Tanto rara e ambita, la tolleranza è spesso confusa con la sopportazione. C’è chi si ritiene tollerante, fin quando all’improvviso “scoppia” rendendosi conto , se è onesto, di avere un limite. Quel limite è determinato dall’irrompere di un difetto, la sopportazione, anziché di una virtù, la tolleranza.
Vedere le proprie mancanze, senza sensi di colpa ma da buoni osservatori, è il presupposto importante per sviluppare una tolleranza rivolta innanzitutto a perdonare se stessi, e poi gli altri.
Tollerare implica una realtà spiacevole da gestire. Se accetto, comprendo, paziento e dono, allora supero il test. Se uno di questi quattro ingredienti viene meno, la mia stessa tolleranza sarà un’espressione incompleta, che darà adito a disagi, conflitti, reazioni.
Ogni ostacolo può essere visto come un’opportunità di crescita, e, nella veste di “studenti”, impariamo una lezione di vita, piccola o grande che sia. Così si ricostruisce uno stato interiore di auto rispetto.
Essere tolleranti significa avere un cuore grande. E’ uno spazio interiore di comprensione e amore, che accoglie tutti, con i loro pregi o difetti, fino a farli sentire grandi.
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