Recensione Eventi

Perdonare per liberare l'anima

pubblicato il 19/03/15

Silvia Bargellini

Tradimenti, dispetti, persecuzioni, abbandoni, bugie...... di fronte ad ogni sfida della vita abbiamo il potere di decidere quale atteggiamento tenere e la scelta spetta solo a noi.
Possiamo decidere di sentirci arrabbiati, umiliati, offesi oppure possiamo scegliere di stare bene.
Quando scegliamo la strada più complessa, che è quella di stare bene,  il nostro cammino ci porta inevitabilmente verso il perdono.


Per-dono - ma a chi facciamo un dono quando perdoniamo?
Principalmente facciamo un dono a noi stessi ma anche a chi ci ha ferito. Questo secondo dono potrebbe sembrare ingiusto ma vedremo che in termini spirituali non lo è affatto.

Il perdono è spesso erroneamente associato al PERDERE al porsi cioè in una posizione inferiore, di arresa, debole. Il  perdono invece, se ben elaborato, rafforza,  in quando libera da energie negative che sono la conseguenza delle offese ricevute e che si manifestano principalmente a livello mentale e fisico.
Il perdono è salutare a livello fisico perché le emozioni negative legate alla rabbia o al sentirsi umiliati e offesi diventano una forma di stress per l’organismo e che a lungo andare aiutano l’insorgenza di disturbi psicosomatici. Sappiamo bene che se intratteniamo pensieri negativi nella nostra mente anche il nostro corpo ne viene influenzato, pensate a quale chimica  provoca un pensiero di rabbia, di odio, di tristezza!
Il perdono è salutare a livello mentale perché la percezione di aver subito un torto si manifesta con un pensiero negativo che porta diverse sofferenze come ad esempio la depressione.

Il perdono è strettamente connesso al dimenticare.
Molti dicono che perdonano MA NON DIMENTICANO.
E’ ovvio che episodi di tradimento, di truffa, di abbandono non verranno cancellati completamente dalla nostra memoria. Dimenticare spiritualmente non significa non ricordare nulla su un episodio che ci è accaduto, ma significa non intrattenerlo nei nostri pensieri. 
Dobbiamo sviluppare la capacità di non andare con la mente verso situazioni che appartengono al passato.  Nel momento in cui si pensa ad un evento doloroso del passato inevitabilmente si proietta sullo schermo della mente un film tutt’altro che piacevole e se l’accaduto è stato perdonato che senso ha ricordarlo?
Dimenticare è come lasciare andare, e se proprio devo ricordare lo farò senza dolore.

FASI DEL PERDONO

Il perdono è un processo che attraversa diverse fasi e la durata del suo corso dipenderà da quanto tempo abbiamo dedicato alla nostra ricerca interiore e dalla capacità di introspezione che abbiamo sviluppato.

Raramente qualcuno ci insegna come superare le difficoltà della vita e quando ne dobbiamo affrontare una siamo spesso impreparati e il risultato è che finiamo in balia di emozioni negative.  Per esempio,  quando una persona ci provoca un dolore,  noi creiamo  emozioni forti  in genere di rabbia e paura.

Secondo gli insegnamenti del Raja Yoga non ci si deve arrendere alle emozioni ma iniziare la PRIMA FASE del processo del perdono che consiste nel posizionarsi nello “stato spirituale” di introspezione e silenzio. Come una tartaruga si ritira nel suo guscio in un momento di pericolo, allo stesso modo, è utili ritirarsi dalle emozioni e entrare in contatto con quelle che sono le proprie risorse interiori e chiedersi: “Chi sono io?

Noi non siamo il nostro corpo ferito, non siamo il nostro ruolo umiliato, non siamo ciò che possediamo e che ci viene portato via con l’inganno, noi siamo anime!
La caratteristica originale dell’anima e che è un’energia di pace, se vogliamo stare bene spiritualmente,  fisicamente e in termini relazionali, dobbiamo vibrare con l’energia di pace ma ciò non è possibile se siamo imprigionati nelle emozioni di rabbia o rancore verso qualcuno.

Sono un’anima un punto di luce, di energia, è  importante ritirarsi in questa dimensione spirituale, per ricontattare il proprio vero sé.
C’è una parte in ogni anima che è perfetta e pura e che non è influenzata dalle esperienze della vita di questo mondo poco perfetto. Questa parte è colma di qualità divine ed è in totale assenza di conflitto.
Contattare questa parte interiore silenziosa porta benefici incalcolabili.

SECONDA FASE - In un primo momento ci si allontana emotivamente dalla scena dolorosa ma  poi, ritrovato il silenzio interiore, la si può guardare con distacco, come quando si osserva un’opera d’arte,  non  si appoggia il naso sopra ma la si guarda ad una certa distanza. 
Osserviamo noi stessi, all’interno della scena dolorosa come se stessimo guardando la scena di un film, e lo facciamo con il distacco emotivo che ci permette di  valutare al meglio ciò che ci è successo.

IL GIOCO DI CREDO E CONVINZIONI E PICCOLI TRAUMI

Nella TERZA FASE  del perdono spirituale si prende in esame la propria corresponsabilità. Questa fase è difficilissima perché di solito invece di ammettere che abbiamo avuto momenti di leggerezza, pigrizia o superficialità, si preferisce gridare all’ingiustizia altrui, la quale magari c’è ma, la nostra posizione è assolutamente  innocente?
Occorre prestare attenzione a questa fase in quanto molta della sofferenza che si prova quando si sperimenta un torto è proprio dovuta alla propria corresponsabilità.

Probabilmente una persona non ha fatto molto per essere tradita o truffata ma sicuramente qualche aspettativa o qualche credo hanno giocato un ruolo importante affinché un evento diventasse doloroso. Faccio alcuni esempi di credenze: “Io sono la migliore fra …., sono intelligente rispetto a…..,  sono furba, sono molto amata e rispettata ecc.”
Quando le aspettative o i credo vengono delusi da un’azione come per esempio il subire un tradimento, è come se crollasse una parte dell’immagine che è stata creata interiormente e ciò va ad aggiungere sofferenza all’esperienza traumatica.

Un altro fattore che gioca un ruolo
nel sentirsi feriti, sono i PICCOLI TRAUMI del passato come per esempio frasi dette da un genitore o insegnante in momento di irritazione che hanno lasciato un segno, a volte solo a livello di subconscio. Frasi come “Sei brutta… , non capisci niente, non riesci a fare niente bene…”
Queste frasi sono silenti interiormente ma nel momento in cui si sperimenta un’offesa, possono riemergere e riaprire vecchie ferite perché  sembrano confermate dagli eventi: si sono brutta e per questo vengo offesa…
Chi ci ha ferito si assume così la colpa anche delle ferite precedenti.  A volte una piccola frase o uno sbaglio diventano giganteschi quando il passato pesa sul presente. Anche in questo caso ogni evento è una buona occasione per fare pulizia a livello interiore.

KARMA E PERDONO
Infine se osserviamo la scena dolorosa secondo la LEGGE SPIRITUALE DEL KARMA,  allora non abbiamo più nessuna scappatoia.  Per la legge detta anche di causa ed effetto, tutto ciò che ricevo è ciò che ho dato, forse non in questa vita ma se vengo tradita, in qualche momento della mia esistenza, ho tradito.
La visione di chi si sente ferito deve dal presente estendersi al comprendere quale è il passato e capendo gli errori del passato è possibile scegliere il futuro che più si desidera,  perché oggi si semina il destino che verrà.
Perdono me stessa sapendo che il torto subito è il ritorno delle mie azioni.
Perdonare se stessi è l’unica strada verso la conquista della libertà dai pesi del passato.

QUARTA FASE: PERDONA L’ALTRO, questa fase è possibile solo se prima abbiamo prima perdonato noi stessi.

Ogni essere umano ha una parte intrinseca di amore, pace e verità.  Se la nostra consapevolezza è pura riusciamo a sentire che questa parte, che chiamiamo anima, è in viaggio di vita in vita e va incontro a diverse esperienze che portano a perdere lo splendore del proprio essere.  Tutte le anime nel viaggio della vita perdono la loro perfezione e commettono degli errori.
Da una vita all’altra ci rincontriamo ed ad ogni incontro abbiamo l’opportunità di armonizzare le nostre relazioni e lo strumento più potente è il perdono.  Mentre il rancore e l’odio sono veleni che portano a perpetuare i rincontri dolorosi.

DA VITTIMA A VINCENTE ATTRAVERSO LA MISERICORDIA

Dopo il perdono, solo per i più coraggiosi a livello spirituale, c’è la misericordia.
Misericordia deriva dal latino miserere, aver pietà e cor, cuore. Mi piace pensare che quando subiamo un torto ci troviamo di fronte ad una miseria o ad un misero ma la parte finale di misericordia mi ricorda il cuore.
Come possiamo usare al meglio il nostro cuore?

Con il perdono si dimentica il torto subito ma con la misericordia facciamo dimenticare all’altro le sue debolezze. Quindi non solo si diventa forti ma si dà la possibilità anche gli altri di dimenticare i propri difetti.
Da vittima di un torto si diventa salvatori e benefattori non solo verso  se stessi ma verso coloro che ci hanno provocato sofferenza. Se per esempio, ogni giorno guardiamo un figlio o un collega come colpevoli di un errore, questo viene continuamente rafforzato perché la persona finisce per identificarsi fortemente nello sbaglio commesso, tanto da renderne difficile il superamento. Attraverso la misericordia si dà la possibilità di elevarsi al di sopra dei propri errori.


Questa “impresa” da un punto di vista spirituale e karmico è di grande valore perché permette di aumentare la propria autostima e di armonizzare situazioni e relazioni che altrimenti sarebbero dolorose.
Fare un dono a chi ci ha ferito, permettendogli di potersi trasformare ed elevare è un atto di coraggio che ci rende forti e felici.

Per iscriversi alla Rajayoga Newsletter mensile e ricevere informazione su corsi di meditazione, eventi, ricette vegetariane e tanto altro, clicca qui:
http://www.rajayoganewsletter.com/newsletter.htm


Commenti

Icona utente Alessandra il 23/04/16
In un percorso spirituale si benedice chi ci fa un torto poiché egli ci mette davanti a noi stessi permettendoci di conoscerci meglio e discernere. Eliminando il giudizio verso l'altro una parte di noi che fino a quel momento non conoscevamo può essere vista ed integrata....inoltre tutto ciò che ci accade avviene per la nostra crescita personale e questo trasforma ciò che crediamo negativo in una risorsa.....a questo punto non vi è più nulla da perdonare ma solo qualcosa da benedire e di cui essere grati.... OM SHANTI :-)

Inserisci un commento

(La pubblicazione è soggetta ad approvazione da parte della redazione.)
*La tua email non sarà pubblicata
Autorizzo il trattamento dei miei dati secondo l'informativa privacy.
Codice di controllo

FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Iscriviti alla Newsletter

Privacy Policy      Cookie Policy