Recensione Articoli

Sei uno Spirito Libero?

pubblicato il 18/03/16


Mike George

Molti credono di essere liberi. Liberi di andare ovunque, di fare quasi tutto, di dire qualsiasi cosa salti in mente, di mangiare qualsiasi cosa vogliono. Apprezziamo la libertà soprattutto quando ci accorgiamo che ci manca. Naturalmente le restrizioni di circolazione e della carta di credito, la disponibilità di cibo e la varietà di lavoro possono ostacolare di più o di meno. Ma generalmente, nella maggior parte delle culture, ci sembra di essere liberi.

Ma lo siamo?
Questa è solamente una dimensione della libertà. È una libertà che troviamo nel muoverci dentro il mondo materiale che ci circonda. Ma siamo liberi nella realtà principale all’interno di noi stessi? Sembra che la maggior parte di noi non lo sia e che non sia consapevole di non esserlo! I segnali si rivelano nei nostri sentimenti. Ogni volta che ci sentiamo irritati, in tensione, malinconici o persino in qualche modo infelici, vuol dire  che siamo in trappola, limitati nella nostra coscienza.

Ciò significa che non ci rendiamo ancora conto del significato più profondo della libertà. Dobbiamo fare un po' di lavoro interiore.

I FILM

Una delle illusioni più comuni che continuano a tenerci bloccati è l’idea che i nostri ‘sentimenti’ provengano solo dall’esterno, cioè dal mondo che ci circonda. Perciò, quando qualcuno comincia a parlare di sentimenti tendiamo ad associare ‘sentimento’ a qualche stimolo fisico. Grazie all’uno o all’altro dei nostri sensi le altre persone e il mondo ‘stimolano’ costantemente le nostre sensazioni fisiche. Pertanto i nostri sentimenti tendono a essere percepiti come qualcosa di confinato alla fisicità.

Invece i nostri sentimenti cominciano prima, si fanno strada nella nostra mente a un livello più sottile. Per esempio, immagina di star seduto tranquillamente in poltrona. Arriva qualcuno che ti dice che hai appena vinto alla lotteria. Prendi l’informazione per buona e cominci a creare sentimenti di eccitazione. Cominci ad essere lo scrittore, il regista e l’attore di un film dal titolo ’Sono un Milionario’. Ti crei una storia immaginaria e te la proietti sullo schermo della mente. Alla fine probabilmente dirai che ti senti benissimo. Non è la notizia che ti fa sentire così, ma lo fai tu. Lo fa il tuo mini film mentale!

Il film origina completamente nella tua mente. Chi già possiede qualche miliardo probabilmente si creerà una storia completamente diversa. Forse comincerà con uno sbadiglio! Qualche milione è quasi niente.

Ora immagina di ritrovarti nella poltrona e che quella persona di dia la notizia non che hai vinto alla lotteria, ma che uno dei tuoi genitori è deceduto. Di nuovo scrivi il copione di un film chiamato “sono orfano”. Ti vedi senza mamma e c’è un profondo sentimento di tristezza. Ancora una volta si tratta di un sentimento che ha avuto origine nella tua mente. Non è l’informazione che ti ‘fa’ sentire.
È il film mentale che crei dopo aver ricevuto la notizia. In entrambe le situazioni, i sentimenti di tristezza o di felicità dureranno finché creerai e proietterai nella tua mente delle storie come: a) vivere con una tonnellata di soldi, oppure b) vivere senza la mamma.
L’apporto della consapevolezza
In entrambe le situazioni, se qualcuno dicesse a te e a un tuo collega che avete vinto un sacco di soldi alla lotteria e che tua madre è morta, probabilmente tu rimarresti nel sentimento di tristezza per tua mamma (o no?), ma il tuo collega creerà un sentimento di euforia e si sentirà su di giri. Ciò che si prova ‘quasi sempre’ ha un’origine mentale e non ha niente a che fare con la persona che comunica l’informazione fisica.

Fermati un momento la prossima volta che ti troverai a provare dolore fisico. Nota che sono i pensieri ‘riguardo’ al dolore che prevalgono immediatamente dopo la sensazione fisica in sé. I pensieri sul dolore fisico (il film mentale) mettono subito in moto ulteriori sentimenti. Ciò appare immediatamente ovvio se spiegato in questo modo. Ma molti di noi non sono consapevoli che i nostri sentimenti provengono dalle storie che ci creiamo nella testa. Crediamo che i nostri sentimenti provengano dai comportamenti degli altri, o dalle loro parole o dai loro sguardi, o dagli eventi e dalle circostanze intorno a noi. Ma questa è solo un’altra storia che impariamo a proiettare nella nostra mente.

Solo la consapevolezza può aiutarci. Ecco perché la mindfulness, la quale è essenzialmente auto-consapevolezza, aiuta molte persone a gestire il dolore fisico. Le aiuta a smettere di crearsi storie intorno al dolore, il che semplicemente amplifica e trasforma il dolore in sofferenza mentale/emotiva.

Grazie alla pratica dell’auto-consapevolezza diviene chiaro che gli altri e il mondo esistono in due luoghi. Fuori e dentro di noi. Solo il mondo ‘qui dentro’ è la tua versione, la tua storia riguardo al mondo là fuori. E’ per questo che due persone possono assistere allo stesso film ‘là fuori’, ma vedere film diversi interiormente e lo scoprono quando si trovano a parlarne dopo. Ciascuno si crea la propria versione del film. Da qui il detto che ‘sei tu a creare la tua propria realtà’.
Quindi, se è vero che potresti ‘credere’ che sono gli altri e gli avvenimenti del mondo a dare forma ai tuoi sentimenti, in realtà non lo è, mai! Si tratta sempre della tua versione, della tua interpretazione, della tua creazione. È per questo che quando le Borse crollano, alcuni si tagliano le vene mentre altri stappano bottiglie di champagne.

Finché non sarai consapevole di ciò, non sarai libero. Non sarai  padrone della tua mente. Sei catturato da una storia nella tua mente. Sia che si tratti di una storia creata da te o di una storia creata da altri che poi usi per crearti la tua versione…!
Le illusioni di chi non è libero

Purtroppo molti fraintendono i propri sentimenti, vale a dire che li  attribuiscono ad altre persone e al mondo. Questo perché nessuno ci insegna questo livello di consapevolezza. Inoltre è facile fare proiezioni sugli altri. Perciò cadiamo nella trappola che ‘sono loro’. E questo finisce per diventare un tema ricorrente nei nostri film mentali del tutto simili alle versioni Hollywoodiane!

Ed è da questa illusione che derivano i vari comportamenti delle persone non libere, come il biasimo, il controllo, le critiche e lamentele. Non siamo capaci di riconoscere che tutte le volte  abbiamo  una scelta riguardo a ciò che proveremo.
E questa è anche la ragione per cui molti metodi, tecniche e processi di crescita e sviluppo personale  hanno un effetto limitato e di breve durata. Finché crederemo che gli altri e il mondo siano responsabili di ciò che proviamo, non siamo abbastanza liberi interiormente da gestire il nostro mondo interiore e i nostri…sentimenti!

È solo quando  si comincia a notare che siamo noi a far girare quelle storie sullo schermo della nostra mente, che ‘stiamo appena cominciando ad essere liberi’ . Ti accorgerai di come sei tu che continuamente proietti le tue storie come se fossero di altri, come ripetizioni di programmi tv, creando quasi ogni volta gli stessi sentimenti. E’ solo quando ammetterai di essere ‘bloccato’ nelle tue storie, nella tua creazione, e nella sofferenza che ne risulta, che riuscirai ad  udire il richiamo della libertà!
La prova che non sei libero

I cosiddetti  terroristi sono solo esseri molto impauriti che credono che siano altre persone e il mondo la causa dei loro sentimenti di paura e rabbia. Perciò soffrono e attribuiscono la loro sofferenza agli altri. Poi vogliono vendicarsi affinché gli altri si trovino nella stessa situazione. Si esercitano sulla base di qualche video- game finché non saltano fuori quelli  che lo realizzano nella vita concreta, sfogando la propria rabbia e mettendo in atto quelle che credono sia la loro vendetta. Non si sono ancora resi conto di essere intrappolati in una storia di loro creazione nella loro mente. Non si sono ancora resi conto che sono loro a far soffrire se stessi.

Il combattente per la libertà è preso in una storia mentale della propria mancanza di libertà basata sulla convinzione che sia qualcun altro responsabile del suo sentirsi…intrappolato! Non si rende conto e non capisce che ritornerà al proprio senso di libertà quando avrà smesso di proiettare il film mentale dal titolo: Combatto per la Libertà!
Gli uomini d’affari temono che i loro concorrenti possano  arrivare sul mercato prima di loro e che perciò avranno più successo. Si creano nella mente una storia di un possibile fallimento. Si perdono completamente in quella storia. Perdono la libertà di spirito. Fanno soffrire se stessi con sentimenti di stress e ansia. Cominciano ad attuare discutibili pratiche affaristiche allo scopo di evitare l’esito ‘immaginario’ della propria storia inventata di fallimento, perdita e povertà.

La maggior parte dei genitori non sono liberi. Sono bloccati nella storia che essi stessi creano riguardo alla relazione con i loro figli. Si preoccupano. ‘Immaginano’ quello che potrebbe succedere loro. Si creano un film mentale con la loro immaginazione. Mettono in moto il film nella loro mente e si mettono essi stessi in condizione di soffrire. Essendo bloccati in storie del genere, non sono spiriti liberi. Poi i loro figli fanno lo stesso. Così facendo essi credono che creando ‘storie di preoccupazioni’ stanno mostrando interessamento. Ma la paura non è interessamento.

IL SEGRETO DELLA LIBERTA'

La parola esatta per descrivere ciò, l’errore più comune che tutti impariamo nella nostra coscienza, è ‘Attaccamento’. Quando ci perdiamo ‘in’ quello che creiamo nella nostra mente, questo è attaccamento. Poi, quando succede qualcosa a ciò a cui siamo attaccati, ci ‘sembra’ che stia succedendo a noi. Ovviamente non è così. Ma comunque ce lo immaginiamo!
Ciò significa anche che ci costruiamo il senso di noi stessi, il nostro senso di ‘chi sono’, a partire dalle idee e dalle immagini della nostra mente. Ma tu non sei un’idea o un’immagine. Tu sei tu, colui che crea idee e immagini.

Il segreto per ritornare allo stato di libertà è la pratica di essere osservatori di ciò che sta passando sullo schermo della mente. Solo ‘osservare’ ciò che emerge, come se stessi assistendo a un film al cinema, senza perdere la tua consapevolezza che non sei al cinema e che si tratta solo di un film. Si tratta solamente di una storia inventata che viene rappresentata sullo schermo davanti a te.
Più frequentemente metti in pratica questa consapevolezza dentro la tua coscienza, più rapidamente sarai in grado di astrarti dalle abituali storie pensate. Noterai sempre di più che si tratta solo di storie, frammenti della tua immaginazione. Alla fine smetterai naturalmente di crearle e proiettarle.

Tutto ciò descrive anche i primi passi nelle varie pratiche meditative. Immergiti nella tua consapevolezza come se stessi seduto in una platea. Diventa consapevole nella tua coscienza di tutto ciò che ti circonda, senza farti prendere da nulla di particolare. Diventa consapevole che ci sei tu e ci sono i tuoi pensieri. Vi sono immagini e idee che emergono e passano. Osservali venire e passare. Nota quando perdi la tua consapevolezza e quando permetti a te stesso di venir risucchiato dalla storia. Poi esci. Ritorna alla tua consapevolezza di essere l’osservatore della storia.
Praticando, comincerai a notare un sentimento di calma mentre la storia perde potere su di te. Ma non lo ‘penserai’. Ti sentirai profondamente pacifico. Ma non ‘pensare’: “Ah! Adesso sono pacifico”. Sentirai di essere padrone della tua interiorità. Ma non pensare: ”Ah! Adesso sono Padrone”.

I pensieri non sono più necessari quando consenti a questi sentimenti più profondi che si riversano dall’interno di prendere il posto centrale sulla scena.
Successivamente, introducendo questa pratica nelle situazioni e nelle relazioni quotidiane, creerai gradualmente e naturalmente meno reazioni emotive. Non creerai né sentirai queste emozioni intense, e le emozioni  dello stress, come l’irritazione (rabbia) ed ansia (paura), gradualmente finiranno per affievolirsi.

Smettendo di creare e proiettare storie nella tua mente, userai meno energia dentro la coscienza. Ti sentirai meno stanco. Ti sentirai interiormente più libero e trasparente. Quando ci sarà la necessità di pensare durante la vita quotidiana, i pensieri emergeranno nitidi e con naturalezza ‘dal tuo sentire’ invece del contrario.
Ma non credere a me. Vedi, sperimenta, prova e ‘senti’ da te.
La realtà dello spirito libero attende.

Domanda: Trova tre storie che crei e fai girare abitualmente nella tua mente riguardo agli altri.
Riflessione: Quali sono le due emozioni che crei e provi più frequentemente durante la giornata? A che cosa sei attaccato che provoca queste emozioni?
Azione: Questa settimana esercitati ad osservare coscientemente 3 volte al giorno per 5 minuti e tutti i giorni ciò che emerge nella tua mente.

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