente più forte. Tuttavia, se ci aggrappiamo a ricordi spiacevoli, ingombriamo il nostro spazio mentale di negatività e cominciamo a percepire il mondo e le persone come avversi.
Questo processo è il risultato diretto delle nostre scelte interiori.

Immaginiamo una situazione in cui qualcuno si comporta in modo scortese con noi. Abbiamo la possibilità di riflettere su tale gesto, amplificando il risentimento, oppure possiamo interpretare quella scortesia come un riflesso di un loro momento difficile, forse causato da stress o rabbia.

Abbracciando questa seconda prospettiva, ci liberiamo dal peso della negatività e andiamo avanti con serenità. Al contrario, una costante ruminazione sull'incidente ci renderà prigionieri di pensieri di dolore e rabbia che noi stessi abbiamo creato.
La meditazione, praticata con costanza, ci offre il potere di scegliere il pensiero più giusto in ogni circostanza. Avvalendoci di questo potere, possiamo rimanere stabili e felici a prescindere dalle tempeste che la vita ci presenta.

Il messaggio centrale di BK Shivani, rinomata oratrice motivazionale e insegnante di Rajayoga, ci invita a riflettere su come ogni pensiero sia una scelta, un'opportunità di crescita e guarigione.

Conoscere questo principio ci aiuta a costruire una vita di pace interiore e armonia con chi ci circonda. La spiritualità, dunque, non solo illumina il nostro cammino, ma ci offre gli strumenti per trasformare la nostra esperienza quotidiana in un costante divenire di positività e amore.

In questo viaggio interiore, siamo guidati verso un’accettazione profonda di noi stessi e degli altri, riconoscendo la bellezza intrinseca che risiede nella connessione umana. Così, mentre continuiamo ad esplorare queste dinamiche, ricordiamo che la nostra crescita interiore è un riflesso del rispetto e della comprensione che nutriamo verso il mondo che ci circonda.
Questo è il sentiero che ci rende autenticamente liberi.

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