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Yoga in Azione

pubblicato il 24/08/14

11/06/2014 Aruna Ladva

Il Karma Yoga fa parte integrante del Raja Yoga. Mentre il termine Meditazione Raja Yoga implica una forma di yoga focalizzata, stando seduti e concentrati, il Karma Yoga incoraggia a mantenersi costantemente connessi e ad aspirare alla perfezione nell’azione.
Letteralmente Karma Yoga significa essere in unione (yoga) mentre si è in azione (karma).

Questa unione, connessione, non è naturalmente solo con il Supremo lassù, ma anche con il nostro Sé più elevato e perfetto.
Per esempio, siamo tutti d’accordo che potremmo essere più piacevoli, gentili, generosi, umili, vale a dire più divini e meno ordinari.

Il Karma Yoga è il metodo grazie al quale si possono sperimentare queste virtù in azione.
Questa forma di yoga mi insegna che, mentre mi occupo delle  faccende quotidiane, agisco per virtù e non per i vizi; per essere un padrone e non uno schiavo.
Riesco a fare ciò mettendo una sana distanza tra me anima, e il mondo dell’azione e della reazione, e rendendomi consapevole in ogni momento di chi sono e quale è la mia funzione qui su questo piano terreno. In questo modo riesco a mettere le cose in prospettiva, a vederne la loro bellezza e magnificenza, e tenerle sotto controllo.

Divento meno coinvolto mentalmente ed emotivamente ed uso la mia energia in maniera più appropriata.
In ogni momento sono concentrata: divento consapevole dei miei pensieri, intenzioni ed azioni. Seleziono i pensieri usando le mie qualità innate interiori come riferimento affinché le azioni risultanti siano positive. In tal modo verifico, scelgo e definisco meglio il mio comportamento.

Il Karma Yoga viene anche considerato la via per servire in maniera disinteressata. Si capisce che quando mi sento completa e in pieno controllo,  allora non ho bisogno di niente, anche se ho molto da dare.
E’ per questo che coloro che hanno una visione profonda della spiritualità donano tempo e risorse disinteressatamente e liberamente senza aspettarsi nulla e senza alcun bisogno di una restituzione.
A volte non si tratta nemmeno di un dare conscio. Ma poiché sono come un faro, sono in grado di diffondere nell’atmosfera la luce positiva e la forza  necessarie in modo da essere di beneficio a tutti.

Essere un Karma Yogi significa essere saggi; mettere in pratica la teoria e vedere fino a che punto incarno tutto ciò che sento e credo. Una cosa è starsene seduti a meditare in una stanza, e sentire pace e potere, mentre è completamente diverso essere coinvolti e impegnati nel mondo e continuare a sentirsi in potere.

Un Karma Yogi è molto attento a creare azioni elevate in modo da saldare vecchi conti karmici e assicurarsi che non si creino ulteriori debiti negativi lungo il percorso. Se i conti karmici non vengono saldati, se ci sono ancora debiti verso qualcuno, ciò distrae mente e intelletto e la connessione diventa difficile, perché la mente non è focalizzata. Ma una volta che armonia e unità siano ripristinate in tutte le relazioni, si riesce a stare lievi e felici ed essere più utili all’umanità.

Il Karma Yoga non va confuso con l’Hatha Yoga – esercizi fisici che aiutano a riequilibrare corpo e mente. Oggigiorno non viene posta molta attenzione al rafforzamento della mente, ma solo sul corpo e sull’abbigliamento da yoga che si indossa! Hatha significa letteralmente ‘forzare’, quindi forzare il corpo ad assumere certe posizioni. Ma se si è profondamente connessi (Raja Yoga o Karma Yoga), mentre si pratica l’Hatha Yoga, sicuramente si otterranno benefici completi, diversamente sarà flessibile solamente il corpo e la mente rimarrà sempre in secondo piano.
Un Karma Yogi è sempre consapevole che non è solo nell’espletamento del suo compito. Egli ha il potere del Supremo con sé, che lo aiuta, lo guida e lo protegge.

Molte confessioni religiose si ispirano a questo concetto: ”Egli è con te ovunque tu sia” E la Sua Presenza viene sicuramente percepita…una volta effettuata la connessione!

E’ Ora… di essere un Karma Yogi. Sì, uno Yogi in azione!
Lascia il cuscino da meditazione e sperimenta la gioia piena di un donare disinteressato. C’è un bel detto che è molto appropriato a questo riguardo: mani che lavorano sono meglio di labbra che pregano!
 

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