pubblicato il 06/01/17


Aruna Ladva

Tutti abbiamo una visione personale del mondo, e perciò tendiamo a pensare la nostra sia quella corretta!
Quando il punto di vista degli altri o la comprensione degli eventi non concorda con la nostra tendiamo a saltare alla conclusione che quella versione sia sbagliata. Tuttavia ognuno è unico, e anche il nostro approccio alla vita lo è. È molto facile condannare le persone quando la loro storia non ci garba completamente. Personalmente devo averlo fatto molte volte, ed è per questo che sto cercando di praticare un comportamento di empatia e scoperta.

Quando siamo giudicanti, noi pensiamo di aver ragione e crediamo che il nostro modo di fare le cose sia l’unico giusto, e, di conseguenza, quello degli altri deve essere senza alcun dubbio sbagliato! Ci vuole molta esperienza di vita, maturità ed umiltà per fare un passo indietro e quindi aspettare per vedere che cosa una persona ha da dire o quello che potrebbe fare.

Talvolta è facilissimo comportarsi come un elefante in un negozio di cristalli, particolarmente quando sappiamo quello che vogliamo e siamo determinati ad ottenerlo. In questo modo siamo così concentrati sull’obbiettivo che ci dimentichiamo della persona. Ma, anche se riusciamo ad ottenerlo, lasciamo indietro la persona!
Se ci mettiamo in ‘modalità di scoperta’, non solo riusciamo a sospendere il giudizio e a comprendere meglio la situazione e l’altra persona, ma ci aiuta a scoprire di più riguardo all’altra persona e persino su noi stessi. Quando riusciamo a capire il punto di vista dell’altra persona, anche la nostra visione può cambiare.

Cercare di mettersi un po’ nei panni degli altri non ci farebbe male. Mettiamoci nei panni dei poveri. Di fatto è solo un esercizio mentale a meno che non ci impoveriamo anche noi in qualche modo, pertanto non possiamo andare dove vogliamo o fare quello che vogliamo fare, Ma possiamo immaginare, e quindi applicare tolleranza ed empatia.
Oppure, cerchiamo di metterci al posto di quelli che non sono andati a scuola. Ci sembra che questi dovrebbero sapere quello che sappiamo noi. Ma come potrebbero dal momento che non hanno avuto le opportunità di vita che noi abbiamo avuto, oppure la fluidità di linguaggio e di espressione con la quale siamo stati allevati. È come chiedere loro di parlare giapponese quando non l’hanno mai neanche sentito.
Molto spesso pensiamo che gli altri affronteranno un problema come faremmo noi. Per esempio, se non fossimo invitati ad una festa, e la cosa ci interessasse poco, potremmo pensare che anche ad un’altra persona potrebbe non interessare, ma può non necessariamente essere così.

Tutti rispondiamo alla vita in maniera diversa, e ciò può rappresentare per una persona sensibile un colpo devastante. Non dobbiamo dimenticare che ogni tanto anche noi ci troviamo in ‘modalità sensibile’.

Quando ci fermiamo ad ascoltare la storia di qualcuno, quando cerchiamo di entrare un po’ nella loro testa, potremmo cominciare a capire che cosa vi sta passando. Tutti hanno le proprie ragioni. Persino gli stupratori e gli assassini non sono nati così. Gli eventi della vita creano sentimenti di desiderio, odio e rabbia nel loro intimo che li spinge ad agire. Giudichiamo in automatico, condanniamo e spendiamo soldi per tenerli in prigione, mentre dovremmo ascoltare la loro storia e aiutarli a guarire.

Questa settimana, invece di cercare di giudicare qualcuno per chi è, o per quello che dice o per come si comporta, prova la ‘modalità di scoperta’ e convinciti che deve esserci una storia dietro la storia, oppure siediti con lui e cerca di scoprirla.

La ‘modalità di scoperta’ ci mantiene vivi e coinvolti. Mantiene accesa la fiamma dell’apprendimento e della crescita. Ci conquista amici e cooperazione, perché ci trovano flessibili e buoni colleghi di lavoro. Nella ‘modalità di scoperta’ potremmo essere indotti a scoprire che non sempre abbiamo ragione e che il nostro non è sempre il metodo migliore.

È ora…di sospendere il giudizio, di ascoltare e comprendere. Potresti essere sorpreso dalle tue scoperte.

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Commenti

Icona utente Antonio Demichele il 16/01/17
Bellissimo questo articolo, sia nella forma che nella sostanza. Mi è piaciuto molto l' esempio della povertà, avendo provato personalmente sia le "miserie" della povertà che quelle della ricchezza e cercando ora di camminare sulla difficilissima strada dell'indifferenza verso entrambe. Brava e grazie Cordiali saluti

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